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Valutazione ambientale strategica RAPPORTO ... - Comune di Bra

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Cap 6 - Struttura, forma e funzioni del paesaggio<br />

Cap.6 - §1 Premessa metodologica<br />

Il paesaggio viene in genere stu<strong>di</strong>ato sotto molteplici profili e punti <strong>di</strong> vista: dal<br />

riconoscimento della sua venustas 35 o del “bel paesaggio”, che sostanzia ancora oggi il<br />

presupposto fondante della legislazione paesistica statale, ai mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> leggerlo attraverso i<br />

segni (storici, morfologici, panoramici, urbanistici, idrografici, ecc) o con l’impiego delle<br />

teorie della percezione o ancora attraverso testimonianze letterarie e/o figurative.<br />

D’altra parte le analisi ambientali, ispirate dalla finalità <strong>di</strong> valutare a monte e con<strong>di</strong>zionare i<br />

processi <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> beni e servizi e <strong>di</strong> trasformazione e gestione del territorio laddove<br />

essi determinano effetti negativi sull’ambiente, appaiono interferire solo in modo in<strong>di</strong>retto<br />

con il paesaggio, anzi sembrano concentrare la loro attenzione su una sua particolare<br />

fisionomia o con<strong>di</strong>zione: quella del paesaggio variamente alterato nelle sue componenti<br />

biotiche e abiotiche dagli effetti negativi <strong>di</strong> quei processi: con l’obiettivo precipuo <strong>di</strong> evitarne<br />

la reiterazione e, ove possibile, innescare azioni <strong>di</strong> recupero.<br />

L’approccio che viene proposto in questa sede riguarda invece categorie che stu<strong>di</strong>ano<br />

l’“essere” del paesaggio quale fenomeno naturale, prima del suo “essere anche” (storia,<br />

bellezza, percezione, inquinamento ecc).<br />

Infatti per ricomporre i risultati degli stu<strong>di</strong> specialistici enunciati in Premessa, riferire i<br />

possibili impatti delle previsioni del nuovo PRGC alle scale territoriali competenti e in<br />

definitiva valutare la compatibilità delle sue scelte con il paesaggio, si è ritenuto opportuno<br />

sviluppare l’approccio metodologico propugnato dalla “Ecologia del Paesaggio 36 ” (in<br />

appresso sintetizzata con l’acronimo EP): <strong>di</strong>sciplina questa che fa parte <strong>di</strong> quelle scienze del<br />

filone naturalistico che intendono il Paesaggio 37 come sistema <strong>di</strong> ecosistemi costituente un<br />

livello specifico della organizzazione biologica della vita.<br />

E’ una <strong>di</strong>sciplina che aderisce a quelle metodologie dell’ecologia che mirano a “progettare<br />

con la natura” e che enfatizzano il ruolo integrativo del rapporto uomo natura in<br />

contrapposizione con l’atteggiamento che si limita a “mitigare gli impatti” antropici, cioè a<br />

contenere il danno dovuto a interventi imposti da economie contro natura.<br />

In particolare l’EP in<strong>di</strong>vidua gli inse<strong>di</strong>amenti umani come particolari ecosistemi in grado <strong>di</strong><br />

interagire con gli ecosistemi naturali e/o antropici (es. agricoltura). Essa è quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong><br />

definire, attraverso parametri <strong>di</strong>mensionali, il grado <strong>di</strong> sostenibilità delle trasformazioni<br />

pianificate dal nuovo PRGC e le caratteristiche degli interventi compensativi eventualmente<br />

necessari.<br />

35 Venustas = venustà, grazia, bellezza, garbo<br />

36 Lanscape Ecology. Si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> matrice anglosassone appartenente all’area delle scienze<br />

naturali che stu<strong>di</strong>a le trasformazioni del Paesaggio intendendo questo come livello <strong>di</strong> organizzazione della vita<br />

(dalla molecola alla biosfera) secondo l’accezione <strong>di</strong> Sistema <strong>di</strong> ecosistemi.<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista il Paesaggio e’ riconoscibile attraverso una propria struttura (matrici, macchie, corridoi<br />

ecc.) e proprie funzioni (apparati umani e naturali) che possono essere misurati me<strong>di</strong>ante parametri specifici<br />

(Capacità biologica del territorio (Btc), Eterogeneità, Frammentazione, Grana, Grado <strong>di</strong> circuitazione ecc.) sia<br />

rispetto allo stato <strong>di</strong> (meta)stabilità <strong>di</strong> partenza, sia simulando gli effetti <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> riequilibrio.<br />

Il particolare interesse applicativo <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>sciplina (per il progettista e pianificatore territoriale) risiede nel<br />

fatto che gli inse<strong>di</strong>amenti umani (residenziali produttivi e infrastrutturali) vengono letti come particolari<br />

ecosistemi interagenti con gli ecosistemi antropici (colture agrarie e forestali) e naturali. Questa interazione e’<br />

misurabile sia in rapporto ai processi <strong>di</strong> degradazione (<strong>di</strong>sturbi) come rispetto agli interventi <strong>di</strong> rimpiazzo.<br />

37 Paesaggio: “sistema <strong>di</strong> unità spaziali ecologicamente <strong>di</strong>verse, fra loro interrelate, cioè sistema <strong>di</strong> ecosistemi, o<br />

metaecosistema. Esso è caratterizzato da molteplici domini gerarchici <strong>di</strong> scale spazio temporali e rappresenta<br />

inoltre un livello specifico della organizzazione della vita, superiore all’ecosistema.” Ingegnoli 1980, Blan<strong>di</strong>n e<br />

Lamotte 1985, Odum 1989.<br />

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