diario di bordo - Comune di Capurso
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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />
*L‟agenzia immobiliare – La notte del 10 maggio, ignoti hanno preso <strong>di</strong> mira l‟agenzia<br />
immobiliare in corso Mazzini, pieno centro citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Corato. L‟incen<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong>vorò il locale, causando danni all‟intero stabile. Nessuna riven<strong>di</strong>cazione. I piromani lasciarono<br />
solo cenere, fumo, un‟acre puzza e suppellettili annerite. Quello che <strong>di</strong> certo si poté registrare fu la<br />
tensione tra i coratini. Gli ultimi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o provocato fecero aumentare la preoccupazione<br />
che, per molti, <strong>di</strong>ventò vera paura. Che cosa stava avvenendo in città? Se lo sono chiesti in tanti e<br />
tanti furono quelli che, non trovando risposte, hanno puntato il <strong>di</strong>to inquisitore contro le locali forze<br />
dell‟or<strong>di</strong>ne; nonostante gli arresti compiuti e gli sforzi profusi per assicurare più controlli, sono state<br />
costrette a fare i conti con gli organici sempre più carenti. Mancavano poliziotti al commissariato,<br />
mancavano carabinieri nella locale caserma, perciò non si riusciva a garantire la presenza <strong>di</strong> una<br />
pattuglia, soprattutto durante le ore serali e notturne.<br />
*Ancora un colpo <strong>di</strong> pistola – Bisceglie sembra non aver pace, ancora spari sebbene mancassero<br />
riscontri da parte delle forze dell‟or<strong>di</strong>ne. Un uomo, <strong>di</strong> 45 anni, vecchia conoscenza delle forze,<br />
aveva denunciato <strong>di</strong> essere stato avvicinato nella notte tra il 12 e il 13 maggio, mentre si trovava<br />
nella zona della <strong>di</strong>scoteca Divinae Follie, da un‟auto scura da cui una persona avrebbe sparato un<br />
colpo in aria e gridato: . I carabinieri del Comando <strong>di</strong> Trani però non<br />
trovarono tracce <strong>di</strong> spari nella zona in<strong>di</strong>cata a supporto della segnalazione, ma l‟episo<strong>di</strong>o sembrò da<br />
ricondursi agli avvenimenti <strong>di</strong> cronaca che avevano portato il 9 maggio al ferimento <strong>di</strong> Domenico<br />
Valente, 43enne pregiu<strong>di</strong>cato, sparato da Vincenzo Cianciana, per ven<strong>di</strong>care l‟omici<strong>di</strong>o del figlio<br />
Paolo, avvenuto a fine febbraio 2008 in una sala da barba. Si era costituito il 12 maggio<br />
<strong>di</strong>rettamente in carcere a Trani. Ma i contrasti tra i gruppi criminali biscegliesi opposti non<br />
sarebbero terminati. E la presunta vittima <strong>di</strong> quello che, se vero, sarebbe stato un avvertimento, era<br />
molto vicino proprio ai Cianciana. La tensione continuava ad essere alta, pertanto i carabinieri,<br />
preoccupati del clima, hanno compiuto il 13 maggio numerose perquisizioni alla ricerca <strong>di</strong> riscontri<br />
utili.<br />
*La pizzeria – Una pizzeria del quartiere Japigia fu sventrata da un attentato, nella notte tra il 13 e<br />
il 14 maggio, intorno alle 3. Nel mirino degli attentatori la pizzeria sita in via Caldarola, gestita da<br />
Emanuele De Giglio. Secondo gli accertamenti dei Carabinieri del reparto operativo provinciale e<br />
della compagnia „Bari Centro‟, che conducevano le indagini coor<strong>di</strong>nate dalla Procura della<br />
Repubblica, gli autori del gesto avrebbero introdotto o una bomba carta, oppure una damigiana<br />
piena <strong>di</strong> liquido infiammabile, da una finestra laterale del locale. Nella seconda ipotesi è stato<br />
ritenuto possibile che i malviventi avessero utilizzato una miccia, che dall‟esterno avrebbe condotto<br />
la fiamma verso il contenitore <strong>di</strong> vetro, facendolo esplodere. In effetti, tutte le finestre, le vetrate e<br />
le porte della pizzeria erano andate in pezzi. Il titolare dell‟esercizio affermava <strong>di</strong> non aver mai<br />
ricevuto richieste estorsive.<br />
L‟ingegnere, inviato dal pm nella veste <strong>di</strong> consulente tecnico, constatava che la pizzeria e il terrazzo<br />
che lo sovrasta erano inagibili. I Carabinieri e la Procura si sono impegnati con particolare solerzia<br />
a dare un volto agli esecutori materiali del gesto e agli eventuali mandanti. Il quartiere Japigia,è<br />
bene sottolinearlo, per almeno un decennio, è apparso come una „zona franca‟ rispetto al <strong>di</strong>lagare<br />
del racket in altre parti della città. Secondo gli investigatori più esperti, questa relativa serenità,<br />
almeno nel periodo compreso fra la fine degli anni Ottanta e la fine dei Novanta, sarebbe da<br />
attribuirsi al dominio incontrastato del clan Parisi, specializzato in droga ed anche nel<br />
contrabbando: la compagine malavitosa – questo il ragionamento delle forze dell‟or<strong>di</strong>ne – avrebbe<br />
avuto interesse a mantenere l‟or<strong>di</strong>ne, in qualche modo, per evitare <strong>di</strong> attirare troppi agenti nelle<br />
strade. Sta <strong>di</strong> fatto che in quel periodo a Japigia non sono accaduti né scippi né rapine. Negli ultimi<br />
anni, la situazione sembra mutata. Uno dei casi più eclatanti è stato la <strong>di</strong>struzione, in un analogo<br />
attentato, della pizzeria “Azzurra” avvenuta a <strong>di</strong>cembre del 2007. Negli ultimi due anni, ad una<br />
concessionaria <strong>di</strong> auto, e a un mezzo <strong>di</strong> servizio dei Vigili del fuoco. Sempre nello stesso quartiere.<br />
*Minacce <strong>di</strong> morte – Intorno alla metà <strong>di</strong> maggio tre lettere con minacce <strong>di</strong> morte furono recapitate<br />
a due magistrati e ad un ufficiale dei carabinieri. Uno dei destinatari è il procuratore aggiunto <strong>di</strong><br />
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