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diario di bordo - Comune di Capurso

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OSSERVATORIO PER LA LEGALITA’ E LA SICUREZZA – CENTRO STUDI<br />

I carabinieri riuscirono a risalire all‟accaduto dopo la denuncia presentata dai genitori del ragazzino.<br />

La coppia aveva sempre sottovalutato gli episo<strong>di</strong> descritti dal figlio quando, il 12 febbraio, si resero<br />

conto che i quattro (che non erano compagni <strong>di</strong> classe della vittima) erano andati oltre il consentito.<br />

Sul treno delle ferrovie sud-est partito da Putignano, gli avevano bruciato parzialmente pantaloni e<br />

giubbotto, lo avevano obbligato a scrivere e firmare un foglio con la frase ,<br />

quin<strong>di</strong> avevano telefonato ai genitori <strong>di</strong>cendo loro <strong>di</strong> averlo sequestrato e pretendendo 50 euro per<br />

il presunto rilascio, sol<strong>di</strong> però che non furono mai incassati. I quattro presunti bulli furono<br />

identificati e ammisero le loro responsabilità. Solo il <strong>di</strong>ciottenne del gruppo aveva avuto problemi<br />

con al scuola e stava ripetendo l‟anno; ma le famiglie dei quattro, assicuravano gli investigatori, non<br />

erano da annoverare tra quelle a rischio. I carabinieri, anche dopo gli interrogatori dei quattro<br />

fermati, avrebbero accertato che l‟episo<strong>di</strong>o sarebbe avvenuto realmente sul treno, sul quale<br />

viaggiavano per lo stesso motivo (raggiungere un istituto professionale della provincia) sia la<br />

vittima sia i quattro aggressori. Le indagini furono supportate anche dalla testimonianza <strong>di</strong> un altro<br />

viaggiatore che aveva assistito alla scena della violenza.<br />

*una violenta - Accadde a Corato la sera dell‟8 marzo. Dove i carabinieri della<br />

locale Stazione, al termine <strong>di</strong> indagini lampo, avrebbero identificato tre minori (due 14enni<br />

imputabili ed un altro più piccolo, non imputabile) la cui posizione era al vaglio della Procura della<br />

Repubblica presso il Tribunale per i minorenni <strong>di</strong> Bari. Una ragazzina do<strong>di</strong>cenne, appunto la sera<br />

dell‟8 marzo, incontrò il gruppo <strong>di</strong> amici nelle vicinanze del commissariato <strong>di</strong> polizia. Alcuni <strong>di</strong> essi<br />

l‟avrebbero convinta a fare due passi. Una volta lontano da occhi in<strong>di</strong>screti, il branco agì e la<br />

ragazzina, ormai accerchiata, sarebbe stata sottoposta agli abusi dei tre ragazzini. Il branco,<br />

probabilmente, avrebbe voluto andare oltre. La 12enne sarebbe fuggita sconvolta dal luogo<br />

rincasando in lacrime. Il grave episo<strong>di</strong>o sarebbe stato denunciato, la sera stessa dell‟8 marzo, ai<br />

carabinieri che, a seguito <strong>di</strong> scrupolose indagini e dopo aver ascoltato la minore con l‟aiuto <strong>di</strong> una<br />

psicologa, riuscirono ad identificare i responsabili della bravata. Uno, pare, sarebbe stato bloccato<br />

poco dopo. Un altro, in quanto non imputabile, sarebbe stato affidato ai genitori mentre la posizione<br />

del terzo, pare figlio <strong>di</strong> un militare, fu posta la vaglio della Procura minorile.<br />

*aggressione in casa – Il racconto è inquietante, almeno quanto il brutto fatto accaduto la mattina<br />

del 17 aprile a Torre a Mare, quartiere <strong>di</strong> Bari. Vittima <strong>di</strong> una brutale aggressione all‟interno della<br />

sua abitazione una citta<strong>di</strong>na mauriziana minorenne. Accadde verso le 11 quando era sola in casa.<br />

Qualcuno bussò alla porta, lei aprì credendo fosse il padre. Si trovò, invece, <strong>di</strong> fronte un uomo che<br />

indossava un passamontagna che, spingendola, irruppe in casa. La immobilizzò, ma subito dopo<br />

sentì alcuni rumori all‟esterno e, credendo arrivasse qualcuno, scappò via.<br />

*picchiato un ragazzino – Gli agenti delle Volanti arrestarono il 23 giugno un giovane <strong>di</strong> 21 anni,<br />

già noto alle forze dell‟or<strong>di</strong>ne, per detenzione a fini <strong>di</strong> spaccio <strong>di</strong> sostanza stupefacente. Finì in<br />

manette Valentino Martino della zona Cecilia del quartiere San Paolo <strong>di</strong> Bari. Il modo con il quale i<br />

poliziotti arrivarono a Martino è significativo <strong>di</strong> come alcuni ragazzini possano frequentare cattive<br />

compagnie, senza che i genitori sappiano praticamente nulla.<br />

In effetti, tutto incominciò nella prima mattinata, quando al pronto soccorso del Policlinico arrivò<br />

un ragazzino <strong>di</strong> 14 anni, con il viso pesto e sanguinante, accompagnato dalla madre. I poliziotti<br />

accertarono che la sera prima il ragazzino aveva ricevuto una telefonata sul cellulare <strong>di</strong> un coetaneo.<br />

E che dall‟altra parte del filo c‟era Martino, il quale lo avrebbe invitato in modo pressante a recarsi<br />

a casa sua. Giunto lì, il 14enne avrebbe ricevuto da Martino una severa punizione. Le cui cause non<br />

furono chiare. Gli agenti piombarono a casa <strong>di</strong> Martino e lo arrestarono: nell‟appartamento c‟erano<br />

60 grammi <strong>di</strong> hashish, 250 <strong>di</strong> sostanza da taglio, otto piantine <strong>di</strong> marijuana in vasi, un bilancino <strong>di</strong><br />

precisione, due coltelli, due cartucce a pallettoni calibro 43 e una calibro 12, oltre a 230 euro.<br />

CAPITOLO XV – SEQUESTRI CONFISCHE<br />

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