Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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bacquei locali di pochi scrupoli a quei<br />
villeggianti residenti con seconda casa,<br />
che intendono “arricchire” l’arredo estivo<br />
della propria abitazione con un pezzo archeologico<br />
subacqueo. Capita anche che<br />
i pezzi siano procurati già in fase di progettazione<br />
delle case. Si tratta di un vero<br />
e proprio furto su commissione che, seppur<br />
non raggiunge dimensioni eccessive,<br />
costituisce un fenomeno pericoloso da<br />
non sottovalutare e anzi da contrastare.<br />
Un’ulteriore categoria di furto del patrimonio<br />
archeologico subacqueo è costituito<br />
da vere e proprie spedizioni effettuate<br />
soprattutto da gruppi non nazionali<br />
mediante vere e proprie crociere finalizzate<br />
da parte di natanti di grosse<br />
dimensioni aventi natura di imbarcazioni<br />
da diporto. Risulta che, soprattutto<br />
nelle zone costiere più difficili da controllare,<br />
siano state effettuati dei veri e<br />
propri recuperi archeologici subacquei<br />
da parte di gruppi specializzati e attrezzati<br />
che, talora, si sono anche camuffati da<br />
archeologi professionisti in missione autorizzata<br />
agli occhi della locale marineria<br />
e diportistica.<br />
La tutela del patrimonio da queste forme<br />
di depredazione avviene attraverso un’azione<br />
repressiva che, naturalmente, è affidata<br />
alle forze dell’ordine. Esiste, tuttavia,<br />
la necessità che l’azione repressiva sia<br />
sostenuta da un’attività di segnalazione<br />
degli atti di furto e, soprattutto, di prevenzione<br />
attraverso una vigilanza delle<br />
aree interessate, che effettui un controllo<br />
diretto, intensivo e attivo del mare al fine<br />
di scoraggiare i potenziali autori di tali<br />
atti. Si pone, quindi, il problema di come<br />
gestire la vigilanza. Una possibile soluzione<br />
organizzativa consiste nella gestione<br />
diretta da parte della <strong>Regione</strong> dell’attività<br />
di controllo dei siti. Questa<br />
soluzione implica, tuttavia, che la <strong>Regione</strong><br />
si doti di un organico di persone specializzate<br />
a svolgere il suddetto compito.<br />
Infatti, anche nell’ipotesi che ci fossero<br />
disponibilità in eccedenza di custodi in<br />
altre istituzioni museali e archeologiche<br />
regionali, la natura particolare del patrimonio<br />
oggetto di intervento nel presente<br />
progetto non consente uno spostamento<br />
del suddetto personale in questi siti. La<br />
gestione in economia del servizio di controllo<br />
del mare comporta, pertanto, un<br />
costo rilevante per gli oneri legati al personale<br />
da assumere e all’acquisto e alla<br />
manutenzione delle attrezzature necessarie,<br />
che verrebbe a gravare interamente<br />
sulle finanze regionali in un momento,<br />
peraltro, di particolari difficoltà delle<br />
quali è causa non secondaria la numerosità<br />
del personale dipendente. Agli oneri<br />
finanziari di tale forma di gestione è poi<br />
necessario aggiungere i costi amministrativi<br />
di organizzazione e gestione del servizio,<br />
tipici di un’amministrazione pubblica,<br />
affinché esso venga reso nel modo<br />
più efficace ed efficiente possibile. A questo<br />
proposito è necessario ricordare che<br />
gli incentivi a svolgere i propri compiti<br />
in modo efficiente e conforme agli obiettivi<br />
dell’amministrazione, nell’ambito di<br />
un rapporto di lavoro a tempo indeterminato<br />
con remunerazione ‘fissa’, rischiano<br />
di essere piuttosto scarsi. Questo<br />
fenomeno è peraltro accentuato nel particolare<br />
contesto ambientale in cui si<br />
svolgerebbe il lavoro di eventuali custodi<br />
dipendenti dell’amministrazione regionale.<br />
Si tratterebbe, infatti, di lavoro che<br />
dovrebbe svolgersi in ‘isolamento’ e, generalmente,<br />
senza alcuna forma di controllo<br />
da parte di chi sarebbe gerarchicamente<br />
preordinato a tale personale (a differenza,<br />
ad esempio, di quanto può<br />
avvenire, normalmente, in un museo o<br />
in un qualsiasi ufficio). Laddove, peraltro,<br />
si volessero sperimentare forme di<br />
controllo diretto dell’attività del personale,<br />
queste comporterebbero ulteriori<br />
oneri finanziari per la <strong>Regione</strong>. In definitiva,<br />
è possibile che la scelta di una gestione<br />
in economia dell’attività di vigi-<br />
Valutazione economica