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La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet

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Favorire l’incontro tra<br />

domanda e offerta di<br />

lavoro qualificato<br />

Politiche attive per<br />

traghettare le risorse<br />

verso un nuovo<br />

modello occupazionale<br />

Incentivi<br />

all’imprenditoria<br />

<strong>giovanile</strong><br />

3.4.3 Riformare il sistema delle politiche di collegamento al lavoro<br />

Un passo fondamentale per migliorare la transizione dal sistema dell’istruzione al<br />

mondo del lavoro consiste nell’inserire tra i due delle passerelle il più possibile solide<br />

che permettano alla maggior parte dei giovani di traghettare dalla scuola a<br />

un’occupazione senza rischiare di perdersi per strada o di collocarsi in posti di lavoro<br />

inadeguati alle loro competenze. Oggi queste passerelle in Italia non esistono,<br />

o perlomeno non fisicamente: il passaggio dalla scuola al lavoro avviene perlopiù<br />

grazie a reti private (le già citate reti parentali-amicali ma anche quelle legate alle<br />

iniziative individuali, come le autocandidature) e non è un caso che i dati ci dicano<br />

che il passaggio al mondo del lavoro avviene perlopiù attraverso canali non pubblici.<br />

Ma poiché ciò non è equo per chi cerca lavoro né efficiente per chi lo domanda,<br />

appare necessario creare un mercato più formalizzato di domanda-offerta di<br />

lavoro, attraverso il quale soprattutto i giovani qualificati in uscita da scuole e università<br />

possano efficacemente essere collocati nel posto di lavoro con cui presentano<br />

un migliore match. Ciò andrebbe indubbiamente a favore dei giovani, spesso<br />

disorientati all’uscita dal sistema dell’istruzione, ma anche delle imprese, che talvolta<br />

non sono nemmeno pienamente consapevoli del profilo scolastico/universitario<br />

migliore da inserire in un determinato posto di lavoro.<br />

In una fase come quella attuale, in cui la transizione dall’istruzione all’occupazione<br />

è resa più lunga e problematica dalla difficile congiuntura, le politiche attive<br />

dovrebbero assumere il compito di traghettare le giovani risorse umane qualificate<br />

intrappolate tra la scuola e il lavoro verso nuovi bacini occupazionali,<br />

<strong>ai</strong>utandoli e motivandoli a sviluppare o riadattare le proprie competenze a quelle<br />

più richieste d<strong>ai</strong> mercati del lavoro locali o più funzionali a una loro espansione.<br />

Ciò potrebbe riguardare, in primo luogo, quei servizi alla famiglia, che continueranno<br />

a crescere nei prossimi anni richiedendo manodopera anche qualificata ma<br />

soprattutto motivata all’auto-impiego.<br />

In questo contesto assume un ruolo rilevante il sostegno all’imprenditorialità,<br />

sia in termini di attività di counselling e formazione, che di agevolazioni per nuove<br />

imprese giovanili. Per la nostra regione interventi di questo tipo app<strong>ai</strong>ono particolarmente<br />

rilevanti, considerata la forte diminuzione <strong>della</strong> propensione all’imprenditorialità<br />

specie tra le generazioni più giovani; per questo, già da tempo esistono<br />

diversi progetti in merito, oggi racchiusi all’interno del programma Giovanisì (cfr.<br />

par. 4.2.2).<br />

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