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diario di bordo - Comune di Capurso

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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />

*6 febbraio – Incappucciati, armati, pronti a tutto. La notte tra il 5 e il 6 febbraio, tre giovani con i<br />

volti coperti e due armati <strong>di</strong> pistola fecero irruzione nel bar , a Corato, e, senza<br />

esitare, brandendo le armi contro il titolare ed una <strong>di</strong>pendente che erano impegnati nei consueti<br />

lavori <strong>di</strong> pulizia prima della chiusura, si <strong>di</strong>ressero verso il registratore <strong>di</strong> cassa. Dopo aver preso a<br />

pugni la cassa, riuscirono a danneggiarla finché non si aprì. Si impossessarono dei sol<strong>di</strong> (circa 800<br />

euro) e, senza perdere altro tempo, fuggirono, <strong>di</strong>leguandosi a pie<strong>di</strong>.<br />

Rapina a colazione. Una a Terlizzi, intorno alle 4, l‟altra a Molfetta, più violenta, poco prima<br />

delle 6. Questa volta sono gli stessi sia a Terlizzi sia a Molfetta. A Terlizzi i rapinatori entrarono nel<br />

bar Magic in via Diaz e si fecero consegnare il denaro <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponeva il proprietario, pochi<br />

spiccioli. Erano in due, secondo il racconto della vittima, a volto coperto e armati <strong>di</strong> pistola. Dopo il<br />

colpo, decisamente misero, i rapinatori andarono via. Si allontanarono a <strong>bordo</strong> <strong>di</strong> una utilitaria<br />

scura, forse una Fiat Punto. Circa due ore dopo, la banda della Fiat Punto era a Molfetta. In tre,<br />

forse in quattro, si presentarono nel bar Gardenia, nei pressi del comando <strong>di</strong> polizia municipale.<br />

Anche qui, sempre il solito copione. Armati <strong>di</strong> pistola, più <strong>di</strong> una, minacciarono i presenti. Uno<br />

raggiunse la cassa, la svuotò. Poi aprì un altro cassetto e presi altri sol<strong>di</strong>. Ma erano ancora pochi, si<br />

trattava <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> 200 euro. Uno dei rapinatori perse la pazienza e colpì al volto il titolare. L‟uomo<br />

svuotò le tasche e solo allora i balor<strong>di</strong> andarono via, ancora una volta a <strong>bordo</strong> <strong>di</strong> una utilitaria scura,<br />

una Punto. Nel frattempo alle forze dell‟or<strong>di</strong>ne viene segnalato un furto alla tabaccheria <strong>di</strong> corso<br />

Fornari. Qualcuno nella note tra il 5 e il 6 febbraio, riuscì a sfondare uno dei muri perimetrali della<br />

riven<strong>di</strong>ta, entrando in un locale attiguo attraverso una porta che si affaccia nell‟atrio interno <strong>di</strong> un<br />

palazzo. Nessuno tra i condomini aveva visto né sentito nulla. Ma il muro non c‟era più, qualcuno<br />

lo aveva abbattuto praticando fori con enormi trapani. E non c‟erano più scatoloni <strong>di</strong> sigarette, sol<strong>di</strong>,<br />

valori bollati. I ladri avevano portato via tutto. I danni, naturalmente, considerevoli anche in<br />

considerazione della devastazione delle pareti spesse quasi trenta centimetri. Sottosopra anche il<br />

locale utilizzato come corridoio per raggiungere il magazzino della tabaccheria. Di lì però i ladri, al<br />

<strong>di</strong> là <strong>di</strong> qualche piccolo oggetto, penne e suppellettili, non avevano portato via nulla. C‟erano<br />

computer, stampanti, scanner,merce che evidentemente non hanno mercato.<br />

Ma questa volta ai balor<strong>di</strong> andò male. Infatti, i carabinieri li intercettarono in corso Fornari a<br />

Molfetta, a <strong>bordo</strong> <strong>di</strong> una Fiat Punto. Alla vista dei militari, i giovani si liberarono <strong>di</strong> un oggetto<br />

lanciandolo per strada attraverso il finestrino posteriore dell‟auto. Poco dopo uno <strong>di</strong> loro, seduto sul<br />

se<strong>di</strong>le posteriore, scese <strong>di</strong> colpo dall‟auto in movimento fuggendo. I militari bloccarono l‟auto<br />

lanciandosi poi all‟inseguimento del giovane. Proprio quest‟ultimo, prima <strong>di</strong> essere raggiunto, si<br />

liberò <strong>di</strong> una pistola <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni, buttandola per terra, Arma poi recuperata. I carabinieri<br />

inoltre in<strong>di</strong>viduarono quanto lanciato dal finestrino dell‟auto: un passamontagna nero che avvolgeva<br />

un‟altra pistola <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni. Entrambe le armi (una calibro 9 e una calibro 22) erano<br />

giocattolo. Condotti in caserma, i carabinieri ritrovarono un telefono cellulare, nascosto sotto il<br />

se<strong>di</strong>le posteriore del veicolo, sottratto al titolare del bar <strong>di</strong> Terlizzi, e circa 150 euro in banconote <strong>di</strong><br />

piccolo taglio corrispondente al bottino dei due colpi. Fu sequestrato anche un coltello a<br />

serramanico. I carabinieri ritennero <strong>di</strong> aver sgominato la banda dei rapinatori che aveva messo a<br />

segno otto rapine, nei giorni imme<strong>di</strong>atamente prima, nei territori tra Molfetta, Terlizzi e<br />

Giovinazzo. Si è trattato <strong>di</strong> cinque giovani tra i 28 e i 17 anni. I carabinieri della Compagnia <strong>di</strong><br />

Molfetta hanno potuto contestare loro soltanto due episo<strong>di</strong>, gli stessi che avevano portato<br />

all‟arresto: due rapine, come abbiamo letto, commesse nel giro <strong>di</strong> un‟ora in altrettanti bar <strong>di</strong><br />

Molfetta e Terlizzi. In manette finirono Graziano Paparella, Paolo Zero e F.D., rispettivamente <strong>di</strong><br />

28, 21 e 17 anni, tutti <strong>di</strong> Terlizzi e i ruvesi Michele Santoro, <strong>di</strong> 20 anni, e Antonio Racanati, <strong>di</strong> 19.<br />

Avevano tutti precedenti: chi per violenza sessuale, chi per furto, resistenza, ricettazione e lesioni. Il<br />

gruppo era particolarmente violento. Per tutti l‟accusa era <strong>di</strong> rapina aggravata in concorso e lesioni<br />

personali.<br />

*10 febbraio – Rapina alla tabaccheria <strong>di</strong> via Toselli a Giovinazzo. Trecento euro il bottino. In due,<br />

con il volto coperto, intorno alle 13, fecero irruzione nell‟esercizio e, impugnando una pistola, si<br />

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