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diario di bordo - Comune di Capurso

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DIARIO DI BORDO – 1 SEMESTRE 2009- LA LEGALITA’ E LA<br />

SICUREZZA IN PROVINCIA DI BARI<br />

(cocaina, hashish e marijuana), rapine, furti <strong>di</strong> auto ed estorsioni sono stati notificati 12 or<strong>di</strong>nanze <strong>di</strong><br />

custo<strong>di</strong>a cautelare (due dei destinatari del provve<strong>di</strong>mento erano già in carcere). In carcere sono<br />

finite 10 persone, residenti fra Bari e quartieri periferici del capoluogo (in particolare Ceglie del<br />

Campo) e alcuni Comuni dell‟hinterland.<br />

Nella stessa operazione, altri tre indagati sono stati raggiunti dalla misura cautelare attenuata<br />

dell‟obbligo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mora nei Comuni <strong>di</strong> residenza: le loro posizioni appaiono meno „centrali‟ agli<br />

inquirenti.<br />

Trentuno invece gli indagati (tra cui quattro donne) per i quali i carabinieri avevano chiesto l‟arresto<br />

che il gip non ha concesso.<br />

L‟operazione è stata messa a segno all‟alba del 6 marzo dai Carabinieri della Compagnia <strong>di</strong><br />

Triggiano e dai militari del reparto operativo del Comando provinciale. I carabinieri hanno eseguito<br />

le or<strong>di</strong>nanze del gip su richiesta del pubblico ministero della Dda <strong>di</strong> Bari.<br />

In dettaglio sono stati condotti in carcere: Giuseppe D‟Elia e Rocco Mundo <strong>di</strong> Bitonto; Pietro<br />

Epifanio e Francesco Giuliano <strong>di</strong> Rutigliano; Nicola Gagliar<strong>di</strong> e Giuseppe Porcelli <strong>di</strong> Noicattaro;<br />

Alessandro Laforgia e Vito Vincotto baresi; Vito Tatoli e Vito Francavilla <strong>di</strong> Ceglie del Campo.<br />

Il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> lasciare la città <strong>di</strong> residenza, invece,è stato notificato a Nicola Schingaro <strong>di</strong> Rutigliano;<br />

Giuseppe Palumbo <strong>di</strong> Triggiano e Michele Laselva <strong>di</strong> Conversano.<br />

Un quattor<strong>di</strong>cesimo indagato è attivamente ricercato: su <strong>di</strong> lui pende una or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a<br />

cautelare in carcere.<br />

Le indagini sono state avviate il 12 aprile del 2005 dopo la gambizzazione <strong>di</strong> due pregiu<strong>di</strong>cati<br />

avvenuta in una sala giochi <strong>di</strong> Noicattaro e, poco alla volta grazie a intercettazioni telefoniche e<br />

ambientali, hanno portato a scoprire l‟organizzazione criminale che per le comunicazioni utilizzava<br />

un linguaccia criptato, cambiava continuamente le schede dei telefonini e faceva scambio <strong>di</strong> pizzini.<br />

Come è stato spiegato dai Carabinieri, spesso gli indagati – secondo la tesi accusatoria –<br />

acquistavano la droga, per così <strong>di</strong>re all‟ingrosso, da emissari del clan Parisi. Inoltre, dalle indagini è<br />

emerso che in più occasioni la droga veniva ceduta anche a cre<strong>di</strong>to. E quando i tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

non erano poi in grado <strong>di</strong> onorare il loro debito nei tempi previsti, <strong>di</strong>ventavano bersaglio e valvola<br />

<strong>di</strong> sfogo della ferocia dei criminali, <strong>di</strong>sposti a usare qualunque mezzo per ottenere il denaro.<br />

Scattavano, cioè, contro i tossico<strong>di</strong>pendenti insolventi, lezioni convincenti, fatte <strong>di</strong> pugni e calci.<br />

Il gruppo, secondo la Dda, si de<strong>di</strong>cava anche ai furti <strong>di</strong> auto a scopo <strong>di</strong> estorsione. Pesanti, in base a<br />

quanto è emerso dalle indagini, le pressioni esercitate sulle presunte vittime per ottenere il pizzo per<br />

la restituzione dei mezzi. A chi non si <strong>di</strong>mostrava particolarmente collaborativo e non obbe<strong>di</strong>va alle<br />

richieste estorsive, auto e veicoli da lavoro venivano fatti ritrovare completamente bruciati o,<br />

secondo i casi, completamente smontati presso officine compiacenti. In una circostanza, il tentativo<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> un esponente della mala barese per un trattamento <strong>di</strong> favore nei confronti <strong>di</strong> una<br />

vittima non avrebbe sortito alcun effetto sul presunto gruppo criminale, che comunque ottenne la<br />

somma richiesta.<br />

Sempre secondo la Dda, il gruppo ricorreva alle rapine per risanare il proprio bilancio, a volte in<br />

sofferenza perché alcuni clienti compravano la roba a cre<strong>di</strong>to e non erano in grado <strong>di</strong> pagare.<br />

Perciò, nel mirino finivano negozi, supermercati, tabaccherie e farmacie.<br />

Le località in<strong>di</strong>viduate dagli investigatori come ambiti territoriali nei quali si <strong>di</strong>panava l‟attività<br />

illecita erano principalmente Triggiano, Noicattaro, Rutigliano, Conversano, Bitonto e alcuni<br />

quartieri periferici <strong>di</strong> Bari.<br />

La maggiore <strong>di</strong>fficoltà degli investigatori, a quanto si è appreso, ha riguardato la deco<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> un<br />

complesso sistema <strong>di</strong> comunicazioni, come abbiamo già detto, criptate, utilizzato per la ven<strong>di</strong>ta al

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