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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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Favignana.<br />

Stabilimento Florio.<br />

15<br />

ficatori, amministratori e gente comune.<br />

In seguito alla nostra azione alcune aree da<br />

noi analizzate (Cala Minnola a Levanzo e<br />

Punta Libeccio a Marettimo ad esempio)<br />

sono già diventati spontaneamente oggetto<br />

di attenzione da parte di operatori del<br />

settore ai quali abbiamo informalmente<br />

già fornito le risultanze del nostro lavoro<br />

e costituiscono già occasione frequente di<br />

visita e, quindi, di attrazione e reddito.<br />

Le Egadi hanno costituito, pertanto, un<br />

ottimo campione emblematico di una situazione<br />

che può estendersi non soltanto<br />

alla Sicilia occidentale ma all’intera isola<br />

e agli arcipelaghi circostanti. Lo Studio di<br />

Fattibilità effettuato in questo territorio<br />

ha costituito un’ottima occasione per potere<br />

appurare se la creazione di parchi e<br />

itinerari archeologici subacquei sia in questa<br />

che in altre aree della Sicilia possa essere<br />

praticabile, efficace ed economicamente<br />

opportuna. Le caratteristiche morfologiche,<br />

archeologiche, geografiche e fenomeniche<br />

esistenti nell’arcipelago delle Egadi<br />

sono rappresentative di tutta la situazione<br />

isolana e, pertanto, siamo soddisfatti che<br />

la scelta di questo ambito terracqueo per<br />

effettuare questo Studio di Fattibilità è<br />

stata vincente, come dimostreremo nei<br />

capitoli a seguire.<br />

E, del resto, come abbiamo già detto,<br />

forse la riprova migliore della correttezza e<br />

validità del percorso intrapreso con la lungimirante<br />

scelta di effettuare e finanziare<br />

questo studio, accresciuta dalla validità<br />

del lavoro svolto sul campo – e ciò è<br />

molto importante ribadirlo – si è avuta<br />

con la soddisfazione di vedere crescere<br />

spontaneamente gli “itinerari archeologici<br />

subacquei” già durante il nostro passaggio<br />

di ricercatori e operatori del mare!<br />

Certamente un ruolo fondamentale nella<br />

validità della scelta delle Egadi lo ha avuto<br />

la situazione di quasi totale conservazione<br />

dei luoghi e dei fondali. Ci troviamo,<br />

infatti, in una zona che, grazie alla<br />

sensibilità dei suoi abitanti, si è saputa<br />

conservare intatta. Né l’espansione edilizia,<br />

né l’inquinamento, né il turismo selvaggio<br />

hanno intaccato questo stupendo<br />

angolo d’Italia. La ricerca e, conseguentemente,<br />

la fruizione, sono, quindi, agevolmente<br />

praticabili senza alcun condizionamento.<br />

Anzi la presenza di un territorio<br />

ancora incontaminato contribuisce<br />

alla migliore comprensione delle dinamiche<br />

topografiche e storiche sia nella<br />

fase di ricerca che in quella di lettura e<br />

fruizione.<br />

Tale situazione è, comunque, emblematica<br />

di altri ambiti marini siciliani dato che,<br />

a parte le zone prospicienti le grandi città,<br />

i mari intorno all’isola e, soprattutto,<br />

quelli delle isole minori, sono in buone<br />

condizioni di conservazione. Ma questo<br />

equilibrio non può essere considerato perenne<br />

e, pertanto, risulta urgente continuare<br />

in operazioni di studio come questa<br />

al fine di evidenziare quelle risorse archeologiche<br />

che ancora resistono e che potrebbero<br />

scomparire tra breve per effetto di<br />

possibili (se non addirittura già programmati)<br />

appesantimenti della pressione antropica<br />

turistica sulle coste. La ripresa dell’attività<br />

edilizia, conseguenza della<br />

rinnovata disponibilità di capitali in seguito<br />

all’avvenuta ripresa economica degli<br />

ultimi anni, determinerà grandi opportunità<br />

di sviluppo, ma anche pericoli di de-<br />

La scelta dell’area campione delle Isole Egadi

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