diario di bordo - Comune di Capurso
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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />
domiciliari, teneva – ritengono i militari – le re<strong>di</strong>ni delle sette società cartiere intestate a prestanomi,<br />
per lo più famigliari o persone vicine allo stesso Zagara e ad altri impren<strong>di</strong>tori coinvolti, titolari <strong>di</strong><br />
una decina <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte e<strong>di</strong>li.<br />
Con questa operazione gli investigatori ritennero <strong>di</strong> aver anche ristabilito la concorrenza leale nel<br />
settore e<strong>di</strong>le, dal momento che gli indagati, grazie alla truffa organizzata, riuscivano a stare sul<br />
mercato a prezzi stracciati.<br />
*il truffatore degli specchietti – Il 15 maggio fu in<strong>di</strong>viduato l‟uomo che truffava gli automobilisti<br />
inducendoli a credere <strong>di</strong> aver urtato la sua macchina, una Fiat Croma e pretendendo somme in<br />
denaro per mettere a posto tutto. Si tratta <strong>di</strong> un quarantottenne, <strong>di</strong>soccupato, pluricensurato. Fu<br />
denunciato dai carabinieri , grazie alle numerose denunce e alle segnalazioni degli automobilisti. Fu<br />
accusato <strong>di</strong> truffa aggravata e danneggiamento. La Fiat Croma fu sequestrata, insieme con un<br />
numero <strong>di</strong> sassi trovati accanto al se<strong>di</strong>le <strong>di</strong> guida. A <strong>bordo</strong> della sua Croma l‟uomo percorreva per<br />
ore la statale Adriatica, nel tratto che collega Giovinazzo a Molfetta. Una volta in<strong>di</strong>viduata la<br />
vittima, rallentava tanto da costringere l‟automobilista-vittima al sorpasso. A quel punto il<br />
quarantottenne scagliava un sasso contro l‟altra auto per far credere <strong>di</strong> essere stato urtato. Una volta<br />
completato il sorpasso, con i fari della sua auto segnalava alla vittima la necessità che si fermasse<br />
mostrando il proprio specchietto sinistro rotto, chiedeva quin<strong>di</strong> il risarcimento del danno. Molti, pur<br />
<strong>di</strong> non doversi rivolgere alle assicurazioni, sono caduti nella sua trappola ed hanno pagato <strong>di</strong> tasca<br />
propria ciò che l‟uomo pretendeva. Avevano creduto alla sua versione dei fatti o hanno fatto finta<br />
per quieto vivere.<br />
*sportivi evasori – La Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza della tenenza <strong>di</strong> Mola <strong>di</strong> Bari scoprì il 27 maggio a<br />
Rutigliano che due associazioni sportive, gestite dallo stesso soggetto, erano „evasori totali‟ per gli<br />
anni <strong>di</strong> imposta dal 2002 al 2007. Dagli accertamenti fiscali era emerso che le associazioni,<br />
sfruttando lo schermo giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> „associazioni no profit‟, usufruivano indebitamente del relativo<br />
regime agevolativo che permette la non tenuta della contabilità, né la presentazione delle<br />
<strong>di</strong>chiarazioni fiscali, ma in realtà esercitavano l‟attività <strong>di</strong> organizzazione <strong>di</strong> spettacoli e pubblicità<br />
commerciale in via del tutto esclusiva rispetto a quella solidaristica. Il soggetto, che fu denunciato<br />
dalla Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza, in realtà continuava a fatturare pubblicità e sponsorizzazioni, ad<br />
organizzare spettacoli ed eventi utilizzando, senza poterlo fare, la partita Iva delle due associazioni<br />
senza versarla al cliente. Al termine delle indagini, che durarono qualche anno, e che coprirono<br />
cinque anni <strong>di</strong> attività delle due associazioni i militari della Finanza recuperarono a tassazione circa<br />
1.5mln <strong>di</strong> euro ai fini delle imposte <strong>di</strong>rette, e 350 mila euro <strong>di</strong> Iva, nonché accertato l‟occultamento<br />
della documentazione inerente l‟effettiva attività esercitata. Il responsabile delle associazioni (fu<br />
accertato che non v‟erano altri soci e che operava solo il denunciato) fu denunciato perché<br />
l‟associazione aveva operato senza porre in essere documenti o registri contabili, operando<br />
l‟occultamento o ad<strong>di</strong>rittura la <strong>di</strong>struzione della contabilità, con il fine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re la ricostruzione<br />
del volume d‟affari delle due associazioni.<br />
*falsi incidenti – Un‟associazione organizzata composta da finti passeggeri e veri professionisti. E<br />
un‟accusa precisa: associazione a delinquere finalizzata alla truffa. C‟era questo nel dettagliato<br />
esposto che l‟azienda municipalizzata del trasporto urbano, l‟Amtab, presentò nei primi giorni <strong>di</strong><br />
giugno alla Procura <strong>di</strong> Bari. Il meccanismo tratteggiato era semplice e soprattutto ritornava uguale e<br />
identico nella maggior parte dei sinistri denunciati. Un passeggero denuncia <strong>di</strong> essersi fatto male a<br />
causa <strong>di</strong> una brusca frenata <strong>di</strong> un autista: un infortunio a un braccio o magari a una gamba. Una<br />
<strong>di</strong>storsione alla caviglia o al ginocchio. Ci sono poi testimoni pronti a raccontare la <strong>di</strong>namica<br />
dell‟incidente e strutture sanitarie, a quanto pare sempre le stesse, che certificano un tot numero <strong>di</strong><br />
giorni <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà a causa dell‟infortunio. Di tutto questo, però, l‟Amtab non sapeva mai niente.<br />
Nessuno chiedeva una conciliazione bonaria, nessuno si faceva vivo con l‟azienda subito dopo<br />
l‟incidente. La comunicazione arrivava quasi sempre qualche giorno dopo per vie legali, raccontava<br />
l‟azienda ai giu<strong>di</strong>ci: sui tavoli della <strong>di</strong>rezione arrivavano le lettere degli avvocati che chiedevano i<br />
danni per i loro clienti e la liquidazione delle spese legali per loro. Il business era importante. I<br />
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