i) Metallurgia e la siderurgia j) Mezzi di trasporto 66
È quanto conferma una semplice sovrapposizione tra la mappa <strong>della</strong> distribuzione territoriale delle filiere produttive 51 da un lato e gli indirizzi dell’istruzione tecnico-professionale dall’altro, sia nei SEL che nelle province. Questa scelta consente di adottare un criterio funzionale di specializzazione, andando oltre la classica tassonomia delle attività economiche basate sul prodotto finito o il servizio offerto. Le filiere considerate in questo lavoro sono 52 : moda, casa, agribusiness, turismo e beni culturali, socio-sanitario, meccanica strumentale, metallurgia e siderurgia, mezzi di trasporto, ICT, chimica. Confrontando la quota di occupati di ogni ambito territoriale con la corrispondente quota regionale, ciascun SEL è stato classificato – con riferimento alle suddette filiere – come “non specializzato”, a “specializzazione debole” o a “specializzazione forte”. Per ciascuna filiera e per ciascun SEL è stata calcolata, oltre al livello di specializzazione, anche la quota di addetti sul totale regionale 53 . Tali informazioni sono state quindi confrontate con quelle sulla presenza o meno di indirizzi di studio coerenti con la filiera prevalente. In linea generale sono gli istituti professionali per l’industria e l’artigianato e gli istituti tecnici industriali ad essere i poli di riferimento per le imprese locali, ma in taluni casi essi possono aver attivato dei corsi esplicitamente mirati alla filiera e che dunque meritano di essere presi in considerazione. Per ogni filiera è comunque mantenuta anche l’informazione sulla presenza di istituti tecnici e professionali di riferimento 54 , perché non è sempre disponibile l’informazione sui singoli indirizzi. In generale, pur in presenza di alcune non trascurabili eccezioni, nelle aree più specializzate (i sistemi locali evidenziati con una griglia) o che comunque assorbono una quota rilevante di occupazione (i sistemi locali di colore più intenso), si riscontra la presenza di indirizzi o almeno di istituti tecnico-professionali coerenti con la filiera produttiva. <strong>La</strong> specializzazione degli indirizzi scolastici ricalca quindi, nei limiti del possibile e dell’augurabile, la struttura produttiva locale. Questo non toglie, naturalmente, che uno sforzo ulteriore debba essere condotto per realizzare, da un lato, un’offerta sempre più coordinata a livello territoriale tra i percorsi degli istituti tecnici, degli istituti professionali e di quelli di istruzione e formazione professionale e, dall’altro, per favorire la costituzione di alcune eccellenze volte a favorire l’upgrading qualitativo del sistema e magari anche stimolare progettualità territoriali per l’avvio di nuovi percorsi di sviluppo. <strong>La</strong> correlazione fra il sistema educativo e le filiere produttive la si riscontra – sebbene in modo meno netto – anche guardando alle scelte scolastiche del ciclo secondario. L’istruzione liceale è preferita nei poli urbani, laddove si concentrano le atttività professionali del terziario avanzato e si ha la percezione <strong>della</strong> maggiore spendibilità dell’istruzione generalista. Gli istituti tecnico-professionali sono prevalentemente scelti nei contesti dove maggiore è il peso del sistema manifatturiero. <strong>La</strong> tabella 3.25 illustra, con tutti i limiti tipici di ogni operazione di classificazione, come si articoli sul territorio la relazione tra specializzazione territoriale e di scelte scolastiche fra i vari indirizzi disponibili all’interno degli istituti superiori tecnici e professionali. Le scelte scolastiche sono influenzate dal tessuto economico locale 51 Le filiere produttive rappresentano quell’insieme di attività economiche tra loro connesse che si articolano lungo la catena di produzione del valore aggiunto, includendo tutto ciò che concorre alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un determinato prodotto/servizio. 52 Sono state escluse dall’analisi filiere quali la finanza, la difesa, il packaging, per l’impossibilità di trovare una relazione diretta con l’offerta di istruzione secondaria superiore. Sono state anche escluse le costruzioni, la filiera mediatica/audiovisivi in quanto non tali da fare emergere specializzazioni territoriali di rilievo. 53 Questo per tenere conto sia del livello assoluto oltre che relativo <strong>della</strong> specializzazione produttiva: per costruzione potremmo infatti avere sistemi molto specializzati, ma con un peso <strong>della</strong> occupazione in quella filiera trascurabile ed altri invece non specializzati, ma capaci di assorbire una fetta rilevante dell’occupazione toscana 54 Quasi sempre rappresentati dagli istituti professionali per l’industria e l’artigianato e dagli istituti tecnici industriali. 67
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golare apprendistato, che permette
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5 CONCLUSIONI Il rapporto ha eviden
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superiore, attraverso meccanismi di
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BIBLIOGRAFIA Abburrà L. (2012), Gi