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La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet

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imposte e contribuzioni) in cui il datore di lavoro è incentivato ad occupare disoccupati<br />

da una forte riduzione dei contributi previdenziali.<br />

In Danimarca le<br />

politiche di<br />

attivazione dei<br />

disoccupati si<br />

basano sulla<br />

rapidità di<br />

intervento e sul<br />

contatto intensivo<br />

L’approccio spagnolo<br />

alle politiche attive è<br />

multidimensionale<br />

e poco strutturato<br />

Il modello danese<br />

Il modello danese delle politiche attive per il lavoro si caratterizza per:<br />

• un orientamento prevalentemente verso la formazione e il collocamento attraverso<br />

l’apprendistato;<br />

• un ruolo rilevante delle forme di lavoro sovvenzionato;<br />

• un approccio basato sull’inserimento automatico nei programmi a seconda delle<br />

fasce di età.<br />

In Danimarca le politiche di attivazione dei disoccupati si basano sulla rapidità<br />

di intervento e sul contatto intensivo, che inizia con una registrazione online di tutti<br />

i nuovi disoccupati. Nel caso dei giovani, gli interventi sono modulati sulla base<br />

<strong>della</strong> fascia d’età. Per i giovanissimi (15-17 anni) è previsto l’inserimento in Programmi<br />

Formativi Individuali, redatti dagli interessati con i genitori, la scuola e i<br />

centri di assistenza giovanili, che prevedono corsi di formazione, brevi esperienze<br />

di lavoro, soggiorni-studio all’estero e attività di utilità sociale. Per i giovani di età<br />

superiore <strong>ai</strong> 18 anni la percezione di un’indennità di disoccupazione implica la<br />

partecipazione ad un’intervista con un tutor personale nei primi 3 mesi di disoccupazione<br />

(un mese nel caso dei 18-9enni) e, successivamente, l’avvio di un programma<br />

di attivazione personalizzato (formativo o lavorativo). In ogni fascia d’età,<br />

la formazione è vista come un pilastro delle politiche attive e molti giovani sono<br />

inseriti in percorsi formativi durante il periodo di percezione dell’indennità di disoccupazione.<br />

Infine, come le caso tedesco, esistono forme di lavoro sovvenzionato<br />

utilizzate per l’inserimento lavorativo di giovani disoccupati da lungo tempo.<br />

Il modello spagnolo<br />

Il modello spagnolo delle politiche attive per il lavoro si caratterizza per:<br />

• un approccio multidimensionale ma poco strutturato;<br />

• un forte orientamento verso lo stimolo all’auto-imprenditorialità;<br />

• una tendenza al potenziamento <strong>della</strong> formazione e del collocamento attraverso<br />

l’apprendistato.<br />

Anche in Spagna, come in Germania, le politiche attive assumono caratteristiche<br />

molto eterogenee nei diversi territori, a causa del ruolo rilevante che i Comuni<br />

assumono nella loro gestione. Tuttavia, rispetto <strong>ai</strong> Paesi dell’Europa centro-settentrionale,<br />

le politiche attive sono in Spagna molto meno rilevanti, in quanto gran<br />

parte <strong>della</strong> spesa per le politiche del lavoro è indirizzata verso interventi di tipo<br />

passivo. Inoltre, l’approccio spagnolo alle politiche attive è meno strutturato di<br />

quello dei Paesi centro-nord europei; esistono numerosi interventi volti al (re)inserimento<br />

nel mercato del lavoro attraverso modalità differenti, ma spesso l’approccio<br />

all’utenza è scarsamente incisivo. Tra le modalità di attivazione maggiormente<br />

promosse d<strong>ai</strong> servizi per l’impiego spagnoli, si ricordano quelle relative<br />

all’imprenditorialità e all’auto-impiego, anche se negli ultimi anni si è cercato di<br />

potenziare anche la formazione e l’inserimento tramite apprendistato (grazie all’introduzione<br />

del nuevo contrato para la formación y el aprendizaje).<br />

Le politiche passive<br />

Lo scopo generale delle politiche passive consiste nell’erogazione di sussidi finalizzati<br />

al contenimento e <strong>della</strong> marginalità attraverso trattamenti di sostegno al<br />

reddito per i disoccupati e gli inoccupati. All’interno dell’area delle politiche passive<br />

si trovano sia i sussidi di disoccupazione, che hanno natura assicurativa, un<br />

trattamento più generoso e una durata limitata nel tempo, che le prestazioni del tipo<br />

“reddito minimo”, che hanno natura assistenziale, universalistica, un’entità modesta<br />

e una durata illimitata (il fine è quello di garantire la sussistenza). Solo i Paesi<br />

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