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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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187<br />

bacquei locali di pochi scrupoli a quei<br />

villeggianti residenti con seconda casa,<br />

che intendono “arricchire” l’arredo estivo<br />

della propria abitazione con un pezzo archeologico<br />

subacqueo. Capita anche che<br />

i pezzi siano procurati già in fase di progettazione<br />

delle case. Si tratta di un vero<br />

e proprio furto su commissione che, seppur<br />

non raggiunge dimensioni eccessive,<br />

costituisce un fenomeno pericoloso da<br />

non sottovalutare e anzi da contrastare.<br />

Un’ulteriore categoria di furto del patrimonio<br />

archeologico subacqueo è costituito<br />

da vere e proprie spedizioni effettuate<br />

soprattutto da gruppi non nazionali<br />

mediante vere e proprie crociere finalizzate<br />

da parte di natanti di grosse<br />

dimensioni aventi natura di imbarcazioni<br />

da diporto. Risulta che, soprattutto<br />

nelle zone costiere più difficili da controllare,<br />

siano state effettuati dei veri e<br />

propri recuperi archeologici subacquei<br />

da parte di gruppi specializzati e attrezzati<br />

che, talora, si sono anche camuffati da<br />

archeologi professionisti in missione autorizzata<br />

agli occhi della locale marineria<br />

e diportistica.<br />

La tutela del patrimonio da queste forme<br />

di depredazione avviene attraverso un’azione<br />

repressiva che, naturalmente, è affidata<br />

alle forze dell’ordine. Esiste, tuttavia,<br />

la necessità che l’azione repressiva sia<br />

sostenuta da un’attività di segnalazione<br />

degli atti di furto e, soprattutto, di prevenzione<br />

attraverso una vigilanza delle<br />

aree interessate, che effettui un controllo<br />

diretto, intensivo e attivo del mare al fine<br />

di scoraggiare i potenziali autori di tali<br />

atti. Si pone, quindi, il problema di come<br />

gestire la vigilanza. Una possibile soluzione<br />

organizzativa consiste nella gestione<br />

diretta da parte della <strong>Regione</strong> dell’attività<br />

di controllo dei siti. Questa<br />

soluzione implica, tuttavia, che la <strong>Regione</strong><br />

si doti di un organico di persone specializzate<br />

a svolgere il suddetto compito.<br />

Infatti, anche nell’ipotesi che ci fossero<br />

disponibilità in eccedenza di custodi in<br />

altre istituzioni museali e archeologiche<br />

regionali, la natura particolare del patrimonio<br />

oggetto di intervento nel presente<br />

progetto non consente uno spostamento<br />

del suddetto personale in questi siti. La<br />

gestione in economia del servizio di controllo<br />

del mare comporta, pertanto, un<br />

costo rilevante per gli oneri legati al personale<br />

da assumere e all’acquisto e alla<br />

manutenzione delle attrezzature necessarie,<br />

che verrebbe a gravare interamente<br />

sulle finanze regionali in un momento,<br />

peraltro, di particolari difficoltà delle<br />

quali è causa non secondaria la numerosità<br />

del personale dipendente. Agli oneri<br />

finanziari di tale forma di gestione è poi<br />

necessario aggiungere i costi amministrativi<br />

di organizzazione e gestione del servizio,<br />

tipici di un’amministrazione pubblica,<br />

affinché esso venga reso nel modo<br />

più efficace ed efficiente possibile. A questo<br />

proposito è necessario ricordare che<br />

gli incentivi a svolgere i propri compiti<br />

in modo efficiente e conforme agli obiettivi<br />

dell’amministrazione, nell’ambito di<br />

un rapporto di lavoro a tempo indeterminato<br />

con remunerazione ‘fissa’, rischiano<br />

di essere piuttosto scarsi. Questo<br />

fenomeno è peraltro accentuato nel particolare<br />

contesto ambientale in cui si<br />

svolgerebbe il lavoro di eventuali custodi<br />

dipendenti dell’amministrazione regionale.<br />

Si tratterebbe, infatti, di lavoro che<br />

dovrebbe svolgersi in ‘isolamento’ e, generalmente,<br />

senza alcuna forma di controllo<br />

da parte di chi sarebbe gerarchicamente<br />

preordinato a tale personale (a differenza,<br />

ad esempio, di quanto può<br />

avvenire, normalmente, in un museo o<br />

in un qualsiasi ufficio). Laddove, peraltro,<br />

si volessero sperimentare forme di<br />

controllo diretto dell’attività del personale,<br />

queste comporterebbero ulteriori<br />

oneri finanziari per la <strong>Regione</strong>. In definitiva,<br />

è possibile che la scelta di una gestione<br />

in economia dell’attività di vigi-<br />

Valutazione economica

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