ULISSE 7-8 - LietoColle
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I BOSCHI DELLA TUA VOCE<br />
I boschi della tua voce, senz'altro.<br />
Uccelli, per esempio, attardati<br />
in vecchi pentagrammi che la tua bocca<br />
irrequieta libera dalla gabbia per nessuno,<br />
per te sola. Navi, per esempio,<br />
golette verso il sud della nostra rabbia,<br />
quasi dettando il mare dei Sargassi<br />
in questo porto solo e vorace della pagina.<br />
Le tue mani, per esempio, in un’altra notte,<br />
venendo dall’oscurità fino alla musica<br />
che solo per il dio più crudele si danza,<br />
quando la pelle è semina ed è seme<br />
di un essere che ci confonde, e siamo noi stessi<br />
nel mortale abbraccio di esser vivi.<br />
Le tue labbra questa sera, per esempio,<br />
le palme, la mia sete come gabbiani<br />
intorno alla tua finestra d’acqua scura,<br />
flusso dove si cela un pesce d’oro pirata<br />
e un arpione che ho perso quand’ero coraggioso,<br />
ed ero segreto e tuo.<br />
CHIARO DI LUNA<br />
Una donna si culla tra le mie ciglia,<br />
accende cordigliere nelle nubi<br />
col suo sapone di luna, mentre soffia<br />
la brezza di un crepuscolo futuro,<br />
e brama il mare, e si frange contro il sogno.<br />
Ovunque guardi sta pulendo<br />
le mie palpebre da sabbia e da timori.<br />
Sulla tela del mondo veglia e tesse<br />
accordi per amare l'ignorato.<br />
GLI UCCELLI<br />
Principi dell'aurora piccolissimi,<br />
araldi di follia alla mia finestra,<br />
acqua dolce che nel piovere sul sogno<br />
lo pulisce dal limo.<br />
Sono gli uccelli<br />
che ci chiamano alla genesi, al volo,<br />
alla disubbidienza.<br />
Chi mai potesse<br />
fare del cuore un nido come allora,<br />
mutarsi in aria, piuma, schiamazzo,<br />
su ogni pioppo inventare un aprile<br />
mettersi tutto nella stagione,<br />
e dopo,<br />
tornare alla neve, ammutolire senza tracce...<br />
Chi mai potesse<br />
abbandonarsi al giorno sui balconi,<br />
sui confini del verso.<br />
Così voialtri, che adesso azzardate<br />
selvatiche armonie presso l'alba<br />
appena nata e rosa, intarsio<br />
inaugurale del trillo sul tempo che rinasce,<br />
sollecitata e madre fenice.<br />
Chi mai potesse<br />
ardere a nuda voce nel mattino,<br />
partecipare senza nome nell'azzurro spartito,<br />
in mille lingue letto, che la luce<br />
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