Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
gnano periodi fondamentali nelle vicende<br />
del mondo antico” 34 .<br />
Con l’avanzata dei Romani in Sicilia, Erice<br />
da importante centro sacrale assunse il<br />
ruolo di fortezza dalla quale i Cartaginesi<br />
potevano controllare tutto il territorio ancora<br />
in loro possesso. In questo contesto,<br />
appare chiara l’azione di Asdrubale del<br />
260, che spopola la città e trasferisce gli<br />
abitanti nel vicino emporio sulla penisola<br />
di Drepana 35 . L’obiettivo dei Cartaginesi<br />
era quindi indirizzato al rafforzamento<br />
delle difese lungo la costa occidentale siciliana<br />
con due fortezze sul mare: Drepana<br />
e Lilibeo, ma anche a trasformare l’abitato<br />
di Erice in una vera e propria roccaforte<br />
militare.<br />
L’azione di Giunio, che nel 249 a.C. entra<br />
con il tradimento nel tempio e conquista<br />
anche la città, farebbe intuire come il resto<br />
della montagna fosse, fino ad allora, sguarnita<br />
di qualunque sorveglianza in grado di<br />
intercettare il drappello di soldati Romani<br />
che parteciparono alla sortita e che la guarnigione<br />
cartaginese controllava soltanto la<br />
città sulla vetta. Queste considerazioni e i<br />
dati archeologici rilevati inducono a ritenere<br />
che i siti fortificati posti lungo le pendici<br />
dell’Erice si possano datare al breve<br />
periodo compreso fra il 249 a.C., quando<br />
i Romani si accamparono e fortificarono<br />
l’Egitallo, e la fine delle ostilità nel 241<br />
a.C., quando i Cartaginesi lasciarono l’accampamento<br />
sul monte Erice.<br />
Dopo la conquista romana di Erice del<br />
249 le fonti storiche ci forniscono precise<br />
indicazioni; Polibio racconta che: “i Romani<br />
collocarono un presidio a mezzacosta<br />
del monte e che facevano severa guardia<br />
alla strada di accesso da Trapani verso<br />
la montagna”; Diodoro aggiunge che Giunio<br />
“fortificò l’Egitallo e vi lasciò un presidio<br />
di 800 uomini”. Anche Zonara parla<br />
dell’Egitallo e della sua occupazione momentanea<br />
del cartaginese Cartalone.<br />
Dai dati archeologici e topografici fin qui<br />
esposti, è possibile proporre un quadro<br />
Antonino Filippi<br />
forse più dettagliato degli avvenimenti accaduti<br />
intorno al monte Erice nel corso<br />
della prima guerra punica. Se riteniamo<br />
valida l’ipotesi di Kromaier che identificava<br />
il pizzo Argenteria con il promontorio<br />
Egitallo è facile rilevare che le fortificazioni<br />
poste sull’estremità meridionale delle<br />
Rocche del Calderaio non possono che<br />
essere proprio i resti del castello Egitallo<br />
costruito da Giunio nel 249 a.C.<br />
A questa fortezza i Romani collegarono<br />
una lunga trincea con torri, bastioni e la<br />
presenza di guarnigioni, per meglio controllare<br />
i punti di passaggio delle antiche<br />
strade.<br />
Ma se la documentazione storica già ci forniva<br />
alcune indicazioni circa l’ubicazione<br />
sul versante occidentale della montagna<br />
del campo romano, poco o nulla sappiamo<br />
a riguardo della postazione cartaginese in<br />
questa fase. Dai dati archeologici possiamo<br />
ipotizzare che i Cartaginesi, dopo la conquista<br />
romana di Erice, dovettero rifugiarsi<br />
lungo la costa a settentrione del monte,<br />
probabilmente realizzando i campi militari<br />
sul piano di San Matteo e presso l’approdo<br />
di Crocifissello. A tale riguardo ci è di<br />
aiuto il racconto di Zonara sulla riconquista<br />
di Cartalone dell’Egitallo, il quale evidenzia<br />
come l’esercito cartaginese non dovesse<br />
trovarsi accampato lontano dal monte<br />
Erice. Pensare che Cartalone potesse sorprendere<br />
i Romani sull’Egitallo provenendo<br />
direttamente da Drepana appare insensato<br />
dato che proprio questo promontorio<br />
fu scelto per meglio controllare, dalle pendici<br />
del monte Erice, la città di Trapani.<br />
L’azione cartaginese non poteva quindi sorprendere<br />
i Romani se fosse stata condotta<br />
da ovest o da sud. I Cartaginesi, infatti, dovettero<br />
piombare sull’Egitallo provenienti<br />
dalla costa settentrionale del monte, dato<br />
che avevano ancora il controllo di tutto<br />
questo litorale e lì ritornarono quando i<br />
Romani riconquistarono la posizione militare<br />
soltanto temporaneamente perduta.<br />
I Cartaginesi con la fortezza sul piano di<br />
90