Promuovere il benessere a scuola
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Luigi Calcerano<br />
Dirigente degli Uffici VI e VII<br />
Direzione Generale del Personale Scolastico - MIUR Roma<br />
Sono particolarmente contento che, nonostante la crisi ed i tagli, siamo<br />
riusciti ad organizzare questa iniziativa. Sarà un po’ rozzo, ma quando<br />
l’Amministrazione mette mano al portafoglio vuol dire che l’iniziativa è<br />
considerata particolarmente r<strong>il</strong>evante. Siamo convinti, infatti, che <strong>il</strong> fenomeno<br />
del disagio professionale degli insegnanti (e anche dei Dirigenti<br />
Scolastici), noto anche con <strong>il</strong> nome di burnout, rappresenti uno dei problemi<br />
più insidiosi che la <strong>scuola</strong> e gli operatori scolastici si trovano a dover<br />
affrontare. Mi piace l’etimologia di questa parola inglese “burnout” che è<br />
diffic<strong>il</strong>e tradurre perché fa riferimento ad una sorta di spegnimento progressivo,<br />
di esaurimento interno, come quello di una candela: ci sono alcune<br />
immagini del burnout che rappresentano la situazione come una candela<br />
che brucia da tutti e due i lati e che quindi si esaurisce molto più velocemente.<br />
Il burnout non colpisce solo educatori ed insegnanti, ma tutte le persone<br />
che esercitano professioni d’aiuto, quando non riescono a rispondere in<br />
maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che <strong>il</strong> loro lavoro li porta ad<br />
assumere. Sono già alcuni anni che organizziamo iniziative contro <strong>il</strong> burnout<br />
e mentre le preparavamo abbiamo cominciato a conoscerlo meglio:<br />
oltre alla coppia che cita Marco Lodoli nel contributo che avete in cartella,<br />
docente/apprendista, esiste anche la coppia organizzatore/apprendista<br />
perché, programmando queste cose, noi le approfondiamo anche personalmente<br />
e abbiamo capito alcune cose che, secondo me, sono fondamentali.<br />
Sappiamo che <strong>il</strong> ruolo dell’insegnante nella società della conoscenza è sottoposto<br />
a tensioni, sollecitazioni, pressioni contrapposte tra le esigenze<br />
delle Istituzioni, in particolare dell’ordinamento scolastico del Governo, e<br />
quelle delle famiglie e degli studenti. C’è un problema di crisi d’identità<br />
dell’insegnante, di calo crescente del prestigio professionale che gli è riconosciuto<br />
dalla società in quanto molti dicono (e io sono d’accordo) che<br />
anche la bassa remunerazione abbassa <strong>il</strong> prestigio poiché in una società<br />
come la nostra chi è pagato poco è ritenuto fare un lavoro poco importante,<br />
poco interessante. E poi ci sono questi fenomeni, di cui ha già parlato<br />
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