ULISSE 7-8 - LietoColle
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Il margine è infatti la posizione privilegiata. Coincidere con un’identità data ha in sé il pericolo del<br />
conformismo, dell’ossequio omologante ed irriflesso. Tanto più questo è vero oggi, che il sistema sociale<br />
illude di una libertà di pensiero, in realtà soggetta alle leggi della tolleranza oppressiva, in cui gli opposti<br />
sono smussati e catalogati, resi omogenei al mercato dei beni e dell’informazione. Il poeta, la cui identità<br />
è distinta da questo flusso di merci, immagini e parole, osserva invece dal di fuori, consapevole dell’altro<br />
da sé, e legittimato dal proprio isolamento ad una scelta: se fare dell’esclusione un punto di partenza<br />
conoscitivo, metaforico, sul cui vuoto affilare il proprio verbum; o lottare per l’inclusione.<br />
6. Considerazione conseguente: la solitudine del poeta, il suo esilio coatto e consapevole dal mondo sono<br />
i suoi strumenti di sguardo e di pensiero.<br />
7. La cosa importante da capire è che questo non è un paradosso, ma un dato di realtà.<br />
Se il mercato decidesse di celebrare il poeta come un modello, decidesse cioè di venderne su vasta scala<br />
le parole, il suo potenziale di asimmetria critica sparirebbe all’istante. Per fortuna, la parola ipersemantica<br />
della poesia non è riducibile per nessuna via alla parola asemantica omogenea al sistema. In altri termini,<br />
non potrebbe mai vendere.<br />
8. Il sistema, di conseguenza, aggredisce. All’esclusione dal mercato corrisponde, quasi sempre,<br />
l’esclusione dalla società. Il poeta è spesso costretto a barcamenarsi per sopravvivere: lavori ingrati ed<br />
onerosi, lavori collaterali all’informazione o all’accademia, precariato, vera e propria disoccupazione.<br />
In questo modo, però, la parola del poeta si carica ancora di più di significato critico. Ancora di più, cioè,<br />
la poesia si pone a baluardo contro l’ottimismo ideologico dell’incluso.<br />
9. Ovviamente, non è strano che i poeti si lamentino dell’esclusione: una parola rapida a diffondersi non<br />
sarebbe forse concime ad altra parola poetica, e insomma antidoto alla parola asemantica e superficiale<br />
emessa dal potere?<br />
Ma è questo ragionamento, viceversa, il vero paradosso, non tenendo conto dei dati di realtà del<br />
mercato: che è il luogo della sovraesposizione, dell’ipervisibilità, dove tutto si consuma nel momento<br />
stesso in cui compare. D’altra parte, la poesia che adisca all’industria editoriale deve farvi i conti,<br />
riducendo spesso il proprio potenziale linguistico in una riconoscibile medietas.<br />
10. La strategia di esilio posta in atto dal sistema contro la poesia è poi la migliore conferma della sua<br />
giustezza.<br />
L’asimmetria della poesia rispetto all’industria culturale, la sua solitudine morale, la sua consustanzialità<br />
al sentimento della crisi ne innescano la carica politica di resistenza, non in rispetto ai contenuti del suo<br />
dire, ma in rispetto al suo dire in sé e per sé, cioè alla sua perseveranza semantica.<br />
IV<br />
1. Se «la letteratura di una determinata epoca è alienata quando non è giunta alla coscienza esplicita<br />
della sua autonomia e si sottomette a un potere temporale o a un’ideologia, cioè quando si considera da<br />
sé come un mezzo e non come un fine incondizionato» (Sartre), allora la fattispecie letteraria meno<br />
alienata, cioè meno manipolabile, è oggi la poesia. Il che avviene prima di tutto per virtù linguistica.<br />
2. Ancora in senso generico, la lingua poetica ha difese implicite:<br />
- L’innata tendenza alla parola semanticamente piena, anche grazie alla percezione del sostrato<br />
diacronico implicito in ogni azione verbale.<br />
- Il dialogo, difficile da circuire, poiché misurabile anche e contrario, con la tradizione. L’intimità con la<br />
storia è cioè connaturata al più semplice atto poetico.<br />
- La forza del senso, e il suo agire in termini di storia, sono per lo più ineliminabili dai meccanismi<br />
tecnici propri della poesia. La natura stessa del verso è tale per cui la singola parola ha il rilievo del<br />
senso. Basta lo spicco ottenuto col bianco della pagina. Basta lo stacco di fine verso, anche al di fuori<br />
di enjambement.<br />
- La struttura di una poesia, quale che ne sia lo stile, conduce quasi sempre a una vitalizzazione della<br />
retorica: i cui strumenti sono ormai tutti al servizio delle lingua informative e manipolative del potere<br />
(pubblicità commerciale, economica e giornalistica come vettori di modelli politici, sociali, familiari e<br />
individuali). Attraverso la poesia, i meccanismi retorici si ridispongono al servizio del pensiero<br />
individuale, fuori da ogni strategia manipolativa.<br />
- Per queste vie la lingua poetica è nell’insieme salva dalla semplificazione seriale delle lingue<br />
asignificanti o manipolative, e per ciò stesso ad esse antagonistica.<br />
3. Ma la lingua poetica ha difese rigorose anche in senso più puntuale. Nel corso della modernità, col<br />
dilatarsi della realtà materiale e della sua autorappresentazione immediata, sotto forma di informazione e<br />
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