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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

all’esperienza morale (si pensi ovviamente a Immanuel Kant ma anche alla tradizione<br />

otto- e novecentesca che a lui fa capo a vario titolo e secondo differenti modulazioni).<br />

Certo, «la f<strong>il</strong>osofia della religione è in ogni caso f<strong>il</strong>osofia» – asserisce a ragione quel<br />

Bernhard Welte che ancora De Vitiis menziona nel segnalare, accanto a un’impostazione<br />

di tipo “apriorico-costruttiva” e a una fenomenologica, un approccio di carattere<br />

ermeneutico in f<strong>il</strong>osofia della religione 83 . Ma quando l’intelligenza f<strong>il</strong>osofica tende a<br />

inglobare <strong>il</strong> religioso o a fondersi con esso – quando cioè essa si fa “religiosa” (cioè la<br />

f<strong>il</strong>osofia si fa momento interno alla religione, la ricerca teoretica momento dell’anelito alla<br />

salvezza, <strong>il</strong> procedimento razionale vettore della ricerca di Dio); oppure, al contrario,<br />

quando essa respinge e si sottrae scientemente a qualsiasi confronto con la religione,<br />

facendosi così “irreligiosa”; ebbene, in questi casi non si dà tensione dialettica tra le due<br />

polarità. Conseguentemente, per comprendere cosa propriamente sia la “f<strong>il</strong>osofia della<br />

religione” e come l’interrogazione f<strong>il</strong>osofica possa interessare l’esperire religioso,<br />

beninteso non già assecondando un comune “bisogno esplorativo” ma «allo scopo di<br />

aprire lo spazio di un più giusto e consapevole vivere religioso» 84 , occorre certamente –<br />

anzitutto – preservare questa tensione vitale e prendere accuratamente le distanze da<br />

qualsiasi deriva totalizzante.<br />

La seconda, rapidissima annotazione è la seguente: l’alternativa tra la dizione “f<strong>il</strong>osofia<br />

della religione” e “f<strong>il</strong>osofia delle religioni”, che pure è emersa nel dibattito e che<br />

generalmente è da alcuni eletta (a torto) a garanzia del pluralismo religioso, costituisce in<br />

sostanza un falso problema. Mi sento anche qui di condividere la posizione che nel<br />

succitato <strong>volume</strong> del 1995 Ravera sintetizzava nella maniera seguente: «Con la<br />

denominazione di f<strong>il</strong>osofia della religione si intende l’autonomo accostarsi del pensiero<br />

f<strong>il</strong>osofico al fatto religioso concepito nella sua integralità e lo sforzo, operato dalla<br />

riflessione, di coglierne e penetrarne l’essenza e i caratteri; e lo stesso parlare di “fatto<br />

religioso” nella sua generalità sottintende una radicale apertura, non solo<br />

interconfessionale ma genuinamente interreligiosa, a ogni manifestazione del sacro e a<br />

ogni contenuto di fede e di esperienza del divino. Non si tratta pertanto, nemmeno nella<br />

denominazione usuale, di una particolare religione ma della religione come fenomeno<br />

universalmente umano, del suo darsi ed emergere quale comun denominatore delle sue<br />

più diverse e lontane apparizioni: e in questo senso <strong>il</strong> plurale che si vorrebbe preservare è<br />

già tutto inscritto nel singolare “collettivo” adoperato tradizionalmente. Tanto varrebbe<br />

altrimenti porre la medesima questione (smascherandone così la mancanza di senso) a<br />

proposito – tanto per fare alcuni esempi <strong>il</strong>luminanti – di f<strong>il</strong>osofia “dei diritti”, di f<strong>il</strong>osofia<br />

“delle politiche”, di f<strong>il</strong>osofia “dei linguaggi”, o “delle storie”» 85 . Come, ancora, Alberto<br />

Caracciolo non mancava di ricordare con la massima autorevolezza: «F<strong>il</strong>osofia della<br />

religione non ha dunque come proprio oggetto una particolare religione ma una<br />

determinazione universale della coscienza» 86 .<br />

83 Al riguardo si veda P. De Vitiis, F<strong>il</strong>osofia della religione fra ermeneutica e postmodernità, Morcelliana,<br />

Brescia 2010.<br />

84<br />

A. Caracciolo, La religione come struttura cit., p. 316.<br />

85<br />

M. Ravera, Introduzione cit., p. 29.<br />

86<br />

A. Caracciolo, La religione come struttura cit., p. 315.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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