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Valutazione ambientale strategica RAPPORTO ... - Comune di Bra

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Si ricorda che il riso in asciutta è una frontiera su cui si sta da anni esercitando la selezione<br />

genetica con successi assai limitati dal punto <strong>di</strong> vista qualitativo e organolettico tanto che<br />

attualmente, allo stato delle cose, non lo si può prendere in considerazione come reale e<br />

valida alternativa al riso sommerso.<br />

Si segnala inoltre che, contrariamente a tutte le altre Province del Piemonte, Cuneo non ha<br />

sinora aderito alla campagna per il contenimento dei culici<strong>di</strong> (meglio conosciuta come<br />

Campagna <strong>di</strong> lotta biologica contro la zanzara) ma il <strong>Comune</strong> potrebbe entrare nel merito <strong>di</strong><br />

una adesione personalizzata nel caso in cui questo si ravvisasse come un problema<br />

emergente.<br />

Il settore risicolo a <strong>Bra</strong> ha raggiunto il suo culmine e <strong>di</strong>fficilmente potrà incrementare la<br />

superficie. Le con<strong>di</strong>zioni perché questo avvenga sono infatti eccezionali e non facilmente<br />

ripetibili in altri areali del suo territorio.<br />

6.3.3.2.3 Settore orticolo<br />

E’ un settore in piena evoluzione e si basa su solide tra<strong>di</strong>zioni locali. Esso è costituito da una<br />

miriade <strong>di</strong> piccoli operatori che si <strong>di</strong>sputano settori <strong>di</strong> mercato sia nicchia sia <strong>di</strong> largo<br />

consumo. Dal punto <strong>di</strong> vista squisitamente statistico e quantitativo il settore è in apparente<br />

contrazione; si passa infatti dalle 143 aziende con una superficie complessiva <strong>di</strong> 107 ettari (4°<br />

Censimento Agricoltura – ISTAT, Provincia <strong>di</strong> Cuneo anno 1991) alle 59 aziende con un<br />

superficie complessiva <strong>di</strong> 84 ettari (5° Censimento Agricoltura – ISTAT, Provincia <strong>di</strong> Cuneo<br />

anno 2000).<br />

In realtà, sebbene sia vero che sono scomparsi numerosi piccoli o piccolissimi appezzamenti<br />

gestiti a livello famigliare, si possono notare importanti segni <strong>di</strong> evoluzione positiva del<br />

settore, soprattutto per quanto riguarda l’alta specializzazione produttiva e il marketing.<br />

La storia degli operatori <strong>di</strong> zona orti è emblematica. I predecessori degli attuali ortolani<br />

hanno fertilizzato, con una cura certosina e pluriennale, terreni già posti in situazione<br />

pedologicamente favorevole (alluvioni fini del Tanaro) e <strong>strategica</strong>mente felice. Su questi<br />

hanno costruito i Ciabot, piccole costruzioni rurali a<strong>di</strong>bite a deposito attrezzi e<br />

occasionalmente a guar<strong>di</strong>ania notturna, per poter essere meglio presenti in alcuni perio<strong>di</strong><br />

dell’anno e per meglio custo<strong>di</strong>re ed accu<strong>di</strong>re gli orti.<br />

Poi, negli anni 1960 -1970, con l’inizio dell’uso dei tunnel in materiale plastico, la tecnica <strong>di</strong><br />

coltura in pieno campo si è affinata, aprendosi alla produzione <strong>di</strong> primizie ed alle coltivazioni<br />

esotiche o tar<strong>di</strong>ve.<br />

La generazione <strong>di</strong> produttori <strong>di</strong> quegli anni ha tuttavia ere<strong>di</strong>tato un substrato culturale attento<br />

alle problematiche agronomiche della coltivazione ma poco ricettiva rispetto a nuove<br />

tendenze del mercato.<br />

E’ verso la fine del secolo scorso che sono state approfon<strong>di</strong>te le tematiche <strong>di</strong> questo settore,<br />

definendo i punti <strong>di</strong> sbocco commerciale e tessendo le reti per uno sviluppo economico<br />

continuativo e non legato agli andamenti stagionali.<br />

L’ultima generazione, quella dei giorni nostri, oramai padrona del know how agronomico e <strong>di</strong><br />

quello del commercio, sta operando il terzo salto <strong>di</strong> qualità: la coltivazione in serre calde su<br />

substrato artificiale (coltura idroponica) e la prima trasformazione del prodotto.<br />

Le superfici interessate non sono enormi come nei comuni Liguri, non sono <strong>di</strong> pieno campo<br />

come in Emilia e non sono specializzate come in Olanda, pur tuttavia il settore ha successo.<br />

Il successo è basato sulla eterogeneità <strong>di</strong> prodotto: si passa dagli asparagi, agli zucchini, alle<br />

insalate, ai pomodori in rotazione nella stessa azienda. Questo è un vantaggio per la grande<br />

elasticità <strong>di</strong> offerta ma impone una commercializzazione assai frazionata.<br />

Una delle aziende maggiormente in sintonia con una evoluzione a misura <strong>di</strong> <strong>Comune</strong> è la<br />

Cascina Reviglia che, a fianco del rustico, ha creato un centro aziendale moderno ed ha<br />

adottato serre su struttura semifissa, al cui interno si è adottata la tecnica della coltura<br />

idroponica, svincolando il prodotto dalle caratteristiche pedologiche del suolo.<br />

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