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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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Da un attento esame dei fondali situati<br />

tra m 6 e 8 di profondità, nella parte interna<br />

della baia, sul suo lato di ponente,<br />

si è potuta appurare la presenza di una<br />

struttura artificiale ortogonale alla costa,<br />

della lunghezza di circa m 50 e larga mediamente<br />

sui m 15. Si tratta di un cospicuo<br />

ammasso di pietrame incoerente costituito<br />

da ciottoli e blocchi informi che,<br />

al culmine della sua altezza, si erge sul<br />

fondo per circa m 2. Ai bordi di tale<br />

ammasso di pietrame fuoriescono alcuni<br />

pali lignei del diametro regolare di<br />

circa cm 20, dotati di corteccia. Tali pali<br />

si caratterizzano per la loro regolarità,<br />

in quanto quasi perfettamente rettilinei,<br />

nonché per la presenza di scasse rettangolari<br />

ove si inserivano ortogonalmente<br />

pali a sezione più piccola, ancora presenti<br />

in qualche caso. La dislocazione<br />

dei pali principali è più o meno regolarmente<br />

ortogonale all’asse dell’ammasso<br />

pietroso.<br />

Frammisti al grande ammasso di pietrame<br />

che riempiva queste primordiali<br />

casseforme in legno si trovano numerosi<br />

frammenti ceramici che risultano sparsi<br />

anche sui fondali sabbiosi circostanti.<br />

Dagli scavi effettuati ai bordi della struttura<br />

suddetta è stata raccolta ceramica e<br />

cinque monete in bronzo attribuibili a<br />

Valentiniano I (imperatore romano che<br />

regnò tra il 364 ed il 375 d.C.). La ceramica<br />

raccolta tra le pietre si colloca sia<br />

nel medesimo periodo che in corrispondenza<br />

alle fasi finali dell’impero romano<br />

d’occidente. Tuttavia, a giudicare dalla<br />

presenza di reperti anche più recenti sparsi<br />

nelle vicinanze, si deduce che l’area e,<br />

quindi, pure il grande molo furono utilizzati<br />

inoltre a lungo per qualche secolo<br />

a venire. Negli interventi di recupero e<br />

scavo effettuati sono stati, infatti, raccolti<br />

numerosi frammenti ceramici di epoca<br />

compresa tra il V e il VII sec. d.C., un<br />

mortaio in pietra e oggetti in ferro. Tra<br />

il materiale ceramico si segnalano fram-<br />

<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong><br />

menti di bacili in ceramica romana del<br />

tipo sigillata chiara “D”, decorata a stampo,<br />

anfore del tipo Scorpan IIK, III-I,<br />

VO, VIA, VIIIB, del tipo “spatheion”<br />

(Scorpan XVIS). Molti dei frammenti di<br />

anfore recano iscrizioni incise; trattasi evidentemente<br />

di nomi personali.<br />

Si è in presenza, pertanto, di un vero e<br />

proprio molo primordiale costruito secondo<br />

una tecnica in voga in quel periodo.<br />

Una struttura lignea di contenimento racchiudeva<br />

la grande massa litica incoerente.<br />

Si potrebbe trattare, in via del tutto<br />

ipotetica, di quella struttura portuale visibile<br />

in una veduta della città di Cefalù<br />

del 1640 e riportata dalla Dufour. Che la<br />

zona fosse idonea per la presenza di una<br />

struttura di approdo lo si evince anche<br />

dalle caratteristiche morfologiche dell’area.<br />

La baia della Kalura è ben riparata dai<br />

venti di ponente ed è dotata di una sorgente<br />

vicina di acqua dolce.<br />

Nel corso dei secoli la struttura lignea si è<br />

disarticolata provocando lo smottamento<br />

del riempimento pietroso che ha sommerso<br />

in parte il paramento ligneo. La giacitura<br />

regolare dei pali lignei si giustifica<br />

proprio in virtù di uno smottamento laterale<br />

della struttura.<br />

In sintesi sembra chiaro che non si possa<br />

parlare di relitto bensì di una struttura<br />

portuale collocabile cronologicamente tra<br />

il IV e l’VIII sec. d.C. In tal senso si giustifica<br />

anche la presenza di corteccia nei<br />

pali lignei. La ceramica presente, inoltre,<br />

dato il carattere eterogeneo (sono presenti<br />

anfore, piatti, brocche e vasellame vario)<br />

si giustifica maggiormente ipotizzando<br />

la presenza di un fondo portuale e non<br />

di un carico pertinente un relitto.<br />

Tra gli altri reperti rinvenuti nelle vicinanze<br />

dei resti del molo menzioniamo l’ancora<br />

in ferro di epoca verosimilmente bizantina,<br />

recentemente recuperata, e parte<br />

di un’altra ancora di epoca romana di cui<br />

resiste il fusto e i bracci lignei tenuti insieme<br />

dalla contromarra in piombo.<br />

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