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Promuovere il benessere a scuola

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degli stati di essere e di fare cui <strong>il</strong> soggetto attribuisce valore” e nello stesso<br />

tempo come agency, come capacitazione o attivazione. Potremmo dire<br />

con Sen: well-being e libertà, stare bene con se stessi e con gli altri e<br />

apprendere <strong>il</strong> diffic<strong>il</strong>e gioco della libertà, innanzitutto la libertà di scelta.<br />

È tutta una pedagogia che si può costruire e si sta tentando di costruire<br />

sulla base del concetto di capacitazione e su quello, strettamente connesso,<br />

di sv<strong>il</strong>uppo umano.<br />

Vorrei però limitarmi qui a sottolineare l’importanza di un impegno riflessivo<br />

costante sull’esperienza scolastica da parte di insegnanti e studenti e<br />

dell’avere a disposizione un termometro che osservi e, quando è possib<strong>il</strong>e,<br />

misuri <strong>il</strong> <strong>benessere</strong> e lo sv<strong>il</strong>uppo personale, non solo i consueti indicatori<br />

di risultato.<br />

Un elemento fondamentale in questa prospettiva è <strong>il</strong> clima relazionale ed<br />

organizzativo a livello di classe e di istituto.<br />

Una determinante cruciale del <strong>benessere</strong> e del malessere in qualsiasi organizzazione<br />

è la giustizia.<br />

È nella <strong>scuola</strong> che i giovani fanno la prima esperienza della giustizia nella<br />

sfera pubblica, anche per questo <strong>il</strong> tema della educazione alla cittadinanza<br />

è tanto importante.<br />

Le teorie della giustizia negli ultimi 40/50 anni sono state oggetto di un<br />

grande dibattito a livello internazionale tra i f<strong>il</strong>osofi della politica, riprese<br />

da economisti e sociologi.<br />

Stupisce che la <strong>scuola</strong>, nei suoi curricoli, ignori tutto questo.<br />

3 criteri: Rispetto-autonomia, eguaglianza e merito (Dubet).<br />

Una survey sugli studenti del 1° anno delle superiori (o equivalente in altri<br />

paesi), in 5 nazioni europee (+ Giappone).<br />

R<strong>il</strong>ievi positivi: l’Italia ne esce molto bene per vari aspetti.<br />

P.es. è <strong>il</strong> paese dove la quota degli studenti che affermano che gli insegnanti<br />

li incoraggiano a ragionare con la propria testa e trattano le loro<br />

opinioni con rispetto anche se non le condividono (rispetto-autonomia) è<br />

la più alta. Così pure per <strong>il</strong> quesito se gli insegnanti si interessano al loro<br />

<strong>benessere</strong>.<br />

In Italia, più che altrove, gli studenti condividono la visione più avanzata<br />

del principio di eguaglianza (discriminazione positiva) e riconoscono che<br />

i loro insegnanti vi si conformano.<br />

In Italia, più che altrove, si ritiene che la <strong>scuola</strong> e gli insegnanti siano giusti.<br />

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