diario di bordo - Comune di Capurso
diario di bordo - Comune di Capurso
diario di bordo - Comune di Capurso
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
DIARIO DI BORDO – 1 SEMESTRE 2009- LA LEGALITA’ E LA<br />
SICUREZZA IN PROVINCIA DI BARI<br />
<strong>di</strong> fatti <strong>di</strong> sangue avvenuto tra agosto e ottobre tra Adelfia, Sannicandro e Valenzano zone sotto<br />
l‟influenza dei gruppi criminali – sostiene la Dia – Stramaglia e Di Cosola.<br />
Capitolo a parte per Bitonto, zona considerata molto attiva per tanti clan. Tuttavia, l‟azione incisiva<br />
degli investigatori avrebbe letteralmente polverizzato il clan Valentini, in parte dagli<br />
Strisciuglio, in parte spaccatosi in altre due articolazioni de<strong>di</strong>te allo spaccio e alle estorsioni (il<br />
cavallo <strong>di</strong> ritorno dei furti d‟auto). I gruppi operativi sarebbero i Valentini-Conte contrapposti ai<br />
Conte-Cassano.<br />
a Modugno il gruppo Capriati, così come i Mercante-Diomede. Mentre il gruppo<br />
Palermiti, scrive la Dia oltre che Mola <strong>di</strong> Bari, da sempre un‟appen<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Japigia. La Dia fa emergere il nome<br />
del clan Parisi che avrebbe influenza nella zona sud, con particolare riferimento ai territori <strong>di</strong><br />
Acquaviva, Gioia e Casamassima.<br />
*La mala anni novanta – Il sodalizio, capeggiato dai fratelli Laraspata e fiancheggiato dal<br />
Montani, scatenò, una decina <strong>di</strong> anni fa, la più sanguinosa guerra <strong>di</strong> mala che Bari ricor<strong>di</strong>: era il<br />
periodo in cui imperversava il contrabbando <strong>di</strong> sigarette e il traffico internazionale <strong>di</strong> armi e <strong>di</strong><br />
sostanze stupefacenti, con la città schiava dei clan malavitosi (c‟erano i Capriati dall‟altra parte<br />
della barricata), degli affari illeciti e degli omici<strong>di</strong>.<br />
I carabinieri, il 4 aprile del 1998, azzerarono – con l‟operazione „Marte‟ – i vertici del clan e<br />
portarono in carcere 116 persone. Era la seconda volta che accadeva, nel giro <strong>di</strong> pochi anni: i due<br />
clan erano stati pesantemente colpiti alcuni anni prima, nel ‟91, col primo processo fatta alla<br />
criminalità organizzata dei quartieri San Paolo e Bari vecchia. Si <strong>di</strong>mostrò, allora, l‟esistenza della<br />
camorra pugliese.<br />
Le nuove leve e le frange collegate, per spartirsi resti <strong>di</strong> egemonia e ricominciare ad imporsi sul<br />
territorio, scatenarono però una nuova guerra <strong>di</strong> mafia. I clan furono definitivamente smantellati<br />
solo nel 1998.<br />
L‟operazione „Marte‟, condotta dalla Direzione <strong>di</strong>strettuale antimafia <strong>di</strong> Bari, <strong>di</strong>mostrò anche il<br />
coinvolgimento delle donne baresi nelle attività dei clan mafiosi: nove, all‟epoca, quelle coinvolte. I<br />
fatti contestati coprirono un arco <strong>di</strong> tempo compreso tra il 1993 e il 1998.<br />
L‟inchiesta documentò quattro omici<strong>di</strong> (il 3 aprile 1995 <strong>di</strong> Pietro Morelli; il 19 febbraio 1996 <strong>di</strong><br />
Giuseppe Morelli; il 6 agosto 1996 <strong>di</strong> Antonio De Marzo e il 5 aprila 1997 <strong>di</strong> Antonio<br />
Sciannimanico) e una ventina <strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o.<br />
„Marte‟ è tornata a far parlare <strong>di</strong> sé il 25 maggio <strong>di</strong> quest‟anno, quando i carabinieri hanno arrestato<br />
otto persone in esecuzione <strong>di</strong> otto or<strong>di</strong>nanze <strong>di</strong> carcerazione per una sentenza passata in giu<strong>di</strong>cato,<br />
dopo il rigetto del ricorso in Cassazione. Le or<strong>di</strong>nanze eseguite a Bari, Milano e Fano, hanno<br />
richiesto l‟impiego <strong>di</strong> una trentina <strong>di</strong> militari, unità cinofile ed elicotteri.<br />
E‟ l‟ultimo atto dell‟iter processuale avviato all‟indomani dell‟operazione dei carabinieri. In carcere<br />
sono finiti Domenico De Marzo (sei anni e otto mesi); Letizia De Tullio (sei anni, sei mesi e 12<br />
giorni); Francesco Gelao (quattro anni, due mesi e 23 giorni); Mario Mininni (sei anni, 10 mesi e<br />
otto giorni); Pietro Pellegrino (quattro anni, cinque mesi e otto giorni); Donato Telegrafo (un anno e<br />
20 giorni); Onofrio Giuliani (quattro anni, otto mesi e otto giorni), rintracciato a Fano; Nicola<br />
Valletta (cinque anni, sei mesi e 12 giorni), rintracciato a Rozzano. Nei confronti <strong>di</strong> Onofrio<br />
Giuliani è stato notificato il decreto <strong>di</strong> sospensione del provve<strong>di</strong>mento. Per loro l‟accusa è <strong>di</strong><br />
associazione a delinquere finalizzata al traffico <strong>di</strong> droga fatta eccezione per Donato Telegrafo,<br />
condannato per detenzione e porto d‟armi.