Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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Mozia. Il cothon.<br />
conquista, sia per le strutture portuali indispensabili<br />
alla loro vita sul mare.<br />
Per quanto attiene alle aree con relitti da<br />
battaglia ricordiamo la presenza di un vero<br />
e proprio cimitero di navi, alcune delle<br />
quali pertinenti la battaglia delle Egadi<br />
del 241 a.C., all’esterno dell’isola Longa,<br />
tra la Punta Scario e la Punta Tramontana.<br />
Qui sono stati segnalati relitti di epoca<br />
ellenistica e repubblicana che giacevano<br />
nei pressi della famosa nave punica recuperata<br />
ed esposta al Museo Archeologico<br />
Regionale di Baglio Anselmi a Marsala.<br />
Ma ciò che più ha interessato studiosi,<br />
eruditi e semplici appassionati di storia da<br />
qualche secolo è il sistema delle strutture<br />
portuali delle due metropoli dell’antichità.<br />
Sistemi che interessano anche il grande<br />
pubblico e che meriterebbero di essere par<br />
ticolarmente approfonditi per essere conseguentemente<br />
ben divulgati e valorizzati.<br />
Mozia possedeva, allo stato attuale delle<br />
nostre conoscenze, ben due strutture portuali.<br />
Una a nord appare indiziata da alcune<br />
strutture sommerse individuate presso<br />
la porta settentrionale della cortina muraria<br />
difensiva che cingeva la città. Si trovava<br />
in prossimità della strada sommersa che<br />
collegava l’isolotto alla terraferma corren-<br />
do sui bassi fondali dello Stagnone. L’altra<br />
struttura portuale si trovava presso la speculare<br />
porta urbica a sud ed era costituita<br />
da un grande bacino rettangolare interno<br />
che, sulla base delle ricerche condotte, doveva<br />
servire da bacino di carenaggio.<br />
Altre strutture portuali sono state individuate<br />
nell’area settentrionale dello Stagnone<br />
presso la contrada di Birgi, non lontano<br />
dall’ingresso settentrionale dello stesso.<br />
Ma anche l’ingresso meridionale dello<br />
Stagnone doveva essere in qualche modo<br />
segnalato da strutture oggi scomparse di<br />
cui si intravedono le tracce nei pressi delle<br />
contrada Carco (punta più meridionale<br />
dell’isola Longa).<br />
Data l’intensa frequentazione della laguna<br />
era probabile che le sue coste e le sue<br />
acque fossero disseminate di segnacoli utili<br />
alla navigazione anche in forma di monumenti<br />
celebrativi. È il caso dell’edicoletta<br />
di stile egittizzante segnalata in contrada<br />
Spagnola cui apparteneva il grande<br />
torso di figura maschile stante databile al<br />
VI sec. a.C., rinvenuto nel 1933 e oggi<br />
esposto al Museo Archeologico Regionale<br />
“A. Salinas” di Palermo.<br />
Ma la zona più intrigante e al contempo<br />
tanto interessante quanto complessa è<br />
137 Fattibilità dei parchi e itinerari archeologici subacquei nella Sicilia occidentale