Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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Lampedusa.<br />
Cavallo Bianco Sperone.<br />
Anfora punica.<br />
Hotel Le Pelagie.<br />
Brocchetta con collo a<br />
filtro medievale.<br />
salente addirittura al neolitico (circa 5.500<br />
anni avanti Cristo). Tale presenza dimostra<br />
che già allora la navigazione d’altura<br />
senza alcuna visione di terra era patrimonio<br />
acquisito e che Lampedusa era al centro<br />
di quelle rotte.<br />
Il luogo più importante dell’isola è Cala<br />
Guitgia (il grande fiordo ben protetto che<br />
costituisce oggi l’approdo più importante<br />
dell’isola su cui si specchia il capoluogo<br />
comunale). Su questo fiordo insisteva l’insediamento<br />
ellenistico-romano e uno stabilimento<br />
per la lavorazione e produzione<br />
del garum.<br />
Dal mare interno alla cala, o immediatamente<br />
prospiciente, provengono anfore di<br />
vario tipo ed epoca: da quelle più antiche<br />
di tradizione greco-italica (del tipo Dressel<br />
1 databile al III sec. a.C.) a quelle di<br />
produzione e tradizione punica (dei tipi<br />
Maña C1b e Maña C2b) a quelle romane<br />
(dei tipi Spathéion, Late Roman I, Late<br />
Roman 2 con superficie corrugata, Late<br />
Roman 4 con coperchietto fittile concavo<br />
a tesa con pomello, tripolitano ed Haltern<br />
70).<br />
Ma le tracce di frequentazione del porto<br />
di Lampedusa non si fermano a quel periodo<br />
in cui l’isola fu al centro delle rotte<br />
tra Roma e l’Africa, ma riguardano anche<br />
il periodo medievale. Tra i reperti di quell’epoca,<br />
attestanti intensi traffici tra la Sicilia<br />
e l’Africa settentrionale, ricordiamo<br />
una pregevole anforetta di tipo arabo<br />
nord-africano (XII sec.) decorata da elementi<br />
plastici in rilievo (globuletti) e dall’immagine<br />
di due animali incisi per parte,<br />
probabilmente cervi.<br />
Un altro luogo interessante per la presenza<br />
di testimonanze archeologiche subacquee<br />
è Punta Sottile dove, lungo la dorsale<br />
che scende dalla costa verso gli abissi, si<br />
trovano le tracce di un relitto di epoca e<br />
cultura punica contenente anfore del tipo<br />
Maña C1b, associate ad altre di provenienza<br />
massaliota. Allo scafo vero e proprio<br />
appartenevano alcuni frammenti di<br />
tavole di fasciame ammorsate con mortase<br />
e tenoni, pezzi di un insolito rivestimento<br />
metallico dello scafo sotto forma<br />
di lamina bronzea e un frammento di<br />
chiglia con chiodi in bronzo. Pertinenti al<br />
medesimo scafo dovevano essere due cep-<br />
151 Fattibilità dei parchi e itinerari archeologici subacquei nella Sicilia occidentale