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ULISSE 7-8 - LietoColle

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Ha pubblicato diversi libri di poesia, tra cui La Morada del Signo (1982), Cantonírico (1983), Reverberaciones<br />

de Piedras Acuáticas (1985), Terrenalis (1989), Saga Nórdica (1996) e alcuni volumi di prosa e saggistica. I<br />

testi tradotti sono tratti da Poemas transreales y algunos evangelios (2005).<br />

IN UNA VIUZZA DI SANTIAGO<br />

Qualcuno mi ha insegnato la morte questa mattina<br />

come fosse una farsa di buffoni in una viuzza di Santiago.<br />

Guardo intimorito il cielo attraverso la precisione di questa finestra<br />

ed è un novembre di fragili rose nel pomeriggio di Chicureo.<br />

Lo stupore ottunde la mente e non dimentica mai<br />

perché Dio è cresciuto come un frutto selvatico tra i rami<br />

di un giardino di Babilonia.<br />

Qualcuno mi ripropone la morte questa mattina<br />

travestita da monaco nel rumoroso cortile dell’averno.<br />

È stato in questa città dove io ho dormito con lei tante notti?<br />

È questa l’urbe in cui la mia famiglia abita ormai da millenni?<br />

Mi avvolgo nel silenzio ora, tra le mura della mia casa a La Reina<br />

sono ancora un semplice inquilino<br />

uno schiavo liberato che immagina aquile che fanno acrobazie<br />

nel cielo azzurro d’Egitto.<br />

Gli obici cadono in questo stesso istante sul suolo di Falluja<br />

e centinaia di colombe volano docili sulla cattedrale di Burgos.<br />

Uno scoppio. Un semplice scoppio omicida<br />

di gente che fugge impaurita tra le rovine di una città assediata.<br />

Qualcuno mi mostra la morte questa mattina<br />

quando sento che nella memoria fluisce la corrente impetuosa<br />

dello Zambesi<br />

a Bulawayo<br />

forse il mondo intero in un cumulo d’acqua<br />

un’emanazione interminabile di lacrime e di fango.<br />

Qualcuno mi insegna di nuovo la morte questa mattina<br />

in un angolo innocente dove si ammucchia la ragione<br />

dell’universo<br />

come se accadesse un cataclisma nell’angolo cittadino della mia anima.<br />

CANTO FINALE<br />

A Andrés Morales<br />

C’è qualcosa che intimorisce Vallejo a cielo aperto nelle stradine del Giardino di Lussemburgo / nella Parigi<br />

dei castagni / dove la città si albera e sembra profumare di giungla. In questa stanza al 207 di boulevard<br />

Raspail aspetta un amico che gli faccia coraggio, ma non arriva nessuno.<br />

Guardando la sua tomba a Montparnasse intuisco che la nostalgia gli trapanava l’anima e i silenzi gli<br />

facevano perdere l’approvazione della coscienza.<br />

Il 27 (recluso dalla nostalgia) agonizza in una sala bianchiccia con i suoi occhi neri spaventati fissi sul<br />

soffitto. Di 60 libbre peruviane ha bisogno per andare da Madrid al Callao, e non ce l’ha. Santiago de Chuco<br />

rinverdisce nel vago della sua memoria, e si lamenta.<br />

Nella terra dove la Spagna si rovina, lui restituirà le utopie che gli esaltano l’animo. Il delirio lo scuote di<br />

povertà. L’eremita è malato nella Parigi che lo maltratta. Dove se n’è andata Georgette? I suoi amici:<br />

Gerardo Diego, Juan Larrea e Juan Gris? Sarà una morte segreta / una calamità impossibile nella totalità di<br />

un atto conclusivo.<br />

OSCILLAZIONI DELLA BARCA CHE S’INCAGLIA<br />

I mondi riflessivi si zittiscono all’ombra di una benevola<br />

rovina<br />

cresce la devastazione del corpo<br />

come un bastimento che s’incaglia nella bassa marea.<br />

(Non esiste altro epilogo possibile).<br />

A Juan Gelman<br />

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