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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
Quasi pleonastico è dire, a questo punto, che la stessa nascita della f<strong>il</strong>osofia della<br />
religione come forma di ricerca autonoma, dipende radicalmente dai processi che si è<br />
venuti indicando. Ma diviene anche chiaro che porre la religione come res concettuale,<br />
farne oggetto di analisi überhaupt, istituire come nucleo di ricerca l’inseità della religione,<br />
equivale a intraprendere la secolarizzazione, intesa come differenziazione di sfere,<br />
autonomia di domìni, principio di reciproca incompetenza e, insieme, a porre le basi per<br />
pensare laicamente, in spirito di liberalità e tolleranza, la religione stessa.<br />
A ben vedere, i nessi profondi che intramano la categorizzazione della religione e la<br />
secolarizzazione muovono, prima che da alchimìe concettuali, dal vissuto religioso. Da<br />
questo punto di vista, l’incrinatura, l’intercapedine creatasi, da un certo punto in poi, tra<br />
religio e fides christiana è sintomo di un’inquietudine e di un disagio che, prima che<br />
essere teologici, concernono la coscienza religiosa überhaupt. Se la religione cessa di<br />
essere risolta tout court nella fede cristiana, in quanto fede amministrata da una Chiesa,<br />
da un sistema di “offerta” soterica, quell’eccedenza che da un certo punto in poi essa<br />
esibisce si sostanzia di domande, di problemi, di tensioni, a cui i quadri teologicoecclesiastici<br />
medievali non erano più in grado di rispondere. Si categorizza la religione –<br />
questo si intende sostenere – nel momento in cui essa inizia a caricarsi di problemi e<br />
domande inevase. Il distacco dalla fides christiana in quanto fede amministrata da una<br />
Chiesa, la non più ovvia coincidenza con essa, che al contrario dell’età precedente “ora”<br />
(proprio nel senso dell’avverbio latino “modo”, da cui “moderno”) va dimostrata,<br />
elaborata, avviene sotto la pressione di interrogativi e problemi che investono non solo<br />
l’essenza della religione, ma anche <strong>il</strong> ruolo dell’istituzione e <strong>il</strong> senso della mediazione<br />
salvifica.<br />
Così, la formula cusaniana “una religio in rituum varietate” può essere letta come la cifra<br />
di un’incipiente cesura tra domanda e offerta religiosa, capace di documentare, nella fase<br />
aurorale, l’exitus della prima dai quadri teologici, istituzionali anteriori e, insieme, di<br />
attestare un germinale processo di autonomia della religione. Pare quasi che l’ex- di<br />
experiri – col suo carico di “provenienza” e di “evenienza”, come si è detto – si traduca<br />
qui in un movimento di uscita, migrazione dell’esperienza religiosa da Chiese e sistemi<br />
metafisico-teologici: ciò che si potrebbe anche chiamare una “secolarizzazione<br />
sommersa”.<br />
C’è stata, in questo senso, una primitiva, clandestina secolarizzazione, una sorta di<br />
“scisma sommerso”, più profondo di quello istituzionale. Se secolarizzazione, almeno a<br />
partire dai documenti relativi alla pace di Vestfalia, allude alla traslazione di beni,<br />
proprietà, domini, fuori dalla Chiesa, fino al progressivo affermarsi di una giurisdizione<br />
secolare in settori della vita associata in precedenza gestiti dal clero, un “bene” è migrato<br />
clandestinamente dalle istituzioni ecclesiastiche prima degli altri: lo si potrebbe indicare<br />
come “domanda religiosa”, nel suo prendere congedo dai sistemi tradizionali di “offerta<br />
soterica”. Nella divaricazione tra domanda e offerta, nel migrare della domanda dai<br />
sistemi di amministrazione dell’offerta di salvezza, sta <strong>il</strong> nucleo “sommerso” della<br />
secolarizzazione. L’età moderna – osando tentarne una caratterizzazione allargando la tesi<br />
indicata di Olivetti – potrebbe essere letta come l’età della “cesura” tra “domanda di<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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