diario di bordo - Comune di Capurso
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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />
accolta con scetticismo dagli investigatori, convinti invece che abbia agito con la complicità <strong>di</strong> altra<br />
gente. Una ipotesi a sostegno della quale non sono stati trovati elementi <strong>di</strong> prova.<br />
Secondo quanto riferito dagli investigatori, Peschetola, pur essendo considerato vicino al clan<br />
Strisciuglio, non era un affiliato al sodalizio della (così è soprannominato il clan che si<br />
rifà a Strisciuglio), né il suo nome appare tra quelli indagati per mafia. Prima <strong>di</strong> morire crivellato <strong>di</strong><br />
colpi calibro 9 e 7,65, nel 2005 era riuscito a sopravvivere ad un agguato dei Capriati che, a quanto<br />
pare, lo volevano morto perché convinti che lui dal rione Madonella facesse da basista per gli<br />
Strsciuglio.<br />
Giuseppe Cassano si è sempre <strong>di</strong>feso <strong>di</strong>cendo che Peschetola e i suoi accoliti si erano presentati a<br />
casa sua per ucciderlo e avevano promesso che sarebbero tornati se non avesse dato loro del denaro.<br />
In proposito ha fatto riferimento ad una prima aggressione ai suoi danni, compiuta da Peschetola e<br />
altri due uomini, risalente a qualche giorno prima.<br />
I detective, che stavano lavorando al suo caso, riuscirono a raccogliere una serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>screzioni su<br />
uno screzio <strong>di</strong> donne <strong>di</strong> „malavita‟, avvenuto non molto tempo prima, nel quale Cassano si sarebbe<br />
intromesso per <strong>di</strong>fendere sue due congiunte e apostrofando in malo modo le altre, vicine al clan<br />
Strsciuglio e a Giovanni Peschetola. Di queste il reo confesso non avrebbe però<br />
mai fatto menzione.<br />
Il 22 novembre del 2008 gli investigatori della squadra mobile arrestarono Saverio Zotti <strong>di</strong> 25 anni e<br />
Domenico Nacci<strong>di</strong> <strong>di</strong> 32, nipoti <strong>di</strong>retti <strong>di</strong> Giuseppe Cassano, con l‟accusa <strong>di</strong> aver occultato nei<br />
pressi delle rispettive abitazioni due pistole. L‟ipotesi <strong>di</strong> un loro coinvolgimento nell‟omici<strong>di</strong>o però<br />
non è mai stata provata.<br />
*Cantalice uno degli assassini - Quin<strong>di</strong>ci anni dopo i fatti a lui contestati, l‟11 giugno è stato<br />
arrestato dalla Dia <strong>di</strong> Bari uno dei presunti autori dell‟omici<strong>di</strong>o del pregiu<strong>di</strong>cato Vincenzo<br />
Rafaschieri e del tentativo <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Sabino Viceconti. I due furono feriti con colpi <strong>di</strong> pistola in<br />
un agguato compiuto sul lungomare <strong>di</strong> Bari, tra la gente, il 17 maggio 1994. L‟arrestato è Domenico<br />
Cantalice, <strong>di</strong> 36 anni.<br />
Cantalice, ritenuto affiliato al clan mafioso Capriati (alcune sentenze lo vedono pienamente<br />
coinvolto nelle attività criminali del clan), è stato arrestato sulla base <strong>di</strong> un‟or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a<br />
cautelare emessa dai giu<strong>di</strong>ci della terza sezione penale del Tribunale <strong>di</strong> Bari <strong>di</strong>nanzi al quale era in<br />
corso il processo a carico dell‟arrestato. Proprio per le risultanze emerse nel corso del<br />
processo, i giu<strong>di</strong>ci hanno ritenuto <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare l‟arresto dell‟imputato, accusato dalla Procura Dda <strong>di</strong><br />
Bari. Per l‟agguato sono stati già condannati a pene definitive, al termine <strong>di</strong> un altro processo, il<br />
mandante del delitto, Domenico Monti, alias „Mimmo il Biondo‟ a 30 anni <strong>di</strong> reclusione, e<br />
l‟esecutore materiale, Nicola Milloni a 18 anni.<br />
Rafaschieri morì in ospedale tre giorni dopo l‟agguato. In precedenze era sfuggito a due tentativi <strong>di</strong><br />
omici<strong>di</strong>o: durante uno <strong>di</strong> questi, nel <strong>di</strong>cembre 1993, rimase ferita per errore una ragazzina che si<br />
trovava per caso sul luogo dell‟agguato.<br />
Cantalice era stato scarcerato da alcune settimane, dopo aver scontato una condanna alla pena <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>eci anni e 20 giorni <strong>di</strong> reclusione per aver spacciato droga per conto del clan Capriati, per aver<br />
compito agguati e servizi <strong>di</strong> vigilanza armata nei luoghi <strong>di</strong> spaccio. Secondo la magistratura il<br />
presunto omicida aveva anche la funzione <strong>di</strong> compiere agguati a colpi <strong>di</strong> arma da fuoco nei<br />
confronti <strong>di</strong> criminali appartenenti a sodalizi avversari a quello <strong>di</strong> Capriati.<br />
Le indagini che hanno portato al suo nuovo arresto erano state avviate dopo il pentimento <strong>di</strong><br />
Milloni e nel corso del processo chiamato , al termine del quale furono<br />
condannati numerosi esponenti del clan Capriati, tra cui Monti e Milloni, per reati compiuti tra gli<br />
anni Ottanta e Novanta quando il clan era egemone nel centro storico <strong>di</strong> Bari e in altre zone della<br />
provincia, oltre che nel nord-est italiano.<br />
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