La condizione giovanile ai tempi della crisi - Irpet
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Figura 3.27<br />
ISCRITTI ALL’ISTITUTO TECNICO AGRARIO “LEOPOLDO II” E ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE PER L’AGRICOLTURA E<br />
L’AMBIENTE “RISPESCIA” DI GROSSETO PER COMUNE (% RISPETTO AL TOTALE DEI RESIDENTI ISCRITTI A<br />
SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI) E QUOTA COMUNALE DI ADDETTI ALLA FILIERA AGRIBUSINESS (% RISPETTO<br />
AL TOTALE DEGLI ADDETTI COMUNALI)<br />
Produzione e<br />
riproduzione di<br />
competenze per<br />
lo sviluppo: un<br />
problema di<br />
qualità<br />
Un secondo modello è invece caratterizzato da istituti che, più che servire una<br />
specializzazione economica localizzata nell’area, si pongono come riferimento per<br />
chi intende perseguire una specifica specializzazione formativa ma guarda ad un<br />
mercato del lavoro più ampio, non necessariamente coincidente con il proprio<br />
contesto socio-economico di residenza. È questo il caso di un istituto ad indirizzo<br />
turistico di grande tradizione come il Martini di Montecatini. Infine emergono i<br />
casi critici, la cui diffusione non siamo in grado di quantificare in questa sede, che<br />
segnalano una tendenziale perdita di funzionalità dell’istituto tecnico-professionale<br />
rispetto al territorio. Sono quegli istituti, spesso grandi e con una tradizione forte<br />
alle spalle, che tendenzialmente presentano una domanda di iscritti provenienti da<br />
aree molto prossime alla sede dell’istituto, mentre non si evidenzia una rilevante<br />
capacità attrattiva nei confronti dei territori meno prossimi, eppure specializzati<br />
nella filiera di riferimento. In questi casi l’offerta formativa appare spesso fortemente<br />
spezzettata in un numero di corsi specialistici molto eterogenei tra loro.<br />
Poiché non è stato evidenziato un evidente mismatch dal punto di vista <strong>della</strong> distribuzione<br />
territoriale dell’offerta formativa del ciclo secondario in relazione alla<br />
specializzazione economica dei territori, si deve propendere per un problema di ordine<br />
diverso, squisitamente qualitativo e istituzionale, che contribuisce in modo<br />
decisivo all’incapacità del sistema formativo di creare le competenze adatte a uno<br />
sviluppo economico e a un mercato del lavoro di qualità. A non funzionare, o a non<br />
funzionare adeguatamente, sono molto probabilmente le modalità complessive con<br />
cui nel nostro Paese si è andata organizzando e strutturando nei suoi contenuti<br />
l’offerta formativa, specie del ciclo secondario.<br />
Per identificarne criticità e opportunità IRPET ha ritenuto opportuno promuovere<br />
un momento di riflessione collettiva all’interno di un Focus Group attingendo<br />
a esperienze e competenze diverse, provenienti sia dal mondo accademico sia dal<br />
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