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ULISSE 7-8 - LietoColle

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1<br />

felce contrista bacio<br />

che perde su lei il nome<br />

di fiore e la sua bara<br />

è in acqua sulla barca<br />

che porta molti morti<br />

lenta per uno vivo<br />

2<br />

perché cercavo il cuore in pieno nero<br />

gli occhi cristallo delle cose amate<br />

si cingono di me senza vedermi<br />

la loro oscurità è il vero amore<br />

dove ogni onda che sposa la notte<br />

nella mia vita si foggia un sorriso<br />

e così per i segni che ora inseguo<br />

la trasparenza abbia per impero<br />

la mia persona introdotta in se stessa<br />

3<br />

così ogni stella vede e vede piena<br />

la notte delle cime e a notte ali<br />

crea e il rumore che verrà qualcuno<br />

la Pietà stessa è il suo grande male<br />

e la persona svanisce a sua volta<br />

[da “La connaissance du soir”, 1945, traduzione di Massimo Sannelli]<br />

Notizia.<br />

Joë Bousquet nasce a Narbonne nel 1897. Dopo un'adolescenza difficile, segnata dalla droga, parte<br />

volontario per la guerra. Sul fronte dell'Aisne, il 27 maggio 1918, un proiettile gli spezza la spina dorsale.<br />

Paralizzato, vivrà coricato fino alla morte (1950). Nella camera di Carcassonne, dove si trasferisce nel<br />

1924, apprende il paziente esercizio della scrittura. Attraverso la poesia, l'amore e l'amicizia trasforma la<br />

propria ferita in un simbolo universale.<br />

Tra i suoi scritti in prosa e versi sono: Tradotto dal silenzio (Traduit du silence, 1936), La conoscenza<br />

della sera (La connaisance du soir, 1945), Il nocchiero di luna (Le meneur de lune, 1946), Le capitali (Les<br />

capitales, 1955), e numerosi inediti.<br />

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