Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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Fattibilità dei parchi e itinerari archeologici subacquei<br />
nella Sicilia occidentale<br />
<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong><br />
111<br />
Dall’esperienza maturata nell’espletamento<br />
delle ricerche finalizzate alla stesura del<br />
presente studio di fattibilità abbiamo ricavato<br />
alcune considerazioni che sono<br />
necessarie per rispondere alla domanda<br />
principale che ci veniva posta riguardo<br />
alla fattibilità di quanto abbiamo progettato<br />
e in parte realizzato alla Egadi. Era<br />
questo, infatti, il principale quesito posto:<br />
valutare la fattibilità della realizzazione di<br />
parchi e itinerari archeologici subacquei<br />
alle Egadi e anche nella Sicilia occidentale,<br />
intendendo per questa tutto il litorale<br />
compreso tra Cefalù e Agrigento.<br />
Siamo arrivati alla conclusione che vi sia<br />
una certa urgenza di operare in questo<br />
settore con serietà e competenza, ma anche<br />
con incisività e determinazione, poiché<br />
questo patrimonio sommerso non è<br />
una fonte inesauribile o rinnovabile, ma è<br />
sottoposto a un degrado continuo che si<br />
incrementa in progressione quasi geometrica.<br />
La diffusione della pesca sportiva e<br />
la sempre più diffusa capacità di immersione,<br />
nonché l’incremento di interventi<br />
di ingegneria idraulica dal forte impatto<br />
ambientale e l’espansione turistica costiera,<br />
determinano, infatti, grandi sconvolgimenti,<br />
distruzioni e depauperamenti in<br />
questo grande museo subacqueo.<br />
Anche per la Sicilia, anzi maggiormente<br />
data la sua posizione preminente nel Mediterraneo,<br />
è assolutamente necessario che<br />
ogni ipotesi di valorizzazione turistica di<br />
questo patrimonio sia preceduta da una<br />
rigorosa ricerca in modo da fare uscire l’isola<br />
dal tunnel dell’improvvisazione e dell’intervento<br />
d’urgenza per intraprendere<br />
quel cammino che porti la produzione<br />
scientifica isolana in questo campo al livello,<br />
almeno, di quella degli altri paesi<br />
rivieraschi (Spagna, Portogallo, Francia,<br />
Grecia e Turchia). Di conseguenza diventa<br />
oltremodo urgente che lo studio auspicato<br />
porti a una corretta tutela e fruizione<br />
di questi beni che, opportunamente gestiti,<br />
possono costituire una grande risorsa<br />
occupazionale ed economica.<br />
Per fare ciò è necessario individuare degli<br />
obiettivi precisi, siano essi limitati al recupero<br />
di un singolo reperto che alla ricognizione<br />
di una vasta area. In questa<br />
eventuale operazione di ricerca e di tutela<br />
vanno utilizzate tutte quelle potenzialità<br />
scientifiche e tecnologiche delle quali l’isola<br />
già dispone e, qualora se ne individuasse<br />
la necessità, anche esterne. Nulla<br />
va tralasciato in nome di un affrettata<br />
smania di risultato. Anzi vanno cadenzate<br />
con precisione e regolarità tutte quelle<br />
tappe necessarie e indispensabili alla ricerca<br />
per non perdere alcunché né sotto<br />
il profilo della fenomenologia archeologica,<br />
né al livello di reperti. Il tutto sempre<br />
finalizzato alla enucleazione di quelle zone<br />
potenzialmente inquadrabili in un sistema<br />
di parchi ed itinerari archeologici<br />
subacquei didatticamente e turisticamente<br />
utilizzabili.<br />
Negli ultimissimi anni si è fatto un gran