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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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via), la sacralità di un sacedorzio legato alle<br />

onde del mare e dell’amore mercenario 27 :<br />

e da quegli specola, che spaziavano sul Tirreno<br />

coprendo, ovviamente, anche la distanza<br />

tra la costa e Hierà, prima tappa per<br />

la navigazione da e verso l’Africa 28 , è molto<br />

probabile che la guarnigione romana<br />

abbia avvistato il nemico ed informato le<br />

truppe di stanza nelle acque di Drepana 29 .<br />

Lutazio Catulo intuisce la rotta delle navi<br />

puniche che, da Hierà, evitando naturalmente<br />

la costa pattugliata tra Drepana e<br />

Lilibeo 30 , avrebbero puntato su Erice,<br />

ampliando il raggio di navigazione verso<br />

l’accesso nord-orientale dell’attuale Torre<br />

di Bonagia 31 : occorreva tagliarne la rotta,<br />

volgendo a favore dei Romani quel forte<br />

libeccio 32 che, pur propizio alle vele nemiche,<br />

non le avrebbe comunque alleggerite<br />

del pesante carico di vettovaglie in caso di<br />

un attacco a sorpresa.<br />

Le Egadi 33 entrano così, per la prima<br />

volta, nella storia di Sicilia, isole gemelle,<br />

sparse come ‘capre’ tra le onde del Canale,<br />

frammenti di una sponda di volta in<br />

volta sicula o africana 34 , isole del vento e<br />

degli infidi marosi che antiche etimologie<br />

riportavano al tempestoso Egeo 35 , richiudendo<br />

il cerchio sui luoghi di una dea e<br />

su storie di naufragi.<br />

L’identificazione dell’Aigoussa polibiana<br />

con l’attuale Favignana 36 , come luogo di<br />

appostamento della flotta romana e del<br />

disastro delle navi nemiche è oggi molto<br />

meno scontata di quanto la letteratura<br />

storica sulle guerre puniche abbia mai<br />

lasciato intendere; macchinose ricostruzioni<br />

di una duplice navigazione attraverso<br />

il canale Levanzo-Favignana 37 e l’orientamento<br />

dello scontro tra Favignana e<br />

lo ‘Stagnone’ 38 , di cui parlerebbe ancora il<br />

noto relitto di Marsala 39 , si scontrano con<br />

l’esigenza di due rotte perfettamente ricostruibili:<br />

quella punica, Hierà-Erice, diretta<br />

verso il mare aperto per la necessità<br />

di un determinato approdo, difficilmente<br />

avrebbe potuto scegliere una direzione co-<br />

sì complessa – per il pattugliamento nemico<br />

e per le rade sabbiose – quale quella<br />

determinata dalla penetrazione del canale<br />

tra le due isole e quindi il cambiamento di<br />

rotta in direzione nord verso Drepana e<br />

poi Erice. I Romani di Lutazio Catulo,<br />

d’altra parte, avevano l’esigenza di un attacco<br />

a sorpresa che, intuita la rotta nemica,<br />

sarebbe stato vanificato dal ritardo<br />

che, inevitabilmente, la discesa verso<br />

Favignana e la penetrazione del canale in<br />

direzione Marettimo avrebbero comportato;<br />

senza contare poi che un forte vento<br />

da Sud-Ovest 40 difficilmente poteva essere<br />

definito pròs antion “opposto” 41 rispetto<br />

a navi romane disposte nel canale,<br />

in direzione ad esso perpendicolare, nonchè<br />

protetta dalle isolette gemelle.<br />

Le Aegades geminae (Sil., 6, 685) Levanzo<br />

e Favignana, che la preistoria vuole ancora<br />

unite da un lembo di terra 42 , e quegli<br />

Specola lilybitana che lasciano filtrare il<br />

nome punico dell’Erice, non a caso nell’ultimo<br />

atto della Sicilia filocartaginese,<br />

sono la chiave per una ipotesi alternativa<br />

sui luoghi della battaglia: è la tradizione<br />

confluita in Livio, questa volta, a gettare<br />

luce su un dettaglio topografico polibiano<br />

letto sempre in maniera univoca.<br />

La postazione romana che Polibio colloca<br />

ad “Aigussa di fronte a Lilibeo” può genericamente<br />

intendersi, come del resto è stata<br />

sempre intesa, localizzata a Favignana 43 ,<br />

sebbene l’isola fronteggi la punta settentrionale<br />

del porto, l’attuale Torre San Teodoro<br />

esattamente opposta a Capo Lilibeo 44 .<br />

Il testo liviano 45 “Aegates insulas Erycemque<br />

ante oculos proponite, quae terra marique<br />

per quattuor et viginti annos passis<br />

sitis” nell’uso di una toponomastica troppo<br />

lontano dai fatti per essere significativo,<br />

ma forse proprio per tale distanza cronologica<br />

non casuale nelle associazioni, invita a<br />

rileggere la versione più completa a noi<br />

giunta sulla battaglia del 241 a.C. 46 : se la<br />

“Aigussa di fronte a Lilibeo” fosse da intendersi<br />

la “Aigussa quella che è davanti al<br />

73 Navi romane fra gli Specola Lilybitana e le Aegades Geminae?

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