Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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pi d’ancora in piombo recuperati nella<br />
stessa zona.<br />
Scarse tracce archeologiche si segnalano<br />
anche presso Cala Galera, non lontano<br />
dalla stupenda spiaggia dell’Isola dei Conigli,<br />
sulla costa meridionale dell’isola. Tra<br />
la folta posidonia che caratterizza il fondale<br />
si trovano frammenti ceramici di varia<br />
epoca che testimoniano più la presenza<br />
di un luogo frequente di ancoraggio che<br />
non l’evidenza di veri e propri relitti.<br />
Analoga situazione si registra presso Cala<br />
Francese, dove la presenza di reperti ceramici<br />
è più abbondante e testimonia l’inizio<br />
della frequentazione della Cala in epoca<br />
punica.<br />
Anche lo scoglio di Lampione era ricco di<br />
testimonianze archeologiche. Si trovarono<br />
soprattutto ceppi e contromarre d’ancora<br />
in piombo di epoca romana, numerose<br />
anfore intere e frammentarie di epoca<br />
romana (dei tipi Late Roman, africana<br />
IIb, africana IId, africana IIa, Keay LXII),<br />
lingotti in piombo, ancore litiche a tre fori<br />
dal contorno irregolarmente trapezoidale<br />
con la parte superiore (dove è presente<br />
il foro per la cima) arcuata e quella<br />
sottostante rettilinea, e una grande maci-<br />
<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong><br />
na romana a doppio invaso con elemento<br />
interno in pietra lavica nera.<br />
Nei magazzini del Comune e della Soprintendenza<br />
giacciono, infine, numerosi<br />
reperti provenienti dal mare, recuperati<br />
grazie ai sequestri operati dalle forze dell’ordine<br />
in vari periodi. Vi sono numerosissime<br />
anfore e oggetti di provenienza<br />
marina, tra cui spiccano esemplari interi<br />
di tipo greco-italico, Dressel 20, Dressel<br />
1A, Dressel 7, Maña C1b, Keay LXI e<br />
medievali.<br />
In sintesi, Lampedusa, grande meta di turismo<br />
subacqueo grazie alle caratteristiche<br />
dei suoi mari quasi tropicali (del resto l’isola<br />
fa già parte della piattaforma continentale<br />
africana), possiede anche interessanti<br />
evidenze archeologiche subacquee<br />
che vanno scoperte poiché camuffate dalla<br />
rigogliosa vegetazione subacquea che<br />
particolari condizioni ecologiche favoriscono.<br />
Ma andrebbero anche valorizzate<br />
trovando adeguata esposizione nel museo<br />
già realizzato e in attesa di essere allestito<br />
e aperto al pubblico proprio al centro della<br />
suggestiva Cala Guitgia, non lontano<br />
dai resti dello stabilimento romano dove,<br />
nelle vasche rivestite di intonaco, venivano<br />
fatti macerare al sole i pesci che il prolifico<br />
mare lampedusano già allora (certamente<br />
più di adesso) forniva ai laboriosi<br />
pescatori.<br />
Anche Linosa offre rinvenimenti subacquei<br />
degni di essere approfonditi. Presso<br />
la Secchitella, sul fianco sud-orientale dell’isola,<br />
tra i m 20 e 50 si identifica un<br />
areale ricchissimo di ceramica frammentaria<br />
sparsa tra le rocce, con alcuni elementi<br />
lignei rivestiti di piombo presumibilmente<br />
pertinenti la chiglia di un antico<br />
vascello. Si trovano anche ceppi d’ancora<br />
in piombo e in ferro.<br />
Anche in località Mannarazze si identifica<br />
un probabile luogo di ancoraggio data<br />
la presenza di ancore.<br />
Anfora con decorazione<br />
incisa medievale.<br />
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