La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet
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4.2<br />
I principali interventi nazionali e regionali<br />
Negli ultimi due decenni i mercati del lavoro di gran parte dei Paesi industrializzati<br />
hanno subito profonde riforme, individuando nella c.d. flexicurity il comune denominatore<br />
per il raggiungimento di migliori standard occupazionali.<br />
Sotto l’impulso delle sollecitazioni provenienti dalla comunità europea, anche<br />
in Italia a partire dalla fine degli anni Novanta si sono moltiplicati gli interventi<br />
normativi in materia di lavoro, tutti indirizzati a ridurre la rigidità del nostro mercato<br />
attraverso un approccio di tipo “marginale”: a fronte di una sostanziale stabilità<br />
dei diritti acquisti dagli insiders, le condizioni di accesso al mercato sono state<br />
completamente riviste attraverso l’istituzione di nuove forme di impiego a termine<br />
71 . L’obiettivo dichiarato delle riforme è stato quello di promuovere il<br />
riassorbimento del lavoro “nero” e l’inserimento delle categorie di forza lavoro più<br />
“fragili”; l’affermazione di regole del gioco differenti in funzione dello status di<br />
partenza, tuttavia, ha alimentato la segmentazione interna al mercato e, nel caso<br />
specifico, la dualità tra generazioni di lavoratori. <strong>La</strong> dualità non si è peraltro limitata<br />
all’accesso all’impiego, estendendosi anche alle misure di sostegno del reddito,<br />
tutt’oggi saldamente ancorate allo schema categoriale delle tutele, per cui la titolarità<br />
del trattamento dipende dall’appartenenza ad un gruppo definito sulla base di<br />
caratteristiche come l’età, il tipo di contratto o la tipologia d’impresa, senza alcun<br />
riferimento allo stato di bisogno né alle risorse a disposizione delle finanze pubbliche.<br />
In assenza di efficaci prestazioni universalistiche di sostegno al reddito, questa<br />
organizzazione delle tutele si traduce in un basso grado di copertura complessivo a<br />
fronte di trattamenti generosi per singole categorie di lavoratori (o di disoccupati).<br />
Negli anni <strong>della</strong> <strong>crisi</strong>, una molteplicità di interventi “sperimentali” o in deroga<br />
alle disposizioni ordinarie sono intervenuti per tamponare le iniquità generate dalla<br />
normativa stessa; tra queste misure rientrano la cassa integrazione in deroga, la<br />
mobilità in deroga, l’estensione dell’indennità di disoccupazione agli apprendisti o<br />
l’indennità una tantum per i collaboratori monocommittenti.<br />
Alcune delle sperimentazioni più importanti, come la Cig in deroga e la mobilità<br />
in deroga, sono state affidate alle Regioni, che hanno quindi svolto un ruolo<br />
centrale nella gestione delle conseguenze occupazionali <strong>della</strong> <strong>crisi</strong>, predisponendo<br />
anche misure accessorie per sostenere e tutelare le categorie di popolazione più<br />
fragili, tra cui rientrano quasi sempre i giovani. In questo contesto, il progetto Giovanisì<br />
promosso da Regione Toscana rientra indubbiamente tra le iniziative regionali<br />
più innovative, perché ha saputo sistematizzare e arricchire gli interventi<br />
regionali in favore delle giovani generazioni, anticipando in alcuni dei suoi aspetti,<br />
ad esempio lo stage retribuito, l’azione governativa.<br />
A livello nazionale, invece, la riforma del lavoro varata nel giugno 2012 costituisce<br />
il tentativo più recente di restituire un po’ di organicità e di equità intergenerazionale<br />
alla normativa sul lavoro in Italia, avvicinando il nostro sistema <strong>ai</strong><br />
principi <strong>della</strong> flexicurity promossi in ambito europeo e finora mancati dalle riforme<br />
del lavoro.<br />
71 Dal punto di vista normativo, la Legge n. 196 del 24 giugno 1997 (il c.d. pacchetto Treu) costituisce la prima<br />
formalizzazione organica delle nuove forme contrattualI, seguita dalla Legge n. 30 del 14 febbr<strong>ai</strong>o 2007 (la c.d.<br />
Legge Biagi), che ha ampliato ulteriormente la gamma di lavoro non-standard. Il tratto comune alle due riforme è<br />
rappresentato dalla marginalità, poiché entrambe le leggi si indirizzano <strong>ai</strong> lavoratori in ingresso sul mercato del<br />
lavoro, prevalentemente giovani e donne, che vedono ampliarsi le modalità di accesso all’impiego nel segno di una<br />
flessibilità sempre più spinta. Per gli insiders, invece, le condizioni di permanenza sul mercato non sono state rinegoziate.<br />
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