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La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet

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Approfondimento 1.1<br />

LE CAUSE DELLO SVANTAGGIO GIOVANILE NELL’ATTUALE MERCATO DEL<br />

LAVORO, TRA POLARIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI E MANCATO SKILL DIVIDE<br />

Negli ultimi vent’anni il contesto economico e istituzionale in cui si colloca il mercato del lavoro<br />

italiano ha subito una serie di cambiamenti, che hanno contribuito a modificare sotto molteplici<br />

punti di vista la <strong>condizione</strong> occupazionale dei giovani. Tra questi rivestono un ruolo fondamentale<br />

il rallentamento <strong>della</strong> crescita economica e le riforme del mercato del lavoro, che<br />

hanno rispettivamente raffreddato la domanda di lavoro e alterato le carriere lavorative dei<br />

giovani. Accanto a questi, vi è indubbiamente un altro fattore che, seppur più raramente chiamato<br />

in causa a spiegare l’attuale svantaggio delle nuove generazioni, ha esercitato un ruolo<br />

rilevante nel modificare la <strong>condizione</strong> <strong>giovanile</strong> nel mercato del lavoro rispetto a quella <strong>della</strong><br />

generazione precedente. Si tratta <strong>della</strong> tendenza alla polarizzazione dell’occupazione e <strong>della</strong><br />

domanda di lavoro, che ha portato ad un aumento del fabbisogno di lavoro sia <strong>ai</strong> livelli più elevati<br />

che a quelli più bassi nella scala delle professioni, con una considerevole diminuzione dei<br />

fabbisogni nelle posizioni corrispondenti <strong>ai</strong> livelli intermedi di qualificazione.<br />

Una simile tendenza alla convessificazione delle opportunità lavorative è legata all’impatto<br />

differenziato che il progresso tecnico, e in particolare la diffusione delle tecnologie informatiche,<br />

ha avuto sulla domanda di diversi livelli di qualifiche. Infatti, lo sviluppo tecnologico ha<br />

avuto un effetto decisamente negativo sulle mansioni a carattere routinario (carattere amministrativo,<br />

elaborazione di dati, assemblaggio, ecc.) per le quali la forza lavoro può essere<br />

più facilmente sostituita d<strong>ai</strong> computer. Al contrario, il progresso tecnico ha favorito l’espansione<br />

<strong>della</strong> domanda di professioni complementari alle nuove tecnologie: le professioni ad<br />

alta qualifica, necessarie alla gestione delle tecnologie dell’informazione e <strong>della</strong> comunicazione<br />

(TIC) e quelle a bassa qualifica, che occupandosi di attività manuali non routinarie<br />

non sono sostituibili con le macchine. Un’ulteriore spiegazione <strong>della</strong> tendenza alla polarizzazione<br />

delle professioni è legata alla globalizzazione e alla crescente tendenza all’esternalizzazione<br />

di alcune mansioni; tra queste, quelle intermedie a carattere routinario sono indubbiamente<br />

quelle che più facilmente possono essere svolte lontano dal resto dell’attività<br />

aziendale.<br />

Il tema del cambiamento <strong>della</strong> struttura dell’occupazione ha recentemente riscosso una crescente<br />

attenzione in Italia (Ricci, 2011; Abburrà, 2012; Olivieri, 2012), dove il fenomeno<br />

spiega una parte delle difficoltà dei giovani nel mercato del lavoro, con particolare riferimento<br />

al peggioramento <strong>della</strong> qualità dell’occupazione. Infatti, i giovani sotto i 35 anni sono<br />

stati le principali vittime <strong>della</strong> caduta delle posizioni lavorative di livello intermedio, che sono<br />

quelle più accessibili e più auspicabili per la maggior parte dei giovani scolarizzati. In<br />

particolare, i giovani di oggi sono stati penalizzati dal crollo <strong>della</strong> domanda di posizioni impiegatizie,<br />

nel settore privato e nella pubblica amministrazione, dove gli interventi volti a regolare<br />

le assunzioni in un’ottica di razionalizzazione <strong>della</strong> spesa pubblica hanno precluso a<br />

molti giovani la via del pubblico impiego. I dati del Conto Annuale <strong>della</strong> Ragioneria dello<br />

Stato forniscono evidenza sulla forte riduzione degli under 35 occupati a tempo indeterminato<br />

all’interno del comparto pubblico, mostrando al contempo una tendenza al progressivo<br />

invecchiamento dell’organico <strong>della</strong> pubblica amministrazione toscana, tr<strong>ai</strong>nato dalla forza lavoro<br />

entrata dopo la prima ondata di scolarizzazione degli anni Settanta e orm<strong>ai</strong> over 55.<br />

Inoltre, se per alcuni anni la pubblica amministrazione ha continuato ad assorbire parte delle<br />

nuove leve scolarizzate con assunzioni a termine, più recentemente i vincoli imposti dal governo<br />

centrale sulle assunzioni con contratti flessibili hanno comportato una contrazione anche<br />

degli ingressi dei giovani con contratti atipici.<br />

D’altro canto, i giovani di oggi guardano spesso con estraneità anche all’area del lavoro<br />

autonomo, in passato bacino di sbocco di giovani qualificati desiderosi di svolgere un lavoro<br />

in proprio mettendo in atto conoscenze e competenze acquisite nei percorsi di istruzione e<br />

formazione. Il tasso di lavoro autonomo si è infatti fortemente ridimensionato tra i giovani, in<br />

particolare negli anni più recenti, quando solo il 18,7% degli occupati giovani svolgevano un<br />

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