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diario di bordo - Comune di Capurso

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DIARIO DI BORDO – 1 SEMESTRE 2009- LA LEGALITA’ E LA<br />

SICUREZZA IN PROVINCIA DI BARI<br />

insulti e parolacce l‟autista, minacciando ed imponendo <strong>di</strong> essere portati a casa. L‟autista fu<br />

costretto a deviare il percorso <strong>di</strong> linea del bus affidatogli, per accompagnare la banda urlante dei<br />

ragazzini, dove pretendevano <strong>di</strong> essere accompagnati. Qualche sera dopo, il conducente <strong>di</strong> turno,<br />

alla stessa fermata, vide avvicinarsi gli stessi ragazzi, , con le stesse intenzione. A quel punto, forte<br />

dell‟esperienza del suo collega, decise <strong>di</strong> non farli salire sul bus. Allora cominciò l‟assalto: i ragazzi<br />

si pararono davanti all‟autobus, impedendogli <strong>di</strong> partire, gettandogli contro bottiglie <strong>di</strong> plastica e<br />

tutto quanto capitava a tiro. L‟autista, evidentemente dai nervi ben sal<strong>di</strong>, avviò regolarmente la sua<br />

corsa senza nemmeno un vetro rotto. Pochi giorni dopo, scattò la denuncia. Gli amministratori<br />

dell‟ASV Trasporti, che gestisce il servizio <strong>di</strong> collegamento urbano, preoccupati dell‟incolumità dei<br />

propri autisti, decisero <strong>di</strong> assicurare più controlli e protezioni. Da quel momento, infatti, il servizio<br />

non subì più aggressioni.<br />

Ma non c‟erano solo gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza sugli autobus a destare preoccupazione nella città. Gli<br />

stessi terribili ragazzi sarebbero i responsabili <strong>di</strong> altri episo<strong>di</strong>, <strong>di</strong> uguale inciviltà, sempre nella zona<br />

<strong>di</strong> piazza Marena: borseggi, danni alle macchine parcheggiate, aggressioni contro anziani e minacce<br />

per farsi dare dai coetanei sol<strong>di</strong> e cellulari.<br />

*la zia e il nipote – La zia d‟uno dei due li aspettava in auto, con il motore acceso, pronta a fuggire.<br />

Il nipote se<strong>di</strong>cenne e l‟amico <strong>di</strong>ciassettenne, invece compivano la rapina. Il primo per mantenere la<br />

famiglia, perché ha il papà <strong>di</strong>soccupato e la mamma casalinga; l‟altro, figlio <strong>di</strong> un noto pregiu<strong>di</strong>cato<br />

del quartiere Libertà, per comprare abiti e scarpe per sé e per gli amici. Acquisti che erano compiuti,<br />

subito dopo le rapine o al massimo un giorno più tar<strong>di</strong>, nei migliori negozi del centro citta<strong>di</strong>no.<br />

L‟ultima rapina la misero a segno il 9 marzo sera, in una farmacia <strong>di</strong> Bitritto. Subito dopo il terzetto<br />

fu stato arrestato dalla polizia che li denunciò per quattro rapine compiute nell‟ultima settimana in<br />

<strong>di</strong>versi negozi.<br />

*il figlio d‟arte - Uno è figlio d‟arte, l‟altro no. Messi insieme raggiungono a stento 34 anni.<br />

Insieme si resero responsabili <strong>di</strong> una rapina in una farmacia a San Girolamo, il 28 marzo, e finirono<br />

in carcere. Con loro c‟erano due complici: uno, appena maggiorenne, che fu imme<strong>di</strong>atamente<br />

identificato e un quarto sfuggito all‟identificazione. La storia <strong>di</strong> P.C. e A.D., entrambi <strong>di</strong> 17 anni<br />

(uno figlio <strong>di</strong> un malavitoso attualmente in carcere) è la testimonianza <strong>di</strong> una situazione che vede gli<br />

adolescenti con una sempre crescente propensione a delinquere soprattutto in forma „associata‟<br />

sotto forma <strong>di</strong> vere e proprie gang. Più dell‟80% delle rapine compiute negli ultimi tempi a Bari,<br />

sulle quali sono in corso indagini hanno visto la partecipazione <strong>di</strong> minorenni.<br />

Per tornare alla rapina, i rapinatori furono in<strong>di</strong>viduati (e parte del bottino recuperato) dagli agenti<br />

della sezione che indaga sui fenomeni <strong>di</strong> criminalità <strong>di</strong>ffusa. Una pattuglia <strong>di</strong> agenti si imbatté nella<br />

gang dei quattro rapinatori, in sella a due moto, sul lungomare Starita mentre fuggiva dopo il colpo.<br />

Gli agenti, ai quali non era stata ancora segnalata la rapina, ebbero un‟intuizione, che si rilevò<br />

fondata. Il comportamento dei quattro giovani che viaggiavano a <strong>bordo</strong> <strong>di</strong> due Aprilia Scarabeo<br />

insospettì gli agenti che decisero <strong>di</strong> seguirli. Bloccarono, infatti, i giovani, poco dopo, nei pressi dei<br />

cantieri navali, mentre si scambiavano i giubbotti. Una scambio che fu evitato in tempo e che <strong>di</strong><br />

fatto incastrò i baby criminali perché proprio al particolare <strong>di</strong> un giubbotto era stato ricollegato uno<br />

dei rapinatori che poco prima aveva fatto irruzione nella farmacia e che era stato immortalato dalla<br />

telecamera <strong>di</strong> sorveglianza. Stessa sorte toccò al secondo complice anche lui filmato. Il terzo<br />

complice della banda – anche lui identificato – secondo gli investigatori avrebbe avuto un ruolo più<br />

attivo: era quello che aveva impugnato l‟unica arma utilizzata, una pistola giocattolo, che durante la<br />

fuga aveva gettato oltre il ciglio della strada.<br />

*figlio <strong>di</strong> persone perbene - Accadde la sera del 10 aprile intorno alle 20,30 nel popoloso quartiere<br />

Libertà. In quattro armati e con i visi coperti. Il più piccolo dei rapinatori, 17 anni, puntò il coltello<br />

al collo <strong>di</strong> un cassiere del supermercato Maxisi<strong>di</strong>s <strong>di</strong> via Napoli, a Bari, riuscendo a farsi<br />

consegnare l‟incasso della giornata. I poliziotti dopo un breve inseguimento arrestarono il

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