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La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet

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Il modello tedesco<br />

Il modello tedesco di gestione delle politiche del lavoro si caratterizza per:<br />

• un’organizzazione decentralizzata che, coerentemente con il sistema amministrativo<br />

di tipo federale, prevede una gestione delle politiche da parte dell’agenzia<br />

nazionale competente (Bundesagentur für Arbeit), recepite e mutate<br />

secondo le loro peculiari esigenze dalle amministrazioni comunali, che operano<br />

attraverso le Personal Service Agenturen (PSA);<br />

• una co-gestione dei servizi per l’impiego a livello territoriale: mentre la generalità<br />

dei servizi per l’impiego locali sono gestiti congiuntamente dal livello centrale<br />

e dalle municipalità, altri (come quelli rivolti <strong>ai</strong> disoccupati di lungo periodo)<br />

sono di iniziativa e gestione esclusivamente municipale;<br />

• tre modalità di accesso <strong>ai</strong> servizi per l’impiego: tramite le agenzie pubbliche,<br />

l’attività di operatori privati e la fornitura di voucher agli utenti;<br />

• la gestione congiunta di politiche attive e passive.<br />

Come in Gran Bretagna, anche in Germania i servizi per l’impiego si caratterizzano<br />

per la fornitura congiunta di politiche passive e attive. Inoltre, come nel caso<br />

inglese, l’approccio all’utente è altamente personalizzato, basato sulla ripartizione<br />

per categorie dell’utenza e sulla sottoscrizione di un piano di azione con obiettivi<br />

individuali.<br />

Dal 2002 in Germania il servizio di collocamento è gestito in maniera complementare<br />

tra pubblico e privato, dove l’accesso <strong>ai</strong> servizi privati avviene secondo<br />

due diverse modalità:<br />

– le agenzie di lavoro temporaneo, che si occupano di gestire lavoratori in cerca di<br />

impiego indirizzati dalle agenzie pubbliche, somministrandoli temporaneamente<br />

presso aziende utilizzatrici oppure fornendo loro formazione professionale durante<br />

i periodi di non lavoro; il loro finanziamento avviene sia attraverso le entrate<br />

derivanti dal lavoro in affitto, sia attraverso i contributi delle Agenzie<br />

pubbliche, erogati in parte in somma fissa e in parte in misura proporzionale <strong>ai</strong><br />

collocamenti effettuati;<br />

– il ricorso a voucher formativi, consegnati dall’ufficio pubblico alla persona in<br />

cerca di lavoro, che può quindi utilizzarli per svolgere attività formative presso<br />

qualsiasi operatore i cui corsi siano diretti a raggiungere l’obiettivo formativo<br />

fissato nel voucher 64 .<br />

Il modello danese<br />

Il modello danese di gestione delle politiche del lavoro si caratterizza per:<br />

• un’organizzazione decentralizzata, in cui il Ministero per l’occupazione opera a<br />

livello locale attraverso i servizi per l’impiego (Arbejdsformdlingen) in forte sinergia<br />

con l’azione delle municipalità;<br />

• la gestione disgiunta di politiche attive (gestite d<strong>ai</strong> servizi pubblici per l’impiego in<br />

sinergia con le municipalità) e passive (gestite dalle organizzazioni sindacali, ad<br />

eccezione delle prestazioni assistenziali, gestite dalle municipalità);<br />

• un ruolo modesto delle agenzie del lavoro private.<br />

Diversamente da quanto avviene in Gran Bretagna e Germania, i servizi per<br />

l’impiego danesi non prevedono l’erogazione di politiche passive e si limitano a<br />

gestire gli interventi di politica attiva. L’approccio agli interventi di politica attiva è<br />

simile a quello degli altri Paesi del centro-nord Europa, ovvero basato su una valutazione<br />

del disoccupato, che viene inserito, entro 3 mesi, in un percorso personalizzato<br />

di attivazione e di riavvicinamento al mondo del lavoro. Infine, i servizi per<br />

l’impiego sono competenti per il monitoraggio del disoccupato percettore di inden-<br />

Le municipalità e gli<br />

operatori privati<br />

hanno un ruolo<br />

rilevante nella<br />

gestione dei servizi<br />

per l’impiego<br />

<strong>La</strong> gestione<br />

disgiunta delle<br />

politiche attive e<br />

passive non<br />

pregiudica un<br />

approccio integrato<br />

<strong>ai</strong> due interventi<br />

64 Ai voucher formativi si sono affiancate sperimentazioni relative a voucher di intermediazione. In questo caso il<br />

voucher permette alle persone disoccupate da almeno due mesi di rivolgersi ad un’agenzia privata per usufruire dei<br />

servizi di intermediazione da essa offerti; ove l’agenzia riesca a procurare al lavoratore un contratto di lavoro, con<br />

un orario settimanale di almeno 15 ore, essa può riscattare il titolo presso il servizio pubblico per l’impiego.<br />

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