ULISSE 7-8 - LietoColle
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IL VILLAGGIO GLOBALE E L'UOMO-DONNA:<br />
BREVE PANORAMA DELLA POESIA ATTUALE NEL MONDO<br />
Se il tempo è una convenzione, è chiaro che non possiamo fare a meno di ragionare in base a questa<br />
convenzione e di usarla come strumento per capire meglio l'evoluzione e il cambiamento delle cose.<br />
L'avvento del terzo millennio ha scatenato vecchie e nuove paure, ma ci ha fornito anche una linea di<br />
frontiera che ci aiuta a mettere in evidenza il nuovo volto di questa complessa umanità del 2000 e – per<br />
parlare specificamente di poesia – i nuovi modi espressivi con ciò che essi veicolano.<br />
La prima domanda che si fa chiunque si avvicini alla poesia attuale è che cosa è cambiato rispetto al<br />
Novecento, e la risposta immediata è che ci sono alcuni cambiamenti notevoli che scoprono un volto nuovo,<br />
diverso del poeta attuale, forse imprevedibile qualche decennio fa. Vediamo in ordine ognuno di questi<br />
cambiamenti.<br />
Una delle caratteristiche della poesia del Novecento è stata senz'altro la certezza della perfettibilità dell'uomo<br />
e quindi la fiducia nei sistemi politici che avrebbero eliminato per sempre l'ingiustizia, la fame, la povertà. Ai<br />
movimenti rivoluzionari nel mondo e all'istituzione dei regimi socialisti si associavano movimenti letterari che<br />
volevano dare testimonianza di questi principi e di questa speranza: ne è prova la littérature engagée.<br />
Tuttavia le guerre hanno riportato, verso la metà del secolo, un senso di sconforto e di perdita di fede nei<br />
valori operativi o – tanto meno – educativi dell'arte. Sartre si domandava a cosa serve la letteratura?, e<br />
molti pensarono che, in effetti, in quei "tempi bui" – di brechtiana memoria –, fosse più giusto scegliere<br />
l'azione diretta al posto del bel canto o, nel caso di non poterlo evitare, che esso fosse almeno propositivo ed<br />
efficace nel rappresentare la realtà e nel denunciarne le contraddizioni. Per quello che riguarda l'America<br />
Latina, il Novecento fu il secolo delle dittature più feroci di tutta la sua storia: i più grandi poeti hanno<br />
lasciato testimonianza degli obbrobri subiti e del dolore dell'esilio, dall'uruguaiano Mario Benedetti al<br />
nicaraguense Ernesto Cardenal, all'argentino Juan Gelman, al cileno Pedro Lastra... Il nuovo millennio invece<br />
è iniziato con grandi speranze, stimolate dalla fine delle dittature e dall'avvento di governi democratici,<br />
addirittura con la presa del potere da parte delle antiche vittime dei passati regimi, come è recentemente<br />
avvenuto in Cile, in Uruguay, in Bolivia. Tuttavia l'illusione è durata poco: l'11 settembre, l'inasprirsi del<br />
fondamentalismo islamico, la guerra in Irak e la difficoltà a trovare un accordo tra il governo di Israele e i<br />
paesi confinanti, hanno riproposto un clima di angoscia da cui emerge perfino la minaccia di una terza guerra<br />
mondiale. La differenza con quello che avveniva prima sta nell'abolizione sempre più diffusa delle frontiere.<br />
Oggi terrorismo e lotta al terrorismo sono dappertutto e la letteratura che ne dà testimonianza ha acquistato<br />
anche in questo senso un volto "globale". Il dolore per la violenza subita nelle rispettive patrie è presente sia<br />
nella poesia del israeliano Rami Saari che in quella del libanese Samer Darwich: se il muro è la metafora<br />
fondante della poesia di quest'ultimo, la morte del giovane amico impregna di dolore quella del primo; ma<br />
tutti e due sollevano lo sguardo al di sopra dei propri limiti, e il loro mondo si nutre e si arricchisce di tanti<br />
mondi altrui.<br />
La globalizzazione ha però un lato affascinante e se vogliamo positivo: il poeta del terzo millennio, come una<br />
buona percentuale della popolazione attiva del pianeta, viaggia, legge in molte lingue, conosce e stabilisce<br />
rapporti molto più facilmente di una volta con persone di altre nazioni e dai costumi molto diversi. Così<br />
l'orizzonte personale si allarga, amore e amicizia diventano possibili al di là delle frontiere e delle<br />
consuetudini, i pregiudizi vengono messi in crisi dalla familiarità con il diverso. Nella breve rassegna<br />
antologica che accompagna queste riflessioni, ci sono otto poeti provenienti da otto nazioni diverse (ma<br />
potevano essere molti di più) che hanno come comune denominatore questa aura internazionale e<br />
multiculturale, questa dimestichezza con luoghi lontani dalla terra natia, questa appartenenza ormai al<br />
"villaggio globale", non affatto spersonalizzato ma addirittura fonte di una nuova prospettiva e linguaggio<br />
poetici.<br />
Un'altra angoscia tipica della fine del Novecento che si trascina fino ad oggi, in parte conseguenza dello<br />
sviluppo tecnologico, dell'informatica e della preponderanza del linguaggio visivo sul verbale, è quella della<br />
fine della letteratura e in particolare della poesia. Se Julio Cortázar temeva che il mondo sarebbe stato<br />
sommerso da montagne di carta stampata, oggi predomina la paura opposta, e cioè che non si stampi più,<br />
che il web possa comodamente, con grande risparmio di spazio e di danaro, fornire tutte le informazioni che<br />
una volta richiedevano l'uso di enciclopedie e pubblicazioni ad hoc. Eppure, anche accettando che il futuro<br />
possa nascondere un destino di comunicazione orale e virtuale più che scritta, esiste una convinzione forse<br />
addirittura crescente sulla necessità della poesia, vale a dire sulla certezza che essa sia non soltanto<br />
insostituibile, ma anche necessaria per l'equilibrio psichico dell'uomo. E quando si parla di grandi creazioni<br />
poetiche, allora bisogna ricordare che, come spiegava Jung, esse vanno oltre il personale, scaturiscono<br />
dall'anima dell'umanità, quindi veicolano l'inconscio collettivo sposatosi alla coscienza del tempo ed<br />
esprimono non una persona – l'autore – ma tutta la sua epoca, nel bene e nel male, per la sua salvezza o<br />
per la sua rovina (1). Questo rapporto tra la creazione poetica e la configurazione dell'immaginario di una<br />
determinata epoca, è forse quello che spiega affermazioni come quella di Álvaro Mutis, secondo cui la poesia<br />
è l'unica vera prova dell'esistenza dell'uomo.<br />
In ogni caso, per sfatare l'incubo della fine della letteratura e del libro stampato esistono oggi piccoli e medi<br />
editori che con grande passione si lanciano nel mercato proponendo nuove collane, realizzando idee nuove<br />
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