diario di bordo - Comune di Capurso
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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />
a secco prossimo ad un uliveto, sulla strada vicinale Cimiconte, in Contrada Castglione, i due grossi<br />
fusti. Sul posto intervennero tempestivamente gli addetti del servizio ambiente che, dopo aver<br />
verificato l‟estrema pericolosità dei materiali, segnalarono l‟illecito smaltimento alle forze<br />
dell‟or<strong>di</strong>ne e pre<strong>di</strong>sposero l‟imme<strong>di</strong>ata bonifica dei luoghi.<br />
L‟olio minerale esausto è ritenuto fra i più pericolosi rifiuti speciali esistenti. Un solo litro può<br />
inquinare una superficie estesa quanto un campo <strong>di</strong> calcio. E' un tipo <strong>di</strong> rifiuto che può penetrare<br />
nei terreni anche a gran<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, con un potenziale rischio per la falda acquifera. Una minaccia<br />
per l‟ambiente che le norme statali hanno fronteggiato con la costituzione del Consorzio<br />
obbligatorio degli oli usati. Con i propri addetti e affiliati, il Consorzio obbligatorio ritira questi oli<br />
gratuitamente da laboratori, stazioni carburanti, aziende e officine, che riportano tipologia e quantità<br />
degli oli smaltiti in un formulario.<br />
*la <strong>di</strong>scarica Ecoambiente – Nella falda acquifera che scorre sotto la <strong>di</strong>scarica della<br />
<strong>di</strong> Bitonto fu rilevato uno stato <strong>di</strong> inquinamento con . Il dato emerse dallo<br />
stu<strong>di</strong>o idrogeologico sulla falda che l‟Università <strong>di</strong> Bari e l‟Arpa Puglia depositarono in Procura,<br />
consegnandolo nelle mani del pubblico ministero che un anno e mezzo prima aveva aperto un<br />
fascicolo d‟indagine sulla vicenda. Il problema ambientale approdò il 4 marzo sul tavolo dei sindaci<br />
<strong>di</strong> Bari, Bitonto e Modugno, le cui aziende <strong>di</strong> igiene urbana conferiscono i rsu proprio nel sito della<br />
Ecoambiente. Il pm inquirente, in una lettera che riassumeva le conclusioni dello stu<strong>di</strong>o Arpa,<br />
in<strong>di</strong>rizzata ai sindaci delle tre città, lasciava chiaramente intendere che poteva mettere i sigilli<br />
all‟impianto bitontino sin dalla settimana successiva alla data della missiva.<br />
Un altro aspetto non secondario della vicenda riguarda che quattro pozzi artesiani, utilizzati per<br />
l‟irrigazione delle colture, pescano dritto nella falda ritenuta inquinata: sono i pozzi Albergo,<br />
Illuzzi, Bitoncalce e Sifanno. Il magistrato, perciò, nella lettera, mise il sindaco <strong>di</strong> Bitonto <strong>di</strong> fronte<br />
alle sue responsabilità: .<br />
Dalla consulenza dell‟Arpa e dell‟Università emerse il e<br />
riconducibile , in località Torre<br />
d‟Aggera, nel territorio comunale <strong>di</strong> Bitonto. La falda acquifera si trova a una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 50-55<br />
metri e defluisce verso il mare. I pozzi maggiormente inquinati, secondo lo stu<strong>di</strong>o, sono i quattro<br />
impianti per l‟irrigazione già detti, oltre a quelli <strong>di</strong> monitoraggio della <strong>di</strong>scarica. Nella relazione, i<br />
tecnici scrivevano che . L‟amministratore delegato della<br />
Ecoambiente, affermava che l‟impianto era perfettamente a norma e che non lasciava passare nulla<br />
nel sottosuolo. La missiva del magistrato era in<strong>di</strong>rizzata ai presidenti della Regione e della<br />
Provincia, al prefetto, ai sindaci <strong>di</strong> Bari, Bitonto e Modugno, al manager della Asl e<br />
all‟impren<strong>di</strong>tore Matarrese, amministratore della Ecoambiente: ; e concludeva . Per dare la<br />
massima ufficialità alla sua comunicazione, il magistrato la fece notificare dai Carabinieri del<br />
Nucleo operativo ecologico.<br />
Per completare la notizia, aggiungiamo che nelle conclusioni gli esperti dell‟Arpa e dell‟Università<br />
sottolineavano che