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diario di bordo - Comune di Capurso

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DIARIO DI BORDO – 1 SEMESTRE 2009- LA LEGALITA’ E LA<br />

SICUREZZA IN PROVINCIA DI BARI<br />

carico idraulico del percolato nella <strong>di</strong>scarica, con conseguente possibile intensificazione della<br />

per<strong>di</strong>ta>>.<br />

*traffico illecito <strong>di</strong> rifiuti – A casa <strong>di</strong> Michele Rizzi, a Palo del Colle, i carabinieri avevano cercato<br />

documentazione compromettente. Non la trovarono. Rizzi, ventisei anni, autotrasportatore, era uno<br />

dei tre<strong>di</strong>ci arrestati dai carabinieri del nucleo operativo ecologico (Noe) <strong>di</strong> Roma, all‟alba del 9<br />

marzo, nell‟ambito dell‟inchiesta che portò al sequestro <strong>di</strong> due termovalorizzatori nell‟impianto <strong>di</strong><br />

Colleferro, nel Lazio. Rizzi, che fu trovato a casa, e gli altri do<strong>di</strong>ci arrestati, rispondevano, a vario<br />

titolo, <strong>di</strong> associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito <strong>di</strong> rifiuti e truffa allo Stato.<br />

Michele Rizzi si trovava ai domiciliari. Rizzi non era una persona sconosciuta alla magistratura.<br />

Fonti investigative riferivano <strong>di</strong> altre indagini in corso in cui l‟autotrasportatore sarebbe implicato<br />

per accuse legate a reati analoghi.<br />

*sbancava la roccia – Al fine <strong>di</strong> realizzare dei muretti perimetrali, un castellanese <strong>di</strong> 70 anni,<br />

sbancava da alcuni giorni, senza alcuna autorizzazione, la roccia in un terreno <strong>di</strong> sua proprietà<br />

collocato in contrada Regio a Castellana. Sito <strong>di</strong> interesse comunitario (Sic) dell‟agro castellanese ai<br />

confini con Alberobello. Dopo alcuni giorni <strong>di</strong> appostamenti e controlli, gli uomini della<br />

Compagnia <strong>di</strong> Monopoli della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza il 7 aprile lo denunciarono, in stato <strong>di</strong> libertà,<br />

all‟autorità giu<strong>di</strong>ziaria e posto sotto sequestro l‟area <strong>di</strong> circa 17mila metri quadrati. Nell‟area in<br />

questione, i militari ritrovarono circa 200 metri cubi <strong>di</strong> rifiuti speciali risultato dei ripetuti<br />

sbancamenti (terra e rocce da scavo) nonché opere e<strong>di</strong>li – una cisterna e muretti perimetrali <strong>di</strong><br />

contenimento – realizzati in assenza <strong>di</strong> prescritte autorizzazioni amministrative. L‟uomo avrebbe<br />

così violato le norme in materia ambientale e <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia previste dal decreto del Presidente della<br />

Repubblica, mo<strong>di</strong>ficando la morfologia <strong>di</strong> un territorio sottoposto a vincoli paesaggistici. In realtà,<br />

l‟episo<strong>di</strong>o contestato dalla Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> finanza risulta essere un fenomeno abbastanza <strong>di</strong>ffuso nel<br />

nostro territorio e talvolta prelude alla ricettazione <strong>di</strong> chianche e altri manufatti in pietra. Fenomeno<br />

simile a quello, ancora più <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole, dello sra<strong>di</strong>camento degli ulivi secolari destinati a ville del<br />

settentrione. In molti altri casi – come sembra essere accaduto nella situazione descritta – è la scarsa<br />

informazione a favorire il reato. Il proprietario, infatti, avrebbe dovuto seguire la procedura<br />

necessaria che prevede la richiesta <strong>di</strong> una valutazione <strong>di</strong> impatto ambientale, poiché tali opere<br />

possono mo<strong>di</strong>ficare ra<strong>di</strong>calmente il territorio costituendo il viatico per <strong>di</strong>sastri ambientali, quali<br />

frane e smottamenti, in caso <strong>di</strong> abbondanti piogge.<br />

*come smaltire le vecchie cabine – Scoperta una <strong>di</strong>scarica abusiva <strong>di</strong> inerti tombati sotto il lido<br />

frequentatissimo della riviera <strong>di</strong> Ponente a Barletta, la , finito sotto<br />

sequestro probatorio nell‟ottobre 2008 da parte dei carabinieri del Noe <strong>di</strong> Bari. Vecchie cabine<br />

demolite e sepolte sotto la sabbia, coperte da una colata <strong>di</strong> cemento. E quanto accertarono i<br />

carabinieri in seguito ad attività <strong>di</strong> carotaggio eseguite nel febbraio 2009, che, però, esclusero la<br />

presenza <strong>di</strong> rifiuti pericolosi per la salute come l‟eternit, rilevando invece con certezza che erano<br />

stati smaltiti un centinaio <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> cemento, mattoni, ton<strong>di</strong>ni in ferro provenienti appunto<br />

dalla demolizione delle vecchie cabine eliminate nel 2005 per far posto alle nuove. Era quin<strong>di</strong><br />

fondata la denuncia <strong>di</strong> un ex socio dello stesso lido, che aveva scoperto come le vecchie cabine<br />

abbattute non fossero state smaltite in maniera lecita. Per questo il pm iscrisse cinque persone nel<br />

registro degli indagati, ai quali fu anche notificato, alla fine della terza settimana <strong>di</strong> aprile, l‟avviso<br />

<strong>di</strong> proroga delle indagini: si tratta <strong>di</strong> tre soci del lido, tutti parenti, ovvero Angelo Michele, Mario e<br />

Francesco Mennea; del progettista e <strong>di</strong>rettore dei lavori, Nicolas Maffei, che era anche sindaco della<br />

città; del <strong>di</strong>rigente dell‟ufficio tecnico comunale <strong>di</strong> Barletta, Francesco Gianferrigni, che avevano<br />

rilasciato nel 1999 la concessione e<strong>di</strong>lizia per i lavori <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> nuove 194 cabine,<br />

parcheggio e area per attività sportive. A loro carico, oltre i reati <strong>di</strong> gestione e smaltimento illecito<br />

<strong>di</strong> rifiuti, furono ipotizzate anche possibili violazioni al co<strong>di</strong>ce unico dei beni paesaggistici e<br />

ambientali e del Put Puglia, avendo realizzato nuove opere e<strong>di</strong>li senza la necessaria autorizzazione

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