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La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet

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una sorta di ministero, che tuttavia non ha alcun ruolo di gestione del sistema. <strong>La</strong> scuola ha<br />

un’impostazione prevalentemente accademica e generalista, con forte enfasi sulla storia e<br />

sulla cultura nazionali, ed è molto selettiva: <strong>ai</strong> voti conseguiti sono condizionati sia la prosecuzione<br />

degli studi che l’accesso al lavoro. Solo chi ha voti elevati può accedere alle università<br />

pubbliche di élite, o alle aziende migliori. Questo genera una forte motivazione negli studenti:<br />

la media di alunni per classe è molto superiore agli standard occidentali, senza che questo<br />

abbia effetti negativi sulla disciplina, come invece accade in occidente (Brint, 2007).<br />

L’importanza dei risultati scolastici per l’ingresso in azienda si fonda sulla caratteristica struttura<br />

<strong>della</strong> transizione dalla scuola al lavoro, definita Jisseki Kankei (Rosenbaum e Kariya,<br />

1989; 1991; Kariya, 1998). Ogni scuola è in rapporto con un certo numero di aziende, prevalentemente<br />

medie e grandi, in cui inserisce i propri diplomati. L’assegnazione dei posti di lavoro<br />

agli studenti ha luogo in tre fasi. In primo luogo, l’azienda segnala alla scuola numero e<br />

qualità dei posti disponibili l’anno successivo. Quindi, all’inizio dell’ultimo anno la scuola assegna<br />

studenti e studentesse <strong>ai</strong> posti offerti dalle aziende. <strong>La</strong> decisione è presa da un comitato<br />

di insegnanti, e si basa sui voti. Gli studenti non possono offrirsi alle aziende per posti per i<br />

quali non sono stati nominati dalla scuola. Infine, i candidati sono intervistati dalle aziende: in<br />

media, ogni anno circa l’80% degli studenti che fanno l’intervista sono assunti. Chi non viene<br />

scelto riceve un’altra opportunità che porta all’assunzione di un altro 80% dei candidati. Solo il<br />

3% circa non riesce a essere assunto in 3 tentativi. In complesso, le stime parlano di circa un<br />

50% dei diplomati che trovano lavoro con lo Jisseki Kankei, anche se la <strong>crisi</strong> economica che<br />

ha indebolito l’economia giapponese a partire dalla fine degli anni 90 sembra aver diminuito<br />

questa percentuale (Honda, 2003). Mentre l’Ausbildung tedesca si basa su un insieme di interazioni<br />

istituzionali regolate dalla legge, lo Jisseki Kankei è semplicemente un’istituzione sociale,<br />

cui gli attori coinvolti partecipano volontariamente, spinti dalla struttura di incentivi<br />

associati al sistema. Le aziende sono interessate ad assumere i candidati selezionati dalle<br />

scuole: i costi di selezione diminuiscono; la selezione può essere migliore perché gli insegnanti<br />

hanno sugli alunni informazioni più accurate di quelle che le aziende potrebbero raccogliere,<br />

e soprattutto la stabilità nel tempo del rapporto le garantisce contro possibili<br />

opportunismi da parte delle scuole. Per questo motivo, spesso le aziende assumono anche<br />

quando non hanno immediata necessità di risorse umane. Le scuole sono a loro volta interessate<br />

a mantenere il rapporto con le aziende per accrescere il proprio prestigio e attirare quindi<br />

gli studenti migliori. <strong>La</strong> selezione tramite il voto fornisce alle scuole un’eccellente leva motivazionale<br />

rispetto agli studenti. L’accesso alle aziende migliori garantisce infatti una serie di benefici<br />

ulteriori, in termini di tutela del posto di lavoro e di welfare. Diversamente che in<br />

Germania, la mancanza di una struttura nazionale di qualifiche professionali incentiva le carriere<br />

all’interno <strong>della</strong> stessa azienda, ma gli effetti per il mercato del lavoro sono simili a quanto<br />

accade nel caso tedesco per quanto riguarda la bassa disoccupazione <strong>giovanile</strong>, la scarsa<br />

conflittualità del lavoro e la cooperazione tra lavoratori e aziende. Si può quindi osservare che<br />

il sistema dello Jisseki Kankei produce non tanto una ridondanza di competenze tecniche e<br />

professionali, quanto di competenze sociali e relazionali, sulle quali si inserisce perfettamente<br />

la struttura motivazionale dell’organizzazione del lavoro toyotista, che punta al coinvolgimento<br />

degli oper<strong>ai</strong> per superare la separazione tra progettazione ed esecuzione che rende rigida<br />

l’organizzazione taylorista del lavoro. <strong>La</strong> formazione tecnica e professionale avviene in<br />

azienda, on the job, ma la sua efficacia si basa sull’investimento motivazionale che lega il dipendente<br />

all’azienda. Questa struttura di incentivi di medio-lungo periodo spiega perché il sistema<br />

tenga anche in assenza di sanzioni giuridicamente definite. È importante però<br />

sottolineare che il sistema, proprio perché basato su incentivi, può essere investito da mutamenti<br />

esogeni, che cambiano la struttura degli interessi e degli incentivi degli attori coinvolti: le<br />

difficoltà economiche dell’ultimo decennio hanno compresso i margini delle aziende e dunque<br />

indebolito il loro coinvolgimento nel sistema.<br />

Stati Uniti: il mercato al posto delle istituzioni<br />

Gli Stati Uniti sono stato il primo Paese dove la partecipazione alla scuola secondaria è andata<br />

oltre le basse percentuali tipiche <strong>della</strong> scuola di élite europea, e gli studiosi hanno<br />

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