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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

oggettiva, ovvero della realtà corrispondente al “principio di realtà”. La seconda è la<br />

modalità pratica (la praxis), che dà luogo al senso etico, <strong>il</strong> quale trova nel bene <strong>il</strong> suo<br />

paradigma. È <strong>il</strong> dominio della realtà etica o storica, ovvero la realtà corrispondente al<br />

“principio della cultura” (nell’accezione kantiana e idealistica), ovvero al principio della<br />

“umanizzazione del mondo” (Schleiermacher). La terza è la modalità religiosa, che dà<br />

luogo al senso offerto, <strong>il</strong> quale trova nella salvezza <strong>il</strong> suo paradigma. È <strong>il</strong> dominio della<br />

realtà religiosa nella sua valenza escatologica, ovvero la realtà corrispondente al principio<br />

che Schleiermacher chiama dell’autocoscienza soggettiva, ossia <strong>il</strong> principio del “valore<br />

infungib<strong>il</strong>e del Sé” 162 .<br />

In questa prospettiva va tematizzata la religione come esperienza 163 . La religione è<br />

esperienza perché è esistita concretamente; essa è una qualificazione del Sé che si attiva<br />

sul piano storico e possiede una r<strong>il</strong>evanza concreta. Tra l’altro essa possiede una sua<br />

teleologia, si storifica in concrezioni che hanno carattere empirico e r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>e, e si<br />

solidifica altresì in un’ampiezza istituzionale, nella quale in verità vanno ravvisati i suoi<br />

“frutti” 164 . Solo l’analisi riflessiva e astrattiva ci consente di erogare una definizione<br />

generale dell’esperienza religiosa, dandoci peraltro la possib<strong>il</strong>ità di comprenderla, ossia di<br />

localizzarla nel contesto dell’umano esperire, e di situarla in rapporto alle sue condizioni di<br />

possib<strong>il</strong>ità e alle sue differenti modalità o “generi” 165 . Ciò ci consente in definitiva di<br />

conoscere effettivamente quello che è in gioco nella formazione storico-concreta della<br />

coscienza religiosa.<br />

Beninteso l’esperienza biblico-cristiana di Dio (<strong>il</strong> “Dio biblico”) è una di queste formazioni<br />

storico-concrete la cui collocazione antropologica e storica richiede l’impegno della<br />

comprensione e della riflessione f<strong>il</strong>osofica. In tale prospettiva si può pensare a un<br />

rapporto di possib<strong>il</strong>e interazione tra <strong>il</strong> “Dio biblico” e <strong>il</strong> “Dio dei f<strong>il</strong>osofi”, la cui netta e<br />

rigida contrapposizione non giova né alla causa dell’esperienza religiosa né a quella della<br />

ricognizione f<strong>il</strong>osofica. Il “Dio biblico” costituisce <strong>il</strong> nucleo forte di un’esperienza religiosa<br />

storico-concreta con enorme carica salvifica e con debole carattere veritativo o<br />

epistemico. Egli in sostanza appartiene all’universo della salvezza, non all’universo della<br />

verità, intesa quest’ultima nella sua accezione f<strong>il</strong>osofica rigorosa. Viceversa <strong>il</strong> “Dio dei<br />

f<strong>il</strong>osofi”, ovvero quello che la competenza f<strong>il</strong>osofica riesce a erogare intorno al correlato<br />

dell’esperienza religiosa, è un’istanza di controllo critico, la quale funge sia nella sfera del<br />

sapere critico intorno all’esperienza religiosa sia nell’ambito del linguaggio che cerca di<br />

dire Dio.<br />

4. Struttura peculiare dell’esperienza religiosa<br />

Raccogliendo in una sintesi succinta quanto si è argomentato fin qui, bisogna dire che<br />

quella dell’esperienza religiosa è una struttura complessa. Essa consta di quattro elementi<br />

162 Cfr. <strong>il</strong> logion evangelico di Lc 9,25.<br />

163 In questo senso va inteso, a mio avviso, <strong>il</strong> tema della religione come “vissuto” che ricorre nei Discorsi di<br />

Schleiermacher.<br />

164 È questo un tema che ritorna di prepotenza, soprattutto nelle stagioni di rinnovamento religioso.<br />

165 Cfr. i “generi di fede” di cui si parla nella Dottrina della fede di Schleiermacher.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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