La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet
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mondo delle rappresentanze di categoria 55 . Dalla discussione sono emersi i principali<br />
punti di criticità del sistema dell’istruzione italiano e toscano e alcuni spunti di<br />
policy presentati nel par. 3.4.<br />
Le criticità emerse, riferibili al sistema di istruzione e <strong>della</strong> formazione delle<br />
competenze sia italiano che toscano, spaziano d<strong>ai</strong> contenuti <strong>della</strong> didattica, alla gestione<br />
delle risorse umane, per comprendere infine anche il sistema di governance.<br />
Una prima criticità riguarda il fatto che il sistema pre-universitario italiano si è<br />
andato focalizzando sempre più su competenze generaliste (licei) a scapito del sapere<br />
e delle preparazioni pre-professionali e professionali (istruzione tecnica e tecnico-professionale).<br />
Ma non possiamo permetterci un sistema che produce il 40%<br />
degli allievi con una preparazione generalista non più al passo con i <strong>tempi</strong>, che non<br />
abbiano consapevolezza del mondo che li circonda e <strong>ai</strong> quali manchino gli strumenti<br />
per interagire con il mondo nuovo. Dal canto suo l’istruzione tecnica ha manifestato<br />
da tempo i segni di una burocratizzazione e progressiva liceizzazione, a<br />
causa <strong>della</strong> de-specializzazione dei curricula e <strong>della</strong> rarefazione del rapporto tra<br />
scuola e impresa, caratterizzato dall’estemporaneità e da uno scollamento tra le<br />
esperienze extra scolastiche e l’ordinario funzionamento <strong>della</strong> scuola. Ciò si è verificato<br />
anche per la mancanza di adeguati investimenti, ad esempio in laboratori e<br />
macchinari, e per una non sempre opportuna professionalizzazione dei docenti<br />
stessi. <strong>La</strong> progressiva liceizzazione dell’istruzione tecnica ha dunque contribuito ad<br />
un progressivo declino del gradimento delle famiglie e degli studenti nei confronti<br />
di questo percorso di istruzione orm<strong>ai</strong> percepito come “generalista di serie B”. Gli<br />
istituti tecnici non svolgono pertanto più, come in passato, il ruolo di formazione<br />
dei quadri tecnici delle imprese (Associazione TREELLE, 2008).<br />
Emerge un problema di ricambio generazionale e di selezione degli insegnanti<br />
nonché di formazione delle loro competenze specifiche, di investimento nelle figure<br />
professionali, di meritocrazia. Se il 40% delle maestre non vede l’ora di tornare<br />
nella regione di provenienza e soprattutto non conosce la realtà economica e<br />
sociale che le sta intorno questo può costituire un problema molto rilevante.<br />
È orm<strong>ai</strong> chiaro da tempo come non sia sufficiente andare a scuola perché questo<br />
influisca positivamente sulla vita lavorativa delle persone e sul livello di qualificazione<br />
delle forze di lavoro di un territorio. Da questo punto di vista, nonostante i<br />
miglioramenti intercorsi, è necessario potenziare i meccanismi di valutazione delle<br />
conoscenze e competenze apprese nel sistema dell’istruzione, in modo da migliorare<br />
la funzione di segnale che il titolo di studio svolge nei confronti del mondo<br />
lavorativo.<br />
L’istruzione tecnica e l’istruzione e formazione professionale è stata certamente<br />
penalizzata dalla continua e contraddittoria produzione normativa, da problemi di<br />
ordine finanziario e dalla concentrazione degli allievi meno dotati di capitale sociale,<br />
più svantaggiati e problematici, ciò che ne ha abbassato ulteriormente il prestigio.<br />
Infine, la mancanza di un organico e solido grado terziario ne ha aumentato<br />
la difficoltà a rispondere alle aspettative di promozione sociale dei più dotati e meritevoli,<br />
allontanandoli ancor di più da questo percorso di studi e aumentando perciò<br />
il lock in del sistema.<br />
<strong>La</strong> scuola è andata<br />
verso una progressiva<br />
liceizzazione<br />
Il canale tecnicoprofessionale<br />
è<br />
fortemente penalizzato<br />
55 Hanno partecipato: Mauro Lombardi, professore associato di Economia politica presso l’Università degli Studi<br />
di Firenze; Paola Mengoli, Ricercatrice in Politiche Formative, Università di Modena e Reggio Emilia; Daniele<br />
Quiriconi, segretario regionale del dipartimento “Sviluppo, Attività Produttive, Contrattazione e Politiche del <strong>La</strong>voro”<br />
<strong>della</strong> CGIL; Gianluca Volpi coordinatore regionale CNA Toscana; Lorenzo Zanni, professore ordinario di<br />
Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Studi Aziendali e<br />
Sociali, Sezione di Management e Finanza. Infine si ringrazia per il contributo di idee fornito attraverso<br />
un’intervista effettuata online, il Dott. Roberto Ceccato, responsabile del Servizio istruzione e formazione professionale<br />
<strong>della</strong> Provincia Autonoma di Trento.<br />
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