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diario di bordo - Comune di Capurso

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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />

al contesto da cui scaturì la sparatoria: l‟arresto del presunto boss del clan Cassano-D‟Elia avrebbe<br />

scatenato gli appetiti criminali del clan rivale. Allo stesso tempo, i gregari del boss finito in carcere<br />

avrebbero interesse a <strong>di</strong>mostrare, anche con la forza, il controllo e la tenuta del territorio. Con<br />

queste premesse e con l‟audacia criminale <strong>di</strong>mostrata fino ad allora da entrambe le bande, gli<br />

inquirenti non nascosero la preoccupazione che la scia dei conflitti a fuoco non fosse destinata ad<br />

esaurirsi tanto rapidamente. Il timore <strong>di</strong> essere alla vigilia <strong>di</strong> una nuova guerra tra clan per la<br />

spartizione del territorio era forte, tanto che le forze dell‟or<strong>di</strong>ne si impegnarono in un duro, continuo<br />

ed asfissiante controllo del territorio insieme alle frequenti perquisizioni nelle case dei pregiu<strong>di</strong>cati.<br />

Così, il 26 giugno, in un box trovarono e sequestrarono due ciclomotori. Uno era stato rubato il 24,<br />

l‟altro il 25 giugno. Gli inquirenti ritennero che siano stati utilizzati per sferrare l‟ennesimo attacco<br />

ai personaggi vicini al clan Valentini. Naturalmente, massimo riserbo fu mantenuto sulle<br />

motivazioni che indussero gli investigatori ad avanzare una tale ipotesi. Sta <strong>di</strong> fatto che quel box è<br />

<strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> un cinquantaduenne, denunciato per ricettazione, padre <strong>di</strong> un elemento emergente<br />

della criminalità locale, ritenuto vicino al clan Conte-D‟Elia. Nel box e nell‟appartamento<br />

dell‟uomo non furono però rinvenute armi. Nulla anche in tutto lo stabile perquisito in ogni angolo.<br />

Non fu quin<strong>di</strong> un caso che l‟episo<strong>di</strong>o avesse allungato la lista degli scontri a fuoco registrati in<br />

Bitonto dall‟inizio del 2009. Non solo, se si fa eccezione per l‟agguato avvenuto all‟inizio <strong>di</strong><br />

giugno, tutti gli altri si sono contrad<strong>di</strong>stinti con sparatorie avvenute in pieno giorno, in zone<br />

trafficate e popolose. All‟origine degli scontri, si presume, il controllo dei traffici <strong>di</strong> droga e del giro<br />

delle estorsioni nella zona 167, che ormai può definirsi territorio caldo per la criminalità locale. La<br />

zona 167, secondo le ipotesi investigative, sarebbe al centro non solo dello spietato braccio <strong>di</strong> ferro<br />

fra i due clan rivali, a cui abbiamo accennato, ma anche delle mire <strong>di</strong> alcuni soggetti emergenti. In<br />

quella zona, per la storia, si sono consumati due omici<strong>di</strong> eccellenti della guerra fra clan citta<strong>di</strong>ni: nel<br />

luglio 2007 fu freddato Vito Napoli; nel maggio 1996 fu ucciso Michele Bux.<br />

CAPITOLO V – RAPINE E FURTI<br />

I rapporti ufficiali delle forze dell‟or<strong>di</strong>ne sostengono una riduzione <strong>di</strong> furti e rapine nella<br />

provincia. Dalla quoti<strong>di</strong>ana lettura della cronaca nera avevamo invece tratto l‟impressione<br />

(evidentemente errata per l‟autorevolezza della fonte) <strong>di</strong> un sensibile aumento <strong>di</strong> questi reati.<br />

Ci limitiamo a riportare solo le rapine e i furti con caratteristiche o <strong>di</strong> efferatezza o <strong>di</strong><br />

continuità, quasi ad in<strong>di</strong>care che il bersaglio sia stato prescelto in quanto più vulnerabile per<br />

scopertura, quin<strong>di</strong> più facilmente aggre<strong>di</strong>bile, oppure come prelu<strong>di</strong>o per ulteriori reati. Si<br />

pensi alle rapine dei Tir, dove l‟obiettivo non è il mezzo ma il carico. Questo presuppone<br />

l‟esistenza <strong>di</strong> un mercato nero e parallelo dove si confluiscono i beni frutto delle rapine.<br />

Abbiamo evitato <strong>di</strong> descrivere nel particolare i furti in appartamenti, numerosi, ma non meno<br />

importanti per valutare il grado <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> una città, tutt‟altro, ma la loro continua<br />

ricorrenza ci avrebbe costretti ad essere ripetitivi nell‟elencazione descrittiva. Fra l‟altro le<br />

modalità prevalenti vedono appartamenti che i ladri hanno preventivamente accertato fossero<br />

temporaneamente <strong>di</strong>sabitati.<br />

*5 gennaio – Per la seconda volta in un mese e mezzo <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong> aver subito una rapina. I fatti<br />

accaddero la sera, alle 9, a Bari. Secondo quanto <strong>di</strong>chiarato dal proprietario della tabaccheria, tre<br />

malviventi fecero irruzione nel locale mentre era impegnato a servire un cliente. I tre avevano il<br />

volto coperto, una pistola ciascuno in pugno. In più, indossavano guanti. I tre ban<strong>di</strong>ti, sotto la<br />

minaccia delle tre armi, sempre stando alla denuncia del tabaccaio, intimarono al titolare <strong>di</strong><br />

consegnare quanto era in quel momento in cassa, ovvero l‟intero incasso della giornata, oltre mille<br />

euro che erano nascosti poco <strong>di</strong>stanti dalla cassa. Prima <strong>di</strong> andar via, i ladri chiesero all‟esercente <strong>di</strong><br />

consegnare quanto conservava nel portafoglio, circa 40 euro. Stessa richiesta fu fatta anche al<br />

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