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diario di bordo - Comune di Capurso

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DIARIO DI BORDO – 1 SEMESTRE 2009- LA LEGALITA’ E LA<br />

SICUREZZA IN PROVINCIA DI BARI<br />

nuova tendenza. Una mano la davano anche i citta<strong>di</strong>ni (il 19% delle telefonate erano giunte dai<br />

residenti), spesso e volentieri i benefattori erano gli stessi clienti delle lucciole (14% dei casi). I dati<br />

li forniva l‟associazione “Giraffa”, il cui obiettivo è sostenere le donne vittime <strong>di</strong> violenze e<br />

adoperarsi in <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti civili <strong>di</strong> donne e minori. Dal 1998 questa associazione è riuscita a<br />

strappare dalle grinfie dei trafficanti <strong>di</strong> esseri umani circa 500 ragazze.<br />

*appartamenti insospettabili – All‟alba del 5 giugno agenti della Polizia <strong>di</strong> Stato fecero irruzione<br />

in sei appartamenti nel popoloso quartiere Libertà, a Bari, e vi scovarono 24 giovani nigeriane che,<br />

con ogni probabilità, erano state avviate alla prostituzione dalle organizzazioni che notoriamente le<br />

reclutano nel Paese <strong>di</strong> origine. Il bilancio: una fu arrestata per inottemperanza all‟or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

espulsione emesso dalla questura; cinque furono espulse nello stesso giorno, con provve<strong>di</strong>mento del<br />

Questore; per le altre si dovettero cercare riscontri – anche presso la Scientifica <strong>di</strong> Roma – allo<br />

scopo <strong>di</strong> identificarle con certezza e comunque furono rilasciate. Gli appartamenti sottoposti<br />

all‟intervento della polizia, si trovavano in via Crisanzio, Putignani, Ravanas, Dante Alighieri,<br />

Bovio e Fieramosca. A un controllo, i proprietari delle abitazioni avrebbero <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> non sapere<br />

nulla e avrebbero lasciato intendere che i fittuari ufficiali avevano ospitato abusivamente le lucciole.<br />

*una lucciola cinese suo malgrado – Una cinese <strong>di</strong> 39 anni, originaria della regione dello Zheyang<br />

fu arrestata, il 22 giugno, dalla Squadra mobile con l‟accusa <strong>di</strong> avere sfruttato una connazionale <strong>di</strong><br />

41 anni, costringendola a prostituirsi. La donna arrestata si chiama Liu Wei. Fu indagata anche per<br />

il reato <strong>di</strong> tratta <strong>di</strong> esseri umani. Nella stessa vicenda sarebbe stato coinvolto un uomo, anche lui <strong>di</strong><br />

nazionalità cinese, che avrebbe partecipato allo sfruttamento della donna: sparito e attivamente<br />

ricercato dagli agenti della Mobile. La lucciola cinese sarebbe stata attirata in trappola, dalla coppia<br />

<strong>di</strong> connazionali, con la promessa <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> massaggiatrice. Approdata a Bari pochi giorni<br />

prima del blitz della polizia, la ragazza, in con<strong>di</strong>zioni economiche <strong>di</strong>fficili, si era dovuta rendere<br />

amaramente conto che il lavoro per il quale era stata reclutata era <strong>di</strong> prostituta. In concreto –<br />

secondo la tesi accusatoria – l‟uomo e la donna, che sarebbero risultati entrambi clandestini,<br />

avrebbero accompagnato la connazionale in un‟abitazione in via Trevisani, al quartiere Libertà.<br />

Dove l‟avrebbero avviata alla prostituzione. Gli orari <strong>di</strong> lavoro massacranti: dalle 8,30 del mattino<br />

alle 11 <strong>di</strong> sera, con una pausa <strong>di</strong> qualche minuto durante la quale veniva somministrato un frugale<br />

pranzo cinese a base <strong>di</strong> riso. A farle da guar<strong>di</strong>a sarebbe stata, incessantemente, proprio la Wei.<br />

Mossa esclusivamente dalla esigenza <strong>di</strong> intascare la maggior parte del compenso pagato dal singolo<br />

cliente. In effetti, la tariffa che sarebbe stata accertata dagli investigatori variava da 50 a 70 euro per<br />

ciascuna prestazione. In ogni caso, alla 41enne sfruttata venivano dati 20 euro per prestazione: tutto<br />

il resto finiva nelle tasche dei presunti sfruttatori.<br />

Questi ultimi, però, per fare pubblicità alla loro lucrosa e nuova attività impren<strong>di</strong>toriale, finirono col<br />

tra<strong>di</strong>rsi. I poliziotti della Squadra mobile, a quanto sembrerebbe, risalirono alla casa<br />

d‟appuntamento dall‟annuncio pubblicato su un giornale. Secondo in<strong>di</strong>screzioni, uno degli<br />

investigatori si finse cliente e così avrebbe smascherato la sfruttatrice. Che forse commise un altro<br />

errore: quello <strong>di</strong> stare troppo addosso alla sua vittima, cosa che l‟aveva resa catturabile facilmente.<br />

Proprio questo dettaglio <strong>di</strong>mostrerebbe il fatto che l‟illegalità <strong>di</strong> marca cinese <strong>di</strong>mostrerebbe si stava<br />

affacciando sul mercato dello sfruttamento della prostituzione, battuto più <strong>di</strong>ffusamente da<br />

organizzazioni <strong>di</strong> altre nazionalità Dagli accertamenti sarebbe emerso che la donna sfruttata, nei<br />

mesi precedenti, avrebbe toccato parecchie località italiane, da Brescia a Napoli, svolgendo mestieri<br />

più vari: commerciante ambulante, bay sitter e massaggiatrice (vera).<br />

*la setta Arkeon – Lo chiamavano . Era accusato <strong>di</strong> aver abusato sessualmente<br />

<strong>di</strong> due sue allieve uno dei guaritori e maestri spirituali della presunta psico-setta, che alcuni<br />

definivano come un gruppo <strong>di</strong> sostegno psicologico noto come dal nome del metodo<br />

<strong>di</strong> analisi e introspezione ideato dal suo fondatore Vito Carlo Moccia, 58 anni <strong>di</strong> Noicattaro, già<br />

sotto inchiesta. Antonio Morello, 68 anni, barese trapiantato a Milano, fu iscritto nel registro degli

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