diario di bordo - Comune di Capurso
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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />
Prima chiedere, poi passare a riscuotere. Le regole non scritte del sistema delle estorsioni sono<br />
semplici; nessuno si rifiuta <strong>di</strong> dare l‟obolo natalizio e nessuno denuncia, creando complicazioni. A<br />
fare la questua ci sono i picciotti del clan ma anche i più prepotenti tra i criminali comuni. Quelli<br />
non affiliati ai clan. C‟è chi pretende denaro, altri vanno via col cesto natalizio pieno <strong>di</strong> ogni ben <strong>di</strong><br />
Dio: pesce fresco, panettone, salmone affumicato.<br />
*gli insospettabili – Mazzette o regalie <strong>di</strong> varia natura per ammorbi<strong>di</strong>re o azzerare i verbali<br />
ispettivi sul lavoro nero. Una serie <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> rimasti impuniti, forse ad<strong>di</strong>rittura incrementati se, il 26<br />
agosto 2008, un autolavaggista <strong>di</strong> Canosa <strong>di</strong> Puglia, non avesse denunciato quello che poi si rilevò<br />
. E‟<br />
iniziata da questo episo<strong>di</strong>o l‟inchiesta, sfociata la notte del 15 gennaio con l‟arresto, tra carcere e<br />
domiciliari, <strong>di</strong> 16 persone accusate a vario titolo <strong>di</strong> corruzione, concussione (tra episo<strong>di</strong> consumati e<br />
tentati) e rivelazione <strong>di</strong> segreto d‟ufficio. In manette ispettori della Direzione provinciale del lavoro<br />
<strong>di</strong> Bari, impren<strong>di</strong>tori, consulenti del lavoro o comunque interme<strong>di</strong>ari tra controllati e controllori.<br />
Quello ricostruito dalla Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza <strong>di</strong> Barletta sarebbe stato un vero e proprio mercimonio<br />
della funzione pubblica ispettiva ed un moderno mercato delle indulgenze. Il sostituto procuratore<br />
del Tribunale <strong>di</strong> Trani ha coor<strong>di</strong>nato l‟operazione dal nome , che si era servita,<br />
tra l‟altro, <strong>di</strong> intercettazioni ambientali ritenute eloquenti. In un caso una telecamera nascosta<br />
nell‟ufficio ispettivo barese aveva ripreso il passaggio <strong>di</strong> una bustarella. Il sistema sarebbe stato<br />
semplice e collaudato. Gli ispettori giungevano nelle aziende del Nord Barese e non solo (Barletta,<br />
Bisceglie, Ruvo, Trani, Canosa, Bari, Bitonto) per le verifiche in tema <strong>di</strong> lavoro sommerso; quando<br />
c‟era qualcosa che non andava inducevano l‟impren<strong>di</strong>tore alla scorciatoia della tangente per<br />
sistemare i verbali.<br />
Un sistema, <strong>di</strong> mazzette e regali, possibile anche grazie ad alcuni consulenti che, per favorire gli<br />
impren<strong>di</strong>tori assistiti ma anche gli stessi ispettori, facevano da interme<strong>di</strong>ari. Così come un<br />
carabiniere del Nucleo investigazioni del lavoro e l‟ex assessore comunale nonché consigliere in<br />
carica della Provincia Salvatore Tupputi, nella sua qualità <strong>di</strong> responsabile dell‟Eurocaf <strong>di</strong> Barletta.<br />
Oltre ai 16 arrestati l‟indagine ha contato una decina <strong>di</strong> altri indagati a piede libero.<br />
Una nuova raffica <strong>di</strong> manette nell‟ambito della stessa inchiesta. Lo sviluppo delle indagini sfociò in<br />
nuovo blitz conclusosi il 3 aprile con ulteriori 14 arresti e 2 misure inter<strong>di</strong>ttive. Finirono<br />
nuovamente in carcere gli ispettori Antonio Angelo Volponi, Giovanni Maldera e Giuseppe<br />
Gesualdo, che si trovavano ai domiciliari. L‟or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a cautelare contava 15 nuovi<br />
addebiti: alcuni derivanti dallo sviluppo dei riscontri già acquisiti col primo filone investigativo ma<br />
non ancora contestati ed altri derivati da denunce successive. Agli arresti domiciliari sono finiti<br />
l‟ispettore Luca Cifarelli e l‟ex ispettore in pensione Cosimo Valente, che avrebbe agito da<br />
interme<strong><strong>di</strong>ario</strong>. La sospensione dal lavoro è stata invece comminata per gli ispettori Paolo Catalano e<br />
Fer<strong>di</strong>nando Rossi, ritenuti . Costretti ai domiciliari anche i consulenti del lavoro Filomena<br />
Altamura, <strong>di</strong> Trani, ed Antonio Felice Fabiano, <strong>di</strong> Canosa., Antonio Rinaldo, ragioniere in<br />
un‟azienda agricola <strong>di</strong> Bisceglie, gli impren<strong>di</strong>tori Riccardo ed Emanuele Di Gioia e il cugino<br />
Riccardo Alicino, tutti <strong>di</strong> Andria, Michele Carrello e Aldo Raffaele De Sario, entrambi bitontini,<br />
rispettivamente <strong>di</strong>pendente del Centro Impiego <strong>di</strong> Bitonto ed impiegato della Col<strong>di</strong>retti, Antonia<br />
Pasquale, <strong>di</strong>pendente dell‟Unione Agricoltori <strong>di</strong> Bisceglie. Insomma, l‟inchiesta ha contato una<br />
quarantina d‟indagati, accusati a vario titolo <strong>di</strong> corruzione, concussione, abuso d‟ufficio, rivelazione<br />
<strong>di</strong> segreto d‟ufficio, falso ideologico, falso materiale, istigazione alla corruzione. Secondo l‟accusa,<br />
dopo le verifiche sul lavoro sommerso in <strong>di</strong>verse aziende del nord barese, gli ispettori, <strong>di</strong>rettamente<br />
o per interposta persona, avrebbero fatto intendere che ci sarebbe stata la possibilità <strong>di</strong> ammorbi<strong>di</strong>re<br />
i verbali con la riduzione delle maxi sanzioni o ad<strong>di</strong>rittura con l‟archiviazione della pratica: in<br />
compenso avrebbero ottenuto tangenti e chi avrebbe dovuto controllare, non l‟avrebbe fatto.<br />
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