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ULISSE 7-8 - LietoColle

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quella di mediare, dopo la rivoluzione kantiana che affondava l’ottimismo razionalistico di Spinoza e<br />

Wolff, l’opposizione tra la “lettera” originale di un testo e il suo concetto di “spirito”, cioè quello che va<br />

compreso, il senso generale. È proprio grazie a questo passaggio che l’idea della funzione ermeneutica si<br />

sposta da un processo di interpretazione corretta a quello di comprensione. I maggiori rappresentanti del<br />

Romanticismo tedesco, tuttavia, hanno chiarito e dato forza all’ermeneutica moderna. Da Ast, colui che<br />

legittima il “circolo ermeneutico” grazie alla reciproca implicazione dei significati parziali e totali nell’atto<br />

di comprensione, a Schlegel, con la visione dell’ermeneutica spostata verso una ricostruzione filologica,<br />

fino a Schleiermacher, agli scritti del quale – nella maggior parte dei casi – si rivolgono gli studiosi di<br />

teoria traduttologica che si stanno per esaminare.<br />

L’ermeneutica schleiermacheriana è quella che più s’avvicina ad una riscoperta del concetto<br />

comunicativo, proprio perché il comprendere ha il suo luogo naturale nel dialogo, nelle situazioni<br />

comunicative derivate dalla lettura dei testi, seppure la comprensione dipenda essenzialmente dai<br />

personali interessi conoscitivi. Secondo Scheleiermacher esistono due principali modi di comprendere:<br />

l’interpretazione grammaticale e l’interpretazione psicologica:<br />

Come ogni discorso possiede una relazione con la totalità della lingua e con l’insieme del pensiero del suo autore, così<br />

anche ogni comprendere comporta due momenti: comprendere il discorso come elemento emergente della lingua e<br />

comprenderlo come un fatto in chi pensa. […] Di conseguenza ogni uomo è per un verso un luogo in cui una data<br />

lingua assume una forma peculiare e il suo discorso va compreso solo a partire dalla totalità della lingua. Ma, per un<br />

altro verso, ogni uomo è anche uno spirito in costante evoluzione e il suo discorso è solo uno dei fatti prodotto da<br />

questo spirito in connessione con tutti gli altri. (4)<br />

I due tipi d’interpretazione, ove messi in correlazione, determinano il procedimento ermeneutico in<br />

quanto procedimento riproduttivo; ricostruire, cioè, in maniera corretta l’intero processo interiore<br />

dell’attività compositiva dell’autore originario. La correlazione tra testo e contesto, inoltre, come in Ast<br />

aveva dato vita al circolo ermeneutico, in Schleiermacher crea quell’idea di circolo infinito della<br />

comprensione, semplificato in questa affermazione:<br />

Ora, se consideriamo da questo punto di vista l’intera operazione dell’interpretare, dovremo dire che, partendo<br />

dall’inizio di un’opera e progredendo a poco a poco, la comprensione graduale di ogni singolo elemento e delle parti<br />

della totalità che a partire da essa si organizzano, è sempre soltanto qualcosa di provvisorio. […] solo che quanto più<br />

avanziamo tanto più tutto ciò che precede viene anche illuminato da ciò che segue. (5)<br />

Il testo che ha più richiamato gli studiosi di traduzioni, nel quale si esprime sia l’ideale ermeneutico di<br />

Schleiermacher sia il suo parere riguardo alle traduzioni, è la Memoria, letta il 24 giugno del 1813, Über<br />

die verschiedenen Methoden des Übersetzens (6) (Sui diversi modi del tradurre). Le parole che vi si<br />

leggono sono state spesso richiamate per descrivere le due uniche maniere grazie alle quali, secondo<br />

molti, è possibile tradurre.<br />

Quali vie deve allora percorrere il vero traduttore che intende realmente accostare questi due personaggi così separati<br />

tra loro, quali sono lo scrittore e il suo lettore, e venire in aiuto di quest’ultimo, senza tuttavia costringerlo a uscire<br />

dalla cerchia della lingua materna per poter capire e gustare il primo nella maniera più precisa e completa possibile? A<br />

mio avviso, di tali vie ce ne sono soltanto due. O il traduttore lascia il più possibile in pace lo scrittore e gli muove<br />

incontro il lettore, o lascia il più possibile in pace il lettore e gli muove incontro lo scrittore. (7)<br />

Le sentenze sopra citate, sono state prese in considerazione dai più grandi ermeneuti e traduttologi<br />

odierni, non soltanto per seguirle, ma anche per ridiscuterle. Nel campo ermeneutico, e più precisamente<br />

in quello italiano, Emilio Betti è d’accordo con Schleiermacher per quel che riguarda l’idea di traduzione.<br />

Nella sua Teoria generale dell’interpretazione (8). Betti considera la traduzione come una delle principali<br />

forme della «interpretazione riproduttiva o rappresentativa». Al contrario della interpretazione artistica,<br />

secondo la quale l’interprete deve ricostruire il processo genetico dell’opera d’arte considerandola quale<br />

fusione di esperienze emotive (Erlebnis), meditazione e composizione dell’opera, l’interpretazione<br />

riproduttiva è un<br />

Riprodurre e ricreare esteriore, per così dire, transitivo e sociale, in quanto presuppone come destinatario un pubblico,<br />

visibile o invisibile, a cui rivolgersi: un ri-creare tale che rappresenta il senso ricavato in una dimensione spirituale<br />

diversa da quella del testo, in cui il pensiero venne in origine concepito o almeno oggettivato e fissato, in guisa da<br />

concretarlo e oggettivarlo in una nuova forma rappresentativa. (9)<br />

Più precisamente, per quel che riguarda il testo – semiotico, visti anche i richiami al rapresentamen<br />

peirceiano – Betti spiega qual è il senso che caratterizza questo tipo di interpretazione.<br />

«[….] la forma equivalente che viene foggiata con l’interpretazione riproduttiva, è qualcosa di<br />

insostituibile, che è destinato a valere di per sé. Rispetto a una forma siffatta il testo originale rimane<br />

solo come termine di raffronto e di controllo, alla cui stregua è da valutare la fedeltà della riproduzione»<br />

(10). L’affermazione, pur richiamandosi alla interpretazione di Schleiermacher che diede Dilthey (11),<br />

considera l’impostazione ri-espressiva della traduzione ardua e difficile poiché l’interprete traducente,<br />

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