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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

creare questo “spazio” l’uomo è disponib<strong>il</strong>e anche al sacrificio. Non c’è apparizione o<br />

rivelazione di dèi che non sia legata all’atto sacrificale. Esso è un darsi per ottenere, un<br />

concedersi, ottenere uno spazio proprio e vitale per mezzo di uno scambio. Consegnare<br />

qualcosa perché gli si lasciasse <strong>il</strong> resto, «placare la fame degli dèi per poter possedere<br />

qualche cosa per un certo tempo» 238 . La nominazione del sacro con <strong>il</strong> divino e con i suoi<br />

dèi porta ad infrangere quella dimensione notturna del sacro apportandovi finalmente luce<br />

(perlomeno punti luminosi). Porta un ordine, anzi instaura un vero e proprio cosmo teologico<br />

nel caos originario proprio del sacro. Apporta infine figure, immagini, entità che<br />

permettono di distinguere l’indistinto sacrale. “Permettimi Signore che io veda <strong>il</strong> tuo vólto”<br />

suona la domanda, più raffinata e in certo qual senso “esasperata”, rivolta al sacro in<br />

un’estrema ansia di identificazione 239 . Trovare una qualche risposta identificativa negli dèi,<br />

nel dio, sembra sedare l’inquietudine, <strong>il</strong> timor et tremor, quel “terrore primitivo<br />

elementare” che <strong>il</strong> sacro sempre reca con sé paralizzando e imprigionando l’uomo 240 .<br />

Divino e dèi determinano quindi la transizione dal Caos al Cosmos. Infatti «la comparsa<br />

degli dèi, la loro sedimentazione [...] significa che c’è stato un patto o una vittoria<br />

all’interno del mistero ultimo della realtà; gli dèi sono l’espressione di una legge che non<br />

sarà mai trasgredita, sono <strong>il</strong> segno e la garanzia del fatto che <strong>il</strong> mondo è formato; ormai si<br />

è usciti dal Caos originario» 241 .<br />

Mondo e vita trovano dunque un ordine e l’uomo può finalmente vedere e non assere<br />

abbacinato dall’oscurità della notturnità propria del sacro, completamente prigioniero della<br />

propria cecità. Ciò permette anche la genesi della cultura autentica perché la cultura<br />

dipende, per Zambrano, sempre dal carattere dei propri dèi, meglio ancora essa dipende<br />

«dalla configurazione che <strong>il</strong> divino ha assunto nei confronti dell’uomo, dalla relazione<br />

manifesta e da quella segreta, da tutto ciò che permette di fare nel suo nome e, ancor<br />

più, dall’eventuale conflitto tra questa realtà e l’uomo, suo adoratore; dall’esigenza e dalla<br />

grazia che, attraverso l’immagine divina l’anima umana concede a se stessa» 242 . Prima<br />

ancora di una struttura logica o di una costruzione noetica la cultura, per Zambrano, vive<br />

di questo primigenio “discernimento” che va a discoprire nel mondo del sacro entità e<br />

unità qualitative divine 243 . L’apparizione, in una cultura, di un dio rappresenta la fine di<br />

un’età di oscurità e sofferenza, appare come evento sedativo, tranqu<strong>il</strong>lizzante. Cessa <strong>il</strong><br />

delirio di persecuzione e si stab<strong>il</strong>isce l’alleanza. Fino al punto che <strong>il</strong> dio stesso possa essere<br />

oggetto di interrogazione come avverrà con Giobbe o con gli oracoli rivolti ad Apollo.<br />

Sarà paradossalmente proprio l’apparizione degli dèi che non solo andrà a con-formare la<br />

realtà del sacro specificandola, chiarificandola, <strong>il</strong>luminandola (quello che in logica<br />

diventeranno generi e specie), ma che permetterà <strong>il</strong> sorgere del mondo profano: «La<br />

presenza degli dèi [...] a partire dal mondo sacro più primitivo, paradossalmente permette<br />

<strong>il</strong> sorgere del mondo profano. Il sacro e <strong>il</strong> profano sono le due specie di realtà: una è<br />

238<br />

M. Zambrano, L’uomo e <strong>il</strong> divino cit., p. 34.<br />

239<br />

Cfr. Ibid., p. 25.<br />

240<br />

Cfr. Ibid., p. 26.<br />

241<br />

Ibid., p. 33.<br />

242<br />

Ibid., p. 23.<br />

243<br />

Cfr. Ibid., p. 26.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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