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Vol. 1 ‐ Anno 2012 ‐ Numero 1 Quale esperienza per la f<strong>il</strong>osofia della religione? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
storia» 269 . Il paradosso è che una tale “operaizzazione” sacrificale venne vissuta con<br />
entusiasmo e non con rassegnazione. Immergersi nel flusso divinizzato del divenire<br />
storico, esteriorizzarsi completamente, abbandonare <strong>il</strong> peso dell’intimità e divenire infine<br />
esterno a se stesso portava all’«entusiasmo derivato dal lasciarsi penetrare nell’intimo da<br />
un nuovo dio, o da una nuova versione del divino. [...] Entusiasmo di sentirsi partecipe di<br />
un dio in divenire, di una divinità che si sta facendo. Tale entusiasmo indica che<br />
l’avvenimento che lo suscita è di carattere religioso. Si tratta di uno scambio avvenuto<br />
nella relazione dell’uomo con la divinità che lo ha avvicinato al divino in maniera<br />
nuova» 270 . L’entusiasmo era infatti connesso al desiderio umano di “deificazione”.<br />
La replica e la messa in guardia da parte di Søren Kierkegaard (la grande “eccezione”<br />
credente che a tale entusiasmo non intende punto partecipare) sembra, dice Zambrano,<br />
che non abbiano sortito alcun effetto sulla “massa anonima” e che <strong>il</strong> cristianesimo si sia<br />
abbandonato alla fascinazione della storicizzazione assoluta senza più Regno (futuro)<br />
invisib<strong>il</strong>e. L’antica situazione religiosa è distrutta e – in tale prospettiva – non è poi così<br />
lontano <strong>il</strong> cristianesimo moderno e poi anche post-moderno dalla prospettiva di Comte e<br />
dalla sua rivelazione dell’uomo in una nuova religione senza Dio. Una “religione<br />
dell’umano”, sottolinea Zambrano, in cui «l’umano è salito così a occupare <strong>il</strong> posto del<br />
divino. Abolito <strong>il</strong> divino come tale, cioè, come trascendente l’uomo, l’uomo giunse a<br />
occupare la sede vacante» 271 . Idealismo, positivismo francese, marxismo, materialismo,<br />
cristianesimo ridotto a cristianità mondana e f<strong>il</strong>osofica hanno interpretato questo<br />
terremoto religioso («<strong>il</strong> fatto più grave di quanti abbiano turbato i tempi attuali» 272 ) che in<br />
Nietzsche, vate della morte del Dio divino-cristiano, arriverà per Zambrano ad assumere<br />
l’aspetto davvero tragico di una sorta di autofagia teologica: «sognare nella sua solitudine<br />
emancipata, di dare origine a un dio nato da stesso. Nella desolazione del “troppo<br />
umano”, egli sogna di concepire un dio. Il futuro nel quale questo superuomo acquisterà<br />
realtà, riempie <strong>il</strong> vuoto dell’“altro mondo”, di quella vita superiore o vita divina scomparsa,<br />
dalla quale l’umano si era emancipato» 273 .<br />
8. La dialettica tra sacro e divino<br />
La dialettica tra sacro e divino vive quindi un proprio peculiare rapporto che non può<br />
essere però, per Zambrano, inquadrato nella logica, umana, troppo umana, della dialettica<br />
che vive del “principio di contraddizione”. Esso è piuttosto la croce dell’uomo. Non<br />
appartiene, infatti, quel principio né al sacro né al divino, perché <strong>il</strong> sacro è prima,<br />
antecedente e quindi al di qua del “principio di contraddizione”, mentre <strong>il</strong> divino lo supera,<br />
269 Ibid, pp. 15, 17-18. Questa è infatti per Zambrano «la verifica storica del pensiero hegeliano, semplificato<br />
fino allo schematismo, come succede ogni volta che da una f<strong>il</strong>osofia si estrae una ideologia per le masse»<br />
(Ibid., p. 18).<br />
270 Ibid., p. 15.<br />
271 Id.<br />
272 Id.<br />
273 Ibid., pp.15-16.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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