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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
un mandato; rivelazione di un nuovo ordine, dove si presenta tutto ciò che gemeva<br />
imprigionato nell’oscurità» 247 .<br />
Ma, al di là dell’epica omerica e della tragedia, <strong>il</strong> rapporto vitale del divino con <strong>il</strong> sacro lo<br />
manterranno anche i f<strong>il</strong>osofi stupiti della physis, lo manterrà, soprattutto, la scuola<br />
iniziatica dei Pitagorici. Tutto ciò fino al trauma socratico, alla sua apostasia, al suo voler<br />
con “pietà f<strong>il</strong>osofica” annullare <strong>il</strong> modo plurale di dirsi del divino (collegato – anche<br />
scandalosamente – a modalità e dimensioni vitali, giacché di tutto ciò che è vita gli dèi<br />
greci sono dèi), riportando <strong>il</strong> cosmo teologico all’unità forzosa del concetto teologico.<br />
Anche se <strong>il</strong> demone socratico, per Zambrano, è ancora pietas religiosa e non è un<br />
semplice escamotage di tipo f<strong>il</strong>osofico. Il discorso f<strong>il</strong>osofico socratico non è ancora la<br />
proposta d’un divino che disconosce totalmente <strong>il</strong> sacro: «Socarte, come Anassagora, è al<br />
servizio di un dio. Il vecchio incantatore non mentiva quando parlava del daimon chiuso<br />
nell’intimo suo, dicendo così chiaramente che la sua intelligenza rispondeva a una<br />
ispirazione. Ma forse era quella profonda verità a destare <strong>il</strong> timore, perché niente<br />
intimorisce tanto la vecchia pietà come la pietà nuova. E sembra inevitab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> suo<br />
portatore perisca per mano dei seguaci della pietà antica. La pietà dà la morte alla pietà<br />
che segue. E su questo crimine commesso nel dominio del sacro si fonda – mediante <strong>il</strong><br />
sacrificio – la nascita della nuova pietà» 248 . Il divorzio tra sacro e divino avverrà invece<br />
compiutamente con Aristotle. Non c’è più in lui la pietas socratica che ancora rimaneva in<br />
Platone (fedele, su questo, ai Pitagorici oltre che al maestro). Il suo dio non ha più nulla<br />
degli dèi che sorgevano dal fondo vitale del sacro. La sua teologia è, per Zambrano, una<br />
teologia impietosamente, presuntuosamente noetica, s’innalza in una sorta<br />
d’autosufficienza noetica: «In Aristotele la pietà si ritira <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e. È <strong>il</strong> pensiero<br />
dell’essere, cioè, la rivelazione [totale] del mondo ermetico della physis, che si realizza<br />
senza [più] alcun patto e senza [più] timore. Il “Motore immob<strong>il</strong>e” assorbirà – stavamo<br />
per dire hegelianamente – gli dèi, rivelerà la physis e penserà l’attualità pura dove <strong>il</strong><br />
tempo della morte non c’è più. Grazie a esso ogni rapporto si è convertito in essere.<br />
L’essere è tutto» 249 .<br />
Sarà lo stoicismo a ritrovare la strada, aperta dalla nuova pietas socratica, per riconiugare<br />
divino e sacro, per non spalancare un baratro incolmab<strong>il</strong>e tra queste due dimensioni e per<br />
non determinare una conseguente, assoluta, schizofrenia esistenziale e spirituale. Scrive<br />
ancora Zambrano: «Soltanto lo stoicismo produrrà quella calma profonda unita<br />
all’entusiasmo, tipica della soluzione dei grandi conflitti. [...] Lo stoicismo sarà così la<br />
soluzione classica e duratura della pietà a partire dall’essere, e pertanto di qualcosa che<br />
sembrava impossib<strong>il</strong>e: la persistenza del mondo sacro nel mondo dell’essere e del<br />
pensiero» 250 . Una f<strong>il</strong>osofia, quella stoica, la cui ragione sarà doc<strong>il</strong>e all’“ispirazione”,<br />
accompagnata da numero ed armonia, più musicale che architettonica, in cui persisteva <strong>il</strong><br />
tratto iniziatico del pitagorismo. Ovvero quel tentativo di sciogliere <strong>il</strong> conflitto tra la<br />
247 Ibid., p. 39.<br />
248 Ibid., p. 194.<br />
249 Ibid., p. 195.<br />
250 Ibid., pp. 195-196.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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