diario di bordo - Comune di Capurso
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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />
Polizia <strong>di</strong> Bari che lo accusarono <strong>di</strong> aver fatto da „palo‟ durante una rapina in un supermercato la<br />
sera del 18 aprile. Nel corso dell‟azione, altri due complici, uno dei quali è il cugino 15enne del<br />
14enne, tennero sotto mira con una pistola il titolare dell‟esercizio commerciale alla presenza della<br />
figlia <strong>di</strong> 5 anni. L‟obiettivo dei baby rapinatori era quello <strong>di</strong> costringere la mamma della bambina,<br />
che lavora con il marito, nel negozio <strong>di</strong> via Granirei, nel quartiere San Paolo a Bari, a consegnare il<br />
denaro in cassa, circa 1300 euro. Uno dei due, per raggiungere lo scopo, la spinse con violenza<br />
all‟interno del locale facendola finire per terra.<br />
Il ragazzino, al termine <strong>di</strong> complesse indagini, fu arrestato con le accuse <strong>di</strong> rapina aggravata e<br />
sequestro <strong>di</strong> persona in concorso. Quest‟ultima accusa gli fu mossa per aver costretto la titolare del<br />
market, con la forza, a rientrare all‟interno del negozio. Poche ore dopo l‟arresto del 14enne, suo<br />
cugino, <strong>di</strong> solo un anno più grande, si costituì in Questura. Il quin<strong>di</strong>cenne, temendo <strong>di</strong> essere<br />
arrestato <strong>di</strong> lì a poco, a sua volta confessò <strong>di</strong> aver partecipato alla rapina del 18 aprile e ammise <strong>di</strong><br />
aver partecipato ad altre due azioni criminali il 30 maggio. In quella data, nel giro <strong>di</strong> poche ore,<br />
vennero compiute due rapine in città: la prima in una stazione <strong>di</strong> servizio in via Napoli, la seconda<br />
in un altro supermercato in via Cilea. Il quin<strong>di</strong>cenne (con precedenti per ricettazione, lesioni,<br />
resistenza e furto) non fu arrestato, ma solo denunciato.<br />
Il quattor<strong>di</strong>cenne era stato l‟unico ad agire a viso scoperto alla rapina del 18 aprile (gli altri<br />
indossavano felpe con cappucci e calzamaglia) e per questo fu riconosciuto da alcuni testimoni ed<br />
arrestato. Malgrado la giovane età era già noto alle forze dell‟or<strong>di</strong>ne. I suoi precedenti sono lesioni,<br />
rapina e ricettazione e ha anche collezionato un <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> accedere alle manifestazioni sportive<br />
(Daspo).<br />
*sbeffeggiata su facebook – Che gli insegnanti vengano sbeffeggiati accade <strong>di</strong> frequente, da<br />
sempre e in tutte le scuole. In questo caso, fatto venire alla luce dalla stampa il 4 giugno, gli sfottò<br />
<strong>di</strong> otto studenti del liceo scientifico Cirillo rivolti ad una professoressa <strong>di</strong> inglese, <strong>di</strong>ventarono <strong>di</strong><br />
dominio pubblico. Grazie alle tecnologie, ad<strong>di</strong>rittura planetarie: gli alunni affidarono al social<br />
network più <strong>di</strong>ffuso fra il popolo <strong>di</strong> internauti i commenti riferiti alla docente. Sul facebook<br />
comparvero ingiurie e offese ai danni dell‟ignara vittima. Che poi scoprì il fattaccio: furono gli<br />
stessi compagni <strong>di</strong> classe dei protagonisti a stampare la pagina web e ad affiggerla in sala<br />
professori. Il gesto non fu senza conseguenze. Allertate le famiglie e decisa dai docenti, insieme al<br />
<strong>di</strong>rigente della scuola, la punizione: sospensione per quattro ragazzi e provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari,<br />
quin<strong>di</strong> lavori socialmente utili all‟interno dell‟istituto, per altri quattro. In vista degli scrutini, la<br />
preoccupazione era che il gesto avesse ulteriori conseguenze: voto negativo in condotta con il<br />
rischio <strong>di</strong> bocciatura. Il pericolo però sarebbe stato scampato. Del resto la professoressa,<br />
intenzionata in un primo momento a denunciare gli studenti, desistette dal farlo.<br />
*un incontro poco sentimentale – Avevano chiesto ad una prostituta <strong>di</strong> avere un , ma<br />
poi, quando sono stati soli con lei, le puntarono una pistola alla nuca e si fecero consegnare<br />
l‟incasso della giornata. Così i carabinieri ricostruirono la rapina messa a segno da due ragazzi <strong>di</strong> 16<br />
anni la sera del 12 giugno a Bari, nel quartiere Japigia. Entrambi non avevano alcun precedente.<br />
L‟arma usata per compiere la rapina era una pistola giocattolo semiautomatica e priva del tappo<br />
rosso, che fu recuperata. All‟arresto dei due, i militari giunsero sulla base <strong>di</strong> una telefonata giunta al<br />
112 che aveva segnalato due ragazzi fuggiti, a <strong>bordo</strong> <strong>di</strong> uno scooter celeste, dopo aver fatto una<br />
rapina ad una prostituta. I militari, a poco <strong>di</strong>stanza dal luogo in<strong>di</strong>cato per la rapina, notarono due<br />
giovani a <strong>bordo</strong> <strong>di</strong> un ciclomotore: il loro aspetto corrispondeva perfettamente alla descrizione. I<br />
militari li inseguirono e li bloccarono. I se<strong>di</strong>cenni furono perquisiti: uno <strong>di</strong> loro fu trovato in<br />
possesso <strong>di</strong> 225 euro, dei quali non seppero spiegare la provenienza. L‟entità del denaro<br />
corrispondeva alla quantità <strong>di</strong> quello portato via alla donna. I due minorenni furono quin<strong>di</strong> arrestati<br />
e rinchiusi nel centro <strong>di</strong> prima accoglienza per minorenni <strong>di</strong> Bari.<br />
*la Fiat 500 – La mattina del 17 giugno rubarono una macchina e poco dopo furono intercettati<br />
dalla squadra Volanti. A <strong>bordo</strong> dell‟auto c‟era un ragazzino <strong>di</strong> 14 anni, incensurato che fu<br />
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