31.05.2013 Views

Scarica il volume completo - Fogli Campostrini - Fondazione Centro ...

Scarica il volume completo - Fogli Campostrini - Fondazione Centro ...

Scarica il volume completo - Fogli Campostrini - Fondazione Centro ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

termini di unio mistica con l’assoluto, da intendersi come assoluto nulla. Ora, dal punto di<br />

vista di un’analisi f<strong>il</strong>osofica del fenomeno religioso, occorre chiedersi: tali prospettive<br />

neuropsicologiche (più o meno teologicamente aperte) da che idea di religione, di<br />

esperienza religiosa, di homo religiosus partono?<br />

Certamente non si può non collegare la religione alla ricerca di senso di fronte alla<br />

contingenza del reale, a sentimenti che opprimono l’uomo quali l’angoscia e la paura del<br />

vuoto (mancanza) e l’ansia per la morte; <strong>il</strong> fenomeno religioso è intrinsecamente legato<br />

ad un’ansia di liberazione dal male, è un “sapere salvifico” 138 , di salvezza, di redenzione<br />

dalla realtà contingente. Le ricerche neuropsicologiche qui riprese insistono però su<br />

un’immagine un<strong>il</strong>aterale, riduttiva e forse a tratti addirittura caricaturale dell’uomo<br />

religioso, un’immagine che sembra portare in ultima analisi ad identificare – in modo<br />

suggestivo ma senza stab<strong>il</strong>ire opportuni confini – salvezza religiosa e psicoterapia intesa<br />

come cura dell’anima, in senso propriamente neuropsicologico come mezzo di guarigione<br />

di fronte alle ansie e alle nevrosi dovute al peso del vivere. La religione parrebbe essere<br />

soltanto un mezzo, un’opportuna strategia di sopravvivenza che libera dalla morsa stretta<br />

della vita e dissolve l’individuo in uno stato di annich<strong>il</strong>imento e unificazione cosmica. Una<br />

più accurata fenomenologia dell’homo religiosus (anche empiricamente-storicamente<br />

meno ingenua) rivela però qualcosa di diverso: anzitutto che l’esperienza religiosa non<br />

sempre coincide con un processo di unio di carattere mistico dove viene affievolita la<br />

consistenza del soggetto e viene alleggerito <strong>il</strong> peso del vivere (in questo senso non è<br />

un’esperienza così immediatamente terapeutica); in secondo luogo che l’esperienza<br />

religiosa non sempre si configura come esperienza rassicurante o pacificante di<br />

annich<strong>il</strong>imento, ma che anzi sussiste per così dire un risvolto religioso del Nulla (inteso<br />

come idea-limite) che apre un abisso di possib<strong>il</strong>ità, di interrogativi, ed è piuttosto fonte di<br />

inquietudine 139 : qui l’uomo è pensosamente smarrito di fronte ad un abisso metafisico o<br />

toccato dalla scossa di un evento che lo coinvolge totalmente pur senza presupporre<br />

l’abbandono mistico del soggetto.<br />

Ma più in generale occorre r<strong>il</strong>evare <strong>il</strong> configurarsi di volti molteplici e diversi dell’homo<br />

religiosus, di cui gli studiosi di neuroscienze dovrebbero tenere conto, mitigando quello<br />

che sembra essere un loro implicito presupposto: che l’esperienza religiosa sia uguale per<br />

ogni individuo e possa per così dire essere appiattita a realtà unica nelle diverse aree<br />

geografiche o culturali. L’esperienza religiosa non compare infatti solo come unio mistica,<br />

ma anche come contemplatio, come lectio, come preghiera, come liturgia e così via, in<br />

una molteplicità di atti che non annullano lo spessore intenzionale e coscienziale del<br />

soggetto. A tal proposito vorrei riferirmi anche all’idea di religiosità che viene fuori da<br />

quasi tutti i grandi uomini religiosi della storia: la religiosità come esperienza di una pietà<br />

universale, di una pietas che in qualche modo è certamente compassione e<br />

distanziamento da sé, non però come atto mistico di identificazione e annullamento<br />

138<br />

Cfr. M. Scheler, Conoscenza e lavoro. Uno studio sul valore e sui limiti del motivo pragmatico nella<br />

conoscenza del mondo, trad. di L. Allodi, Franco Angeli, M<strong>il</strong>ano 1997.<br />

139<br />

Cfr. B. Welte, La luce del nulla. Sulla possib<strong>il</strong>ità di una nuova esperienza religiosa, Queriniana, Brescia<br />

1983, e A. Caracciolo, Nulla religioso e imperativo dell’eterno. Studi di etica e di poetica, Il Nuovo Melangolo,<br />

Genova 2010 (I ed. 1990).<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

72

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!