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La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet

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una strategia competitiva meno esposta a questo tipo di concorrenza. Il problema degli incentivi<br />

alla formazione può anche essere affrontato ricorrendo alla distinzione, proposta<br />

dalla teoria del capitale umano, tra competenze specifiche all’azienda e competenze generali:<br />

in questo quadro, le aziende potrebbero investire razionalmente nella formazione di<br />

competenze specifiche, che possono essere utilizzate solo al loro interno e che quindi i lavoratori<br />

non possono portare via con sé nel momento in cui passassero alla concorrenza.<br />

Quanto alle competenze generali, dato il loro carattere di bene pubblico, esse devono essere<br />

prodotte dal sistema scolastico, il cui funzionamento non dipende da incentivi privati<br />

ma da un intervento istituzionale. Questo è, in effetti, il tradizionale modello di produzione<br />

delle risorse umane tipico degli Stati Uniti, dove il sistema scolastico è orientato in senso<br />

generalistico-accademico, il raccordo tra scuola e mercato del lavoro è debole e le aziende<br />

formano prevalentemente on the job le competenze specifiche di cui hanno bisogno. Questo<br />

sistema presenta però un punto debole: le strategie di aziende e scuole, non essendo reciprocamente<br />

vincolate, possono finire per divergere significativamente, e le scuole possono<br />

concentrarsi su obiettivi distanti dalla produzione di risorse umane per il sistema economico.<br />

Vale la pena, a questo punto, di esporre più dettagliatamente come è organizzato il rapporto<br />

tra scuola e sistema economico in tre Paesi che si prestano bene a esemplificare i diversi<br />

dilemmi cui la costruzione e la gestione di questo rapporto può dare luogo.<br />

<strong>La</strong> Germania, con il suo sistema duale di formazione professionale, è il caratteristico esempio<br />

di sistema basato su una formazione professionale orientata alla ridondanza, garantito<br />

da un forte e stabile intervento istituzionale. Il Giappone (che non è stato considerato dalla<br />

ricerca di Regini, ma che si può agevolmente inserire nel medesimo quadro concettuale)<br />

rappresenta una versione diversa di questo modello, perché in questo caso produzione di<br />

competenze ridondanti è prevalentemente situata nella scuola, che però è legata al sistema<br />

produttivo da legami stabili a livello locale. Gli Stati Uniti sono un classico esempio di transizione<br />

dalla scuola al lavoro affidata al mercato, ma anche il decentramento e l’autonomia<br />

delle istituzioni scolastiche che caratterizzano il sistema educativo americano sono importanti<br />

dal punto di vista <strong>della</strong> produzione di competenze.<br />

Germania: il sistema “duale” di apprendistato<br />

Il “sistema duale” si chiama in questo modo perché basato sull’unione di apprendistato in<br />

azienda (Ausbildung) e formazione scolastica (Soskice, 1994; Bahnmuller, 1996; Eurydice,<br />

2009). Esso deriva dalle tradizioni corporative tipiche dell’artigianato medievale, dove<br />

l’ingresso nella bottega era regolato da una serie di vincoli finalizzati al controllo del mercato<br />

del lavoro da parte dei produttori associati. Le particolari condizioni socio-economiche <strong>della</strong><br />

modernizzazione tedesca hanno fatto sì che queste tradizioni siano state mantenute<br />

all’avvio del processo di industrializzazione, diversamente da quanto accaduto in altri Paesi,<br />

dove sono invece state eliminate da un processo di modernizzazione più conflittuale (Culpepper<br />

e Thelen, 2008), e il sistema si è poi conservato attraverso i diversi regimi politici<br />

conosciuti dal Paese nel XX secolo, integrandosi con altre caratteristiche istituzionali<br />

dell’”economia sociale di mercato” (Thelen, 2004). Nella sua configurazione contemporanea,<br />

il nucleo del sistema si trova nella scuola secondaria, dove la separazione degli studenti<br />

in diversi indirizzi (tracks) ha luogo già a 10 anni, anziché a 14 o più tardi come<br />

avviene nella maggior parte degli altri Paesi. A questo punto <strong>della</strong> loro carriera scolastica,<br />

gli studenti sono suddivisi in diversi percorsi, di cui solo quello liceale (Gymnasium) dà successivamente<br />

accesso all’università. <strong>La</strong> grande maggioranza degli studenti che non si avvia<br />

verso il percorso liceale finisce i propri studi, dopo i 16 anni, con un apprendistato, ma forme<br />

analoghe all’apprendistato si riscontrano anche a livello postsecondario e terziario: diversamente<br />

che altrove, l’apprendistato non riguarda solamente mansioni oper<strong>ai</strong>e, più o meno<br />

qualificate, ma anche mansioni impiegatizie, sia di livello medio (segretarie) che medio-alto<br />

(insegnanti, funzionari di banca). L’Auszubildende (apprendista) è assunto a tutti gli effetti<br />

dall’azienda, con un salario d’ingresso nettamente inferiore a quello di un normale dipendente,<br />

ma egli lavora solo (circa) metà del tempo, perché l’altra metà è impiegata in attività<br />

di tipo scolastico, presso le Berufschulen o le Beruffachschulen (scuole professionali, scuole<br />

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